Giudice di pace, chiudono Penne e Pianella. Ma c’è una via di salvezza vestina

PENNE – Arriva la mannaia per gli uffici dei giudici di Pace: chiudono tutti quelli del Pescarese, fra cui Penne e Pianella. Possono però provare a salvarsi qualora si accorpino e le amministrszioni comunali decidano di pagarne tutte le spese di funzionamento. Il tentativo di difesa è già cominciato.

 

Resterebbe in vita l'ufficio pennese con competenze sui centri che ora ricadono nella giurisdizione di Pianella. Sarebbero venti i paesi interessati per una spesa che, secondo un calcolo approssimativo, si attesterebbe sui 200 mila euro annui fra gli stipendi dei sette impiegati e gli esborsi ordinari. Con 10 mils euro a Comune l'operazione appare fattibile come scrive Achille Palusci, funzionario responsabile dell'uffiicio pennese, all'avvocato Matteo Tresca, consigliere comunale di minoranza, che ha portato la proposta in consiglio comunale. Pochissimo il tempo a disposizione, poichè ieri il ministero della Giustizia ha diffuso il suo decreto con la relazione illustrativa. Cancella 674 uffici in tutta Italia valutati sulla base della popolazione residente non inferiore a 100 mila abitanti e che giudichino un un numero di procedimenti non inferiore ai 568,3 annui. Messi insieme Penne e Pianella superano di gran lunga i mille procedimenti. In seguito il ministero toccherà metterà mano alle sezioni staccate dei tribunali. Penne rischia la chiusura, così come San Valentino. Ad Atri, a rischio di soppressione come tutte le sezioni abruzzesi, il Comune ha già informato il ministero che si farà carico di provvedere a pagare tutte le spese di mantenimento, oltre alla messa a disposizione degli immobili nei quali ospitare gli importanti uffici territoriali della giustizia.

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