Nell’ultimo decennio Brioni ha cambiato ben sei amministratori delegati: l’ultimo ad andarsene è stato il romano Gianluca Flore, l’altro ieri, che nell’ottobre 2014 aveva preso il posto di Francesco Pesci; prima di lui Andrea Perrone, Antonio Bianchini, Umberto Angeloni e lo storico timoniere pennese Lucio Marcotullio uscito nel giugno 2006 dopo quasi mezzo secolo.
Per Kering, la multinazionale francese ma di diritto olandese che fa capo a monsieur Pinault che detiene Brioni nel proprio portafoglio da cinque anni, le dimissioni di Flore giungono dopo la chiusura del rapporto con Francesco Pesci confermato nel 2012 e poi salutato poco più di due anni fa. Ma al di là di chi lo sostituirà, a Penne l’alta sartoria maschile è impegnata in altri ragionamenti. Pesa l’orario ridotto osservato dai quasi mille dipendenti degli stabilimenti vestini del marchio fondato dal sarto pennese Nazareno Fonticoli e dall’imprenditore umbro Gaetano Savini. Meno ore significano meno soldi in tasca a fine mese. Il patto sociale siglato ad aprile fra organizzazioni sindacali e azienda, che scongiurò 400 esuberi forzati annunciati, costa lacrime e sangue alle maestranze: si esaurirà al termine del 2018. In pratica, sono andati via 111 ful time equivalent (compresi i 48 di dicembre 2015) con incentivo aziendale ed altri 140 lavoratori sono stati salvati grazie appunto alla riduzione da 40 a 32 dell’orario settimanale. Alcune criticità sono ancora in corso di verifica congiunta. “Noi siamo in attesa di notizie”, osserva Leonardo D’Addazio della Femca Cisl. “Vedremo chi sostituirà il dottor Flore. Intanto, lunedì abbiamo il primo incontro con la direzione aziendale per il rinnovo del contratto integrativo. Presenteremo la nostra piattaforma che propone situazioni favorevoli per i lavoratori ai quali restituire in qualche modo potere d’acquisto in termini di salario accessorio e welfare. E’ stato firmato il contratto nazionale dei tessili e questa è una buona notizia anche in relazione agli scioperi che hanno avuto un effetto positivo. Insomma, cerchiamo di guardare avanti e di saperne qualcosa in più su produzione e vendite visto che a fine marzo comincia un altro ciclo di lavorazione”. Luca Piersante della Uil sottolinea altri aspetti:”La mia preoccupazione resta quella del 2014. Le vendite in Brioni non sembrano andare bene, il lusso è ripartito ma da queste parti ci sono ancora difficoltà di mercato. Flore?E’ andato via, arriverà un altro, ma a noi interessa che vi sia una strategia efficace, che si abbiano idee chiare sul marchio. Fino al 2018 il personale è protetto da eventuali licenziamenti, per quanto stia pagando un prezzo altissimo a causa della ristrutturazione aziendale voluta dai francesi. Aspettiamo segnali di vitalità dunque”. Kering comunque si è accollata la spesa di 2 milioni e mezzo di euro per ristrutturare lo stabilimento di via Fonticoli a Penne, danneggiato dal maltempo del 2015, in attesa che la Regione le eroghi il contributo promesso. E’ un segnale di attenzione, spiegò Mario Morelli, responsabile del personale del gruppo Brioni e punto di riferimento da anni per sindacati e lavoratori. Gilberto Petrucci, assessore comunale alle attività produttive, avverte:”Non abbassiamo la guardia: i lavoratori stanno già contribuendo con la mobilità incentivata e la riduzione dell’ orario di lavoro alla riorganizzazione di Brioni”.
Berardo Lupacchini