ELICE: E SULLA STRADA PER PESCARA UNA BABBOMOBILE A DISPENSARE GIOIA
A guidarla Filomena Di Giacomo, in arte zia Fulminella.

Accade un giorno che… che pensi che sarà di nuovo un Natale triste, che le luminarie che hai posizionato non saranno mai abbastanza colorate da ridarti indietro quell’emozione di quando tiravi fuori la lingua per catturare il primo fiocco di neve, che non vedi l’ora che passi tutto velocemente, accade in un giorno così che, un amico che è un tesoro ( ndr il maestro Gianfranco Buccella), ti mandi un video ed improvvisamente il tuo cuore di bimba squarci il petto e cominci a danzare.

L’immagine che ha risvegliato il mio cuore di infante è quella della Babbomobile, sì, sì, proprio così si chiama e non è altro che una 500 vecchio tipo- quella per intenderci che, per farla partire, bisognava alzare la levetta dell’aria– confezionata come una renna su quattro ruote e con un altoparlante che diffonde musica natalizia. Un miracolo che condensa l’amore della rinascita e l’incanto che irrompe nella desolazione e nel silenzio di un paese, Loreto Aprutino, che come tanti altri, per carità, vive l’abbandono e lo spopolamento. L’incanto si trasforma in meraviglia: alla guida una avvenente signora che finalmente ci permette di lanciare un iperrealismo sociale e dirompente: Babbo Natale è femmina! Si chiama Filomena Di Giacomo, è di Elice ed ha un sorriso circondato da una cascata di capelli biondi che, di nuovo, ci allontana dall’iconografia di un Santa Claus con chioma canuta e pancione. Nomino lei mio particolare dispensatore di stupore e la contatto per farmi raccontare la sua storia.

Filomena, come è nata questa idea meravigliosa di una Babbomobile guidata però da te che sembri più una fata?

Non nasce a caso e soprattutto nasce in un contesto familiare con una certa vocazione ad omaggiare le feste, a condividere la gioia con amici e parenti, tanto che il ruolo principale del Natale era affidato a mio papà, un bell’omone dagli occhi chiari perfetto nell’interpretazione del Babbo per eccellenza che dispensa regali, caramelle e cioccolatini. Devi pensare, poi, che nelle nostre vene circola proprio sangue artistico e creativo perché mia sorella Daniela è specializzata in trucco cinematografico, sai quello che riesce con appositi colori a trasformare i visi o a creare ferite, è lei che ha sempre curato la parte del trucco per la grande sagra di Elice, per cui tre anni fa, non avendo disposizione delle renne da far volare –sorride ma secondo me ci aveva anche pensato– ho scatenato la fantasia dei geni familiari e ho deciso di allestire la vecchia 500 come se fosse proprio una speciale carrozza che avrebbe accompagnato mio papà a consegnare i dolci alla Scuola Materna di Elice.

Filomena con sua sorella Daniela, esperta di trucco cinematografico

Immagino ci sia anche una motivazione più intima ed universale

Immagini bene: l’amore per la vita che è troppo breve per non darle la tua impronta personale, ha per me il volto dei miei due nipotini, Davide e Riccardo, di 10 e 6 anni, loro sono la forza che poi ritrovo negli occhi di tutti i bambini ma anche in quella degli adulti che, forse, non hanno dimenticato di esserlo. Il tuo amico Gianfranco, mi fotografava ma io avrei fatto lo stesso con lui perché nel suo sguardo c’era come una luce che non aveva età. Io vivo di quella luce, sapere che con poco riesci ad emozionare così tanto mi fa stare bene e si crea un circolo di dare, di avere e di restituire. Sai come mi chiamano i miei nipoti? Zia Fulminella e non solo perché sono così creativa ma proprio perché mi piace accendere luci e fuochi e fermare nel cuore quell’accensione di gioia. Una volta per loro mi sono vestita da Pippi Calzelunghe ed arrivata con un vero cavallo bianco! E non ti dico quanti Capodanni a tema ho organizzato o quanti party per le mie clienti, la felicità non è una emozione che puoi vivere da sola, devi offrirla come offriresti un pezzo di pane.

