PENNE – Ci sono persino 2.500 euro per il movimento “cittaslow” cui Penne aderì un po’di anni fa. E’ un club delle città del buon vivere che oggi conta 45 centri (Francavilla e Guardiagrele per l’Abruzzo) fra i quali Orvieto, Trani, Positano e Todi. Ora però di Penne se ne sono perse le tracce, ma le spese evidentemente restano.
Ma il capoluogo vestino, pagando, è appena riuscito ad entrare a far parte dei Borghi più belli d’Italia insieme, tra gli altri, con Abbateggio, Scanno, Villalago e Città Sant’Angelo. Un successo, a sentire l’amministrazione attuale. A ben guardare le spese del capitolo relativo agli organi istituzionali, alla partecipazione ed al decentramento contabilizzate l’anno scorso, si vede che ai pennesi far funzionare l’apparato di governo è costato 205.438 euro di cui 36.900 di tasse ed imposte. Solo per retribuire il sindaco e gli assessori la spesa è stata di 62.420 euro, mentre per i consiglieri i gettoni di presenza ammontano a quasi 11 mila euro. Altri 18 mila euro sono stati attribuiti alle spese di comunicazione ai cittadini e degli organi istituzionali. L’esborso per le spese di rappresentanza è stato poi di 4.020 euro, mentre quello per lo staff del sindaco (una segretaria) di 12.512 euro. Alla presidenza del consiglio nel 2011 è stata registrata una spesa di 4.140 euro. Nel frattempo, il consiglio comunale (Pasqualone non c’era) ha varato il regolamento per le spese di rappresentanza annunciando che, potendo spendere 392 euro, ne spenderà invece appena 50.
Ma appare difficile crederlo, anche considerando la possibilità di poter operare delle variazioni di bilancio durante l’anno. Il sindaco, i suoi assessori ed il presidente del consiglio comunale hanno diritto a poter spendere a titolo di rappresentanza dell’ente in colazioni di lavoro e consumazioni varie, caffè, aperitivi, bibite in compagnia di persone o autorità con rappresentanza esterna e rilevanza istituzionale, sociale, politica, culturale, sportiva oppure omaggi floreali, necrologi, targhe, medaglie, libri, coppe e trofei. Non possono essere autorizzate spese per atti di cortesia, cioè piccoli doni, per un ammontare superiore a 100 euro. Le spese di rappresentanza vanno poste a carico dei relativi capitoli di bilancio. Lo stanziamento per le spese di rappresentanza, prevede il regolamento, viene ogni anno fissato dal consiglio comunale quando si approva il bilancio di previsione. A pagare, presentandogli fatture, scontrini e ricevute, ci penserà l’economo. Sul conto dei pennesi.