«Assessore Paolucci: bocciato. Direttore Generale della Asl Pescara Mancini: bocciato. Direttore Agenzia Sanitaria regionale Mascitelli: bocciato. Governatore: bocciato. Manca una persona…eehmm…qualcuno dice di rimandarla a settembre…ma siano già a settembre…va be’ andiamo avanti che abbiamo poco tempo». Così arringava i manifestanti, sabato 2 settembre, il dott. Nicola Spoltore, allora del Comitato, oggi Associazione, “Salviamo l’Ospedale di Penne”.
Ma se i “difensori” strenui del San Massimo hanno cambiato veste giuridica, le bocciature sono state confermate. Per bocca dello stesso dott. Spoltore, al “tavolo” di “confronto”, in realtà, ad un vacuo parlatorio, presso l’assessorato regionale alla sanità, di giovedì 11 ottobre. Vi sedevano attorno, l’assessore Paolucci; Mascitelli, dell’Agenzia Sanitaria regionale; Chiavaroli, membro del governo Gentiloni e contubernale del governo regionale e altre figure minori e amorfe. L’Associazione “Salviamo l’Ospedale di Penne”, era rappresentata dal dott. Spoltore e dall’avv. Natalia Morricone. L’esordio dell’incontro era caratterizzato, inopinatamente, dall’intervento intempestivo e singolare di Mascitelli che stroncava ogni velleità di modifica del Piano di riordino della rete ospedaliera adottato a luglio 2016 dall’allora commissario ad acta per la sanità abruzzese, il presidente della regione. Perché mai abbia aperto il “confronto” l’esponente di una “tecnostruttura”, l’Agenzia Sanitaria regionale, ente strumentale della regione, per esprimere una posizione di natura politica e non certo tecnica, lo spiega l’infimo livello che, in questo epilogo di seconda repubblica, caratterizza il ceto politico, mai caduto così in basso. Eppure Mascitelli è stato un politico di livello regionale e parlamentare, per 8 anni. Dunque, della politica conosce bene il ruolo. Se nell’incontro ha aperto lui le danze, macabre, per il San Massimo, è perché la politica è inadeguata al suo, di ruolo, e viene perciò surrogata dai ccdd. “tecnici”. Ma è la politica che dovrebbe parlare, sempre, dopo aver consultato gli organi tecnici o riservandosi di farlo, ma senza mai abdicare alle proprie responsabilità né lasciandosi sostituire da tecnici a cui nessun cittadino ha conferito poteri di rappresentanza. Non dovrebbe neppure, come ha fatto il membro di governo Chiavaroli, intervenire ad un incontro senza essersi ben informata, prima, delle posizioni in campo. Non si era quasi mai udito un politico, specie con ruolo elevato, chiedere: «Ma, insomma, cosa cercate?». Con l’aggravante che quella domanda oltre a mettere a nudo la sua biasimevole disinformazione, era anche spia di un grave pressapochismo, essendo note le richieste dell’Associazione “lippis e tonsoribus”, per averle esposte lo stesso dott. Spoltore ad un incontro svoltosi, a luglio scorso, in prefettura, a Pescara, e su tutti i social media, con post condivisi da migliaia di persone. Un politico dovrebbe preparare gli incontri, come nella prima repubblica avrebbe fatto anche un semplice consigliere comunale. Ma tant’è, così sono andate le cose a Pescara, la scorsa settimana! Per questo, il dott. Spoltore, a nome dell’Associazione, ha preso atto della «perdita di tempo» consumatasi con quell’incontro e ha proclamato la (rinnovata) bocciatura degli astanti. Mascitelli, per aver dimenticato e contraddetto i suoi stessi trascorsi di politico (di “Italia dei Valori”), particolarmente critico verso il “potere” e, paradossalmente, di accalorato difensore del San Massimo. Paolucci per il contrasto, sulla sanità e sul San Massimo, con le ben diverse e opposte posizioni del suo partito, il Pd, di cui era segretario negli anni dell’opposizione al governo Chiodi, e di suoi esponenti. Su tutti, l’attuale assessore regionale Marinella Sclocco. Chiavaroli, per la banalizzazione, impropria, delle «definizioni» di legge a cui si attiene e si richiama l’Associazione per i suoi reclami. Paolucci, irritato dalle critiche, da lui definite un «comizio», da buon politico della decadenza repubblicana, e avendo pure taciuto sul merito dell’argomento dibattuto, abbandonava platealmente l’incontro, quasi tollerasse solo piaggerie e lodi, detestando le critiche. Forse, un’altra vittima del “complesso del migliore”. Insignificanti le altre presenze, qualcuna delle quali, comunque, ha balbettato qualcosa, seppur di inutile. Dall’incontro è emerso un grave profilo politico. Il “fronte decisionale” non aveva, per volontà o incapacità (o per entrambe le ragioni), nessuna proposta, neppure di sintesi, da offrire sul tavolo di “confronto”, lasciando, così, l’Associazione in compagnia del solo suo popolo, senza nessun sostegno istituzionale. Di contro, quel “fronte” aveva da calare, e s’è affrettato a farlo, con l’arroganza degna dei peggiori burocrati, addirittura in apertura di riunione, la contrarietà assoluta a modificare la classificazione dell’Ospedale di Penne. L’Associazione, perciò, continuerà la sua battaglia, ribadisce il “Guerriero”, il dott. Spoltore, e, magari, quando ce ne sarà l‘opportunità, oggi frustata da motivi tecnici (appuntamenti elettorali 2018-2019), valuterà il ricorso a strumenti democratici, come il referendum abrogativo (art. 74 statuto regionale) per modificare gli atti di morte stilati per il San Massimo (e non solo), perché siano (anche) i Vestini arbitri dei loro destini!
Giovanni Cutilli