“Condanna a morte per l’ospedale San Massimo”

PENNE – Sulla Gazzetta Ufficiale del 4 giugno 2015 è pubblicata la sentenza di condanna a morte (anche) dell’Ospedale di Penne, scritta nel decreto 2 aprile 2015, n.70 “Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera” (“decreto Lorenzin”).

Lacerba, lanciò l’allarme a ottobre 2014, quando avvertì: «Attenzione, però, a quello che bolle in pentola! Mentre qui si sfila per il punto nascita, a Roma ci sfilano l’ospedale sano sano, per mano della “legalità”. .. Si è deciso .. di adottare, “senza ulteriori rinvii”, il “Regolamento sugli standard…», nella cui bozza c’è la nuova classificazione degli ospedali”. Allarme ignorato negli sproloqui di molti sulla sanità ma ecco, dopo un anno, come per i punti nascita, il redde rationem: il decreto è legge! Non entriamo nel suo merito; per una volta, ci accodiamo al “dura lex sed lex” caro ai talebani ottusi della legalità i quali, però, devono sapere che, stando al decreto, il “San Massimo”dovrebbe sparire! Tre, infatti, sono i nuovi tipi di ospedale previsti: –base, con un bacino di utenza compreso tra 80 e 150 mila abitanti; –I livello, con un bacino tra 150 e 300 mila abitanti; –II livello, con un bacino tra 600 mila e 1,2 milioni di abitanti. Il “bacino di utenza” di tutta l’area Vestina non conta neppure 50 mila abitanti. Una ”mezza” salvezza sarebbe la “deroga”, prevista dal decreto (punto 9.2.2) per : “Presidi ospedalieri in zone particolarmente disagiate”. Ammesso che l’area Vestina ne abbia i requisiti, il “San Massimo”, comunque, secondo le norme (riportate in allegato) diverrebbe una grossa infermeria: tale è il presidio della “zona disagiata”! Chi ignora il decreto, taccia, evitando di sparlare a vanvera. Chi, avendolo letto, ha orecchi e occhi per intendere, intenda bene e subito! Si eviti, per amor del cielo, un’altra carnevalata, come per i punti nascita, di una noia mortale e di un indecente spettacolo d’ignoranza normativa e istituzionale da parte di politici e amministratori! In ogni caso, nessuno, specie chi, oggi, russa o legge le storie di Paperoga, s’abbandoni a stonati piagnistei quando si mantellerà l’Ospedale, in tutto o in gran parte! La legalità è il decreto 70/2015: carta canta! Penne sta al decreto Lorenzin come la Grecia alla Merkel! Pertanto, non si ciurli nel manico e non si incolpi la Regione (dunque, oggi, Luciano D’Alfonso e Paolucci); la Asl (dunque, oggi, D’Amario) o il Comune di Penne per il destino del “San Massimo”. Essi non c’entrano nulla, neppure se, per pavoneggiarsi (come per i punti nascita..), si sbrodolassero addosso di chiacchiere contraddittorie, simili a cagnolini che abbaiano per farsi notare e darsi un contegno. Non hanno poteri decisionali, gli sono consentiti solo inutili pianti a Roma! Oltretutto, ad attuare il “decreto Lorenzin” in Abruzzo, regione canaglia per la sanità, sarà la struttura commissariale. Grazie al decreto, a qualcuno sarà finalmente chiara la ragione dei mancati fondi al “San Massimo” per lavori che non saranno più quelli previsti, nemmeno se sopravviverà, perché diverrebbe un ospedaletto da campo! Per inquadrare bene l’incombente cataclisma sugli ospedali, si pensi che dei quattro