PENNE – Imballaggi e sacchi di plastica, ma soprattutto materiale igienico-sanitario. Produce soprattutto questo l’ industria di cui si occupa da pochissimo Antonio Bianchini, uscito dalla Brioni divenuta francese, dopo vent’anni di onorato servizio.
Il manager 52enne è diventato infatti consigliere di amministrazione (non possiede azioni) della Italpolimeri spa di Osimo, 110 dipendenti, 3 milioni 120 mila euro di capitale sociale, costituita nell’85. Ne sono responsabili due vecchietti come Renato Manzone, 75 anni, cuneese, presidente, e soprattutto Osvaldo Ferretti, classe ’26, un ricco industriale pistoiese con interessi nel petrolio. Rimase vittima trent’anni fa di un sequestro a scopo di estorsione da parte della ‘ndrangheta calabrese, ovvero della cosca Alvaro di Sinopoli, conclusosi con il pagamento di un riscatto di due miliardi di vecchie lire. Tra i suoi sequestratori Giovanni Gullà, condannato a 9 anni di carcere, grande trafficante internazionale di cocaina, poi pentito. La famiglia Ferretti controlla anche la toscana Febo spa (azionista di maggioranza della società anconitana), che opera nel settore petrolchimico, un tempo proprietaria del complesso Kursaal a Montecatini Terme, poi finita all’asta per mutui non pagati e sulla cui vendita si concentrò l’attenzione della polizia nell’ambito delle indagini sulla banda della Magliana. Antonio Bianchini non è l’unico consigliere abruzzese nella Italpolimeri. C’è anche Rocco Finocchio, dirigente della BCC di Cappelle sul Tavo, candidato a sindaco di Montesilvano per il Pd, sconfitto nel 2007 da Lillo Cordoma. Nel consiglio di amministrazione, anche il siciliano Calogero Garlisi, bocconiano come Bianchini; la figlia di Manzone, Paola, avvocato milanese, e il meneghino Marco Luca Bianchi, nominato consigliere nello stesso giorno di Bianchini.