Energia: edilizia colabrodo

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Il rapporto “Tutti in classe A” boccia clamorosamente l’Abruzzo. Obiettivi e regole inadeguati, e nessun controllo sugli edifici. Pescara è tra le 21 città prese in esame Pescara, 7 giugno 2012 – Per la Giornata mondiale dell’ambiente, mercoledì 5 giugno Legambiente ha presentato a Roma il rapporto della campagna sull’efficienza energetica “Tutti in classe A”, una radiografia energetica del patrimonio edilizio italiano.

La termografia è una sorta di radiografia a colori che consente di capire come sono costruiti gli edifici sotto il profilo dell’isolamento termico, e quindi di svelare la qualità o meno degli edifici in cui viviamo o lavoriamo. Legambiente ricorre a questo strumento nuovo con un obiettivo semplice e preciso: mostrare i vantaggi degli edifici ben costruiti e gli svantaggi di quelli fatti male.

Nella pagella delle Regioni italiane in materia di efficienza energetica solo le Province di Trento e Bolzano, Piemonte e Lombardia sono “promosse”, perché hanno anticipato il recepimento delle direttive europee e stabilito controlli e sanzioni per la certificazione.

L’Abruzzo rientra tra le regioni clamorosamente bocciate, perché non presentano provvedimenti che vadano al di là della generica promozione della sostenibilità in edilizia. A Pescara abbiamo un ampio spettro di esempio, che va dall’edilizia degli anni ’70 agli immobili costruiti dopo il 2000, ossia dopo che le direttive europee hanno chiarito tutti i riferimenti in materia di risparmio energetico e isolamento per chi aveva la responsabilità di progettare e costruire.

Il risultato è che anche gli ultimi arrivati sembrano “nuovi e già vecchi”, come il complesso Porta Nuova di Pescara o edifici pubblicizzati come rispondenti ai criteri di bioedilizia nel 2006. Il vero campo di intervento, se si vuole ripensare qualità dell’abitare e consumi energetici del patrimonio edilizio italiano, è la riqualificazione degli edifici costruiti nel secondo Dopoguerra.

L’edilizia anni ’70 fortemente presente sul territorio rivela infatti forti dispersioni termiche. La conseguenza è che si hanno temperature più elevate del dovuto d’estate e più fredde d’inverno, con forte disagio e bollette più care. Dalla stessa via Lago di Capestrano e da via Lago di Borgiano provengono tuttavia anche alcuni esempi di riqualificazione energetica: è evidente il parziale arginamento di dispersione termica di edifici degli anni ’70, che nel 2007 sono stati parzialmente rivestiti da “cappotti termici”.

«La vivibilità degli edifici nei quali passiamo larga parte delle nostre giornate dipende dal modo in cui sono progettati e costruiti – ricorda Luzio Nelli, della segreteria di Legambiente Abruzzo – Non esiste, oggi, alcuna ragione, economica o tecnica, che impedisca di realizzare esclusivamente edifici di classe A e che si avvalgano, poi, anche del contributo di pannelli solari termici o fotovoltaici, o altri impianti da fonti rinnovabili per arrivare sostanzialmente ad azzerare la spesa delle famiglie legata all’energia».

«Vogliamo incalzare governo, Regioni e Comuni affinché accompagnino con regole chiare e controlli la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio – commenta Angelo Di Matteo, presidente di Legambiente Abruzzo – Occorrono controlli veri e indipendenti sugli edifici, e si devono aumentare progressivamente le prestazioni energetiche e il contributo delle fonti rinnovabili perché ridurre i consumi delle case in cui viviamo, fino ad azzerarli, è possibile. Investire in manutenzione è un’opportunità per incrociare gli obiettivi energetici, oggi vincolanti, con quelli purtroppo non vincolanti e troppo spesso dimenticati di messa in sicurezza del patrimonio edilizio, di adeguamento degli alloggi alle nuove domande delle famiglie, e magari di maggiore vivibilità di tante periferie».

Eppure gli edifici sono responsabili di una grossa fetta dei consumi energetici italiani e delle emissioni di gas serra. Tra il 2000 e il 2010, i consumi legati all’edilizia sono cresciuti più degli altri e rappresentano complessivamente il 53% dei consumi elettrici e il 35% di quelli energetici totali. È dunque importantissimo intervenire in questo settore, se si vuole invertire la situazione e ridurre le emissioni di CO2.

La direttiva europea 2002/91 ha introdotto precisi obiettivi in termini di rendimento energetico e l’obbligo della certificazione degli edifici nuovi (con le diverse classi di appartenenza, dalla A alla G) e nelle compravendite di quelle esistenti. Poi Bruxelles si è spinta oltre, con la direttiva 31/2010, che prevede date precise per una transizione radicale. Dal 1 gennaio 2021 tutti i nuovi edifici, sia pubblici che privati, dovranno essere “neutrali” da un punto di vista energetico, ossia garantire prestazioni di rendimento dell’involucro tali da non aver bisogno di apporti per il riscaldamento e il raffrescamento oppure di soddisfarli attraverso le fonti rinnovabili. La radiografia energetica del patrimonio edilizio italiano verrà esposta a Perugia a partire dal 7 giugno nell’ambito di Festarch, il festival internazionale dell’architettura.

Comunicato Stampa Legambiente Abruzzo


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