IL SAN MASSIMO ASPETTA E SPERA

PENNE – Una Tac nuova, ma mai utilizzata ed inutilizzabile. Accade all’ospedale San Massimo dove gli esami continuano ad essere erogati da un’apparecchiatura un po’ obsoleta. Il problema è che l’apparecchiatura radiologica, acquistata per 250 mila euro nel 2014 dalla Asl per destinarla a Penne, non può essere ubicata nei locali prescelti perché devono essere ristrutturati e messi a norma in base ai criteri antisismici.

E così la tomografia assiale computerizzata aspetta e spera. La speranza infatti è che si possa mettere in funzione caricandola in un container e sistemarla in un’area all’esterno dell’ospedale pennese. Un’ipotesi su cui nelle prossime ore dovrà esser presa una decisione dai vertici aziendali. Uno stanzone mobile insomma. La vicenda della Tac ferma ai box si aggancia a quella della ristrutturazione del San Massimo, tornata di attualità dopo che la Regione nei giorni scorsi ha inserito nel maxi piano di edilizia sanitaria abruzzese i 12,5 milioni di euro per l’ospedale di Penne. Il progetto, già esecutivo, venne presentato un anno e mezzo fa dalla Asl che si avvale della M.T.C. spa di Roma, la società di manutenzioni tecnologie concessioni per l’ambiente e la sanità. La superficie territoriale del San Massimo è pari a 26.740 metri quadrati, mentre quella coperta totale è di 8.565, 17 mq. su quattro blocchi. I posti letto distribuiti su due livelli, piano terzo e quarto, dell’elemento a C del blocco sono in totale 84, ad esclusione dei posti tecnici della terapia intensiva ed osservazione breve. Si prevede comunque un intervento sul pronto soccorso che sarà ampliato: passerà dagli attuali 250 metri quadrati a 750 con un collegamento al resto della struttura a suo uso esclusivo. Non solo: vi saranno dei lavori al terzo piano dell’immobile più vecchio dove le carenze dei requisiti sanitari minimi sono più evidenti. Da realizzare la nuova farmacia ospedaliera, il laboratorio analisi, gli spogliatoi centralizzati e degenze e l’anatomia patologica, con centro trasfusionale e degenze. Cambierà insomma un po’ tutta l’urbanistica delle ali più antiche del presidio sanitario. Il tutto è stato pensato prima della riforma che ha relegato ad ospedale per zona disagiata il San Massimo da cui deriva una riduzione di almeno della metà dei posti letto. Ma intanto la retrocessione è stata congelata dalla Asl, in attesa anche del giudice amministrativo cui sono ricorsi separatamente il Comune di Penne ed altri nove centri del territorio.

B.Lup.

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