Filomena /Pippi Calzelunghe
Da sinistra Filomena in versione Fata di Pinocchio, con i suoi nipoti ed il marito Mauro

 

Poi nel 2020, però, arriva la pandemia..

Terribile, pensa che eravamo talmente coinvolti in questa tragedia mondiale che io, spontaneamente, ho chiuso il mio salone di parrucchiera prima che me lo imponesse il Decreto Ministeriale: l’ho fatto per responsabilità ma anche con estrema razionalità. Sono del segno della Vergine, mi piace la fantasia ma sempre con il rigore del rispetto e del buon senso. Fu così che, quando arrivò il Natale 2020 pensai a quanta solitudine si stava consumando nelle case, famiglie e figli lontani per tanti nostri anziani costretti a mangiare da soli o impossibilitati ad abbracciare i nipoti. Così ho chiesto, in primis al Sindaco di Elice, di poter avere un permesso speciale per permettere alla mia Babbomobile di circolare nel paese e così anche agli altri sindaci dei territori limitrofi: ho posizionato su tetto un bel altoparlante sul quale ho memorizzato tutte le musiche natalizie e, accompagnata da sorella e nipoti, ce ne siamo andati in giro allietando le persone che, richiamati dalla musica, si affacciavano ai balconi salutandoci e scambiando gli auguri a distanza. Pescara, Montesilvano, Città Sant’Angelo, Spoltore… tutti si affacciavano, sembrava un po’ essere tornati all’inizio del lockdown quando si riprendevano con lo smartphone i canti ed i balli per poi condividerli sui social. Peccato che di tutto quello spirito condiviso non c’era più nulla, c’era la stanchezza e lo smarrimento. Io ho portato la vera gioia, quella che tocchi con la mano anche se lontana ma è reale, concreta e fisica perché c’e scambio di energia.

Incontro tra creatività civiche

Lo sai che ascoltandoti e vedendoti ieri a Loreto Aprutino dove lo spirito di 38 donne è riuscito a donare l’albero all’uncinetto, ho sempre più la convinzione che la società vada sempre più veloce della politica?

Ho visto quell’albero, è stupendo: io credo che la politica la facciamo un po’ tutti, chi come amministratore chi come cittadino, bisognerebbe dialogare di più o andare tutti nella stessa direzione che parla una lingua unica ed universale che è quella dell’amore. Oggi io ho 54 anni anche se lo spirito è giovane ma comunque vado verso una fase della vita in cui voglio accarezzare il mio cane ed anche i  ricordi che costruisco oggi. E poi voglio sapere che quando Riccardo e Davide saranno grandi ed io magari sarò anziana o non ci sarò più sapranno quale esempio seguire per apprezzare ogni singolo momento della vita e non darsi mai per vinti.

Hai mai pensato che questa Babbomobile potrebbe essere una bella idea di marketing da sviluppare con Comuni ed Associazioni?

Mi ci stai facendo pensare tu: io sono contenta di creare un rapporto con le persone, grandi emozioni che nascono da piccoli gesti. Non so se tutto questo possa diventare un progetto ma io un sogno ce l’ho: vorrei tanto andare con la mia macchina sotto le finestre del reparto di Pediatria dell’Ospedale di Pescara, vorrei regalare a quei bambini che dovranno passare lì dentro le feste natalizie un po’ di “leggerezza”. Perché è la leggerezza che ti permette di andare in profondità e scoprire il senso delle cose della vita. Sai che un mio grande estimatore è Don Piero Martella, parroco di Elice, lui mi dice sempre che bisogna rinnovarsi nell’entusiasmo, l’entusiasmo è il più bello dei miracoli!

Lascio Filomena con la promessa di incontrarci al più presto in Abruzzo. Cara, stupenda creatura, un po’ fata, un po’ Babbo Natale, la tua missione quotidiana l’hai portata a termine. Le parole regalate sono la giusta iniezione per affrontare questa giornata di nuvole che minacciano pioggia con una piccola ma  irrefrenabile voglia di affacciarmi alla finestra e gridare “Buon Natale, siate felici!”

Sabrina De Luca

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