LORETO APRUTINO: LA RACCOLTA FIRME DEI COMMERCIANTI
L’isola pedonale per San Zopito, dalle 17.00, profondamente discriminante

«Desidero ringraziare i numerosi commercianti presenti al Flash mob riempiendo la piazza con tanto entusiasmo e tanta voglia di ripartire. Ma anche tutti quelli che, per impegni personali non sono riusciti a venire. Inoltre, vorrei ringraziare il Sindaco, i consiglieri di maggioranza e minoranza per la loro presenza, la Protezione Civile sempre disponibile. In un momento così difficile è fondamentale essere uniti e lavorare tutti insieme per il bene del nostro paese».

Queste bellissime parole sono di Antonella Di Martile, assessore con delega al commercio, contenute in un comunicato stampa datato 14 dicembre 2020. Doveva essere il segnale della ripartenza, più volte posticipata a causa del perdurare della crisi pandemica che, nei piccoli paesi, aveva visto non solo l’entrata ed uscita dei furgoncini Amazon ma anche l’impegno degli esercenti nell’essere vicini alle persone della comunità. Ci sono state storie singolari che i bottegai hanno vissuto al fianco dei meno abbienti, delle persone sole, di quelle anziane, del resto non potevano aprire le porte dei loro negozi ma quelle dei cuori le hanno spalancate! Si sa, in un paese in cui ci si conosce tutti le parole istituzionali diramate dalla Di Martile facevano presagire un vero cambio di gestione ma anche di mentalità.

Anno 2022, dopo due anni di pandemia ritorna la festa San Zopito, ritorna l’occasione per stare insieme ma anche per ritornare a lavorare, con qualità e professionalità. Però, i festeggiamenti civili sembrano non aver tenuto conto dei commercianti, quegli stessi che sono il cuore della “piazza” che l’assessore Di Martile, giustamente, aveva accompagnato in una sorta di campagna di sensibilizzazione e di manifesta vicinanza.

LA LETTERA   SKM_C458 L’22060610560

“La maggior parte dei commercianti di Piazza Garibaldi e vie circostanti, da sabato pomeriggio 4 giugno, si sta ponendo una domanda: Chi ha avuto la geniale idea di “blindare” il paese per i festeggiamenti della festa patronale dalle ore 17? Più di 2 anni di pandemia, gli aumenti delle utenze, le tasse sulle insegne ed un paese morente non sono sufficienti, secondo l’amministrazione comunale di Loreto Aprutino ed il comando dei vigili urbani, come difficoltà alla ripresa economica delle poche attività rimaste a Loreto Aprutino. Tanto che nel giorno della festa patronale di San Zopito di sabato 4 hanno deciso di chiudere gli accessi a piazza Garibaldi da tutte le vie dalle ore 17, orario in cui in un sabato “estivo” si inizia a lavorare. Negli anni precedenti veniva creata l’isola pedonale, più o meno dalle ore 20.00, chiudendo solo Via Vittorio Veneto e Piazza Garibaldi, lasciando anche la possibilità di parcheggiare nelle vie limitrofe. Quest’anno sono state chiuse le seguenti via oltre alle due citate sopra: Via Cappuccini, Via Mameli, Via IV Novembre e Via Carlo Bonfiglio. Creando seri difficoltà a noi commercianti. La macelleria ha potuto effettuare le consegne della carne ordinata nella mattina solo perché il proprietario è andato lui stesso ad effettuare la consegna. I clienti della pizzeria non sapevano come ritirare le pizze ordinate per la serata. Le mie clienti hanno dovuto cancellare le prenotazioni per la consulenza perché non sapevano come raggiungere il punto vendita. Questi sono solo alcuni degli esempi, potrei continuare per ogni attività. Queste parole vogliono essere un promemoria per gli anni futuri affinchè si lavori usando il buon senso per il bene comune. Noi commercianti siamo stanchi di subire le decisioni senza senso, prese senza raziocinio. Va detto che dopo le svariate lamentele di sabato, dopo le discussioni col comandante dei vigili urbani, nella giornata di domenica 5 la situazione è leggermente migliorata, visto che Via Cappuccini non è stata chiusa al traffico. Questo evento sottolinea quanto la decisione sia stata presa senza pensare minimante al commercio di questo paese.

FATTI E NON PAROLE

La festa di San Zopito poteva essere il banco di prova non solo di una organizzazione di un evento ma anche quello per instaurare un dialogo vero, serio e propositivo con tutti gli attori della comunità, pubblici e privati. “Se non ci state bene andatevene”, questa è la frase che, invece, molti dei cittadini si sentono rispondere nel momento che provano ad esporre un pensiero o creare un’alternativa di azione. Nel caso dei commercianti, e nel caso dell’assoluta mancanza di informativa o coinvolgimento, si è passati dal far valere il fatto che non vi sia un’associazione alla quale rivolgersi, al reale e salvifico scaricabarile tra uffici ed amministratori. Risultato? Il ruolo comunitario è stato sacrificato nel qualunquismo della categorizzazione, siamo abitanti del centro storico, siamo commercianti, siamo dei cappuccini, siamo delle contrade, siamo contro o siamo a favore, siamo rossi e siamo neri. Tutto fuorché cittadini, almeno fino alle prossime elezioni del 2023.

 

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