Culle vuote, il San Massimo piange

PENNE – Culle vuote, ospedale in seria agonia.

Già, perché il nuovo comitato tecnico per il percorso nascita regionale (25 membri), insediato dalla giunta regionale per decidere sui punti nascita abruzzesi, ha soppresso quello dell’ospedale San Massimo, i cui numeri sono ben al di sotto dei mille parti ogni anno: ne sono stati 311 in un 2013 (a Penne i parti cesarei superano il 50%, la media nazionale è del 38) che ha visto 10.194 nascite in Abruzzo. Ne resteranno dunque attivi otto di cui solo uno nel Pescarese: Pescara, L’Aquila, Avezzano, Chieti, Lanciano, Vasto, Teramo e Sant’Omero. Nulla da fare per Penne, la cui comunità subisce un’altra mazzata. C’era stato anche un corteo piuttosto partecipato per difendere il punto nascita, promosso dal Movimento guidato da Gabriele Frisa. Si è speso parecchio anche il Movimento 5 Stelle che aveva raccolto numerose firme, tra le quali anche quelle del sindaco di Penne Rocco D’Alfonso e di Ilario Lacchetta, primo cittadino di Farindola. La difesa si basava sul fatto che, numeri a parte, l’ospedale è al centro di un’area i cui collegamenti viari non sono propriamente agevoli. Ma evidentemente tutto ciò non è bastato, visto anche che è stata decisa la chiusura pure di Sulmona. “D’ora in avanti l’unico parametro che utilizzeremo per mettere in efficienza i punti nascita sarà la sicurezza”, aveva risposto qualche giorno fa l’assessore regionale alla sanità Silvio Paolucci ad un’interpellanza in consiglio regionale presentata dal grillino Domenico Pettinari.

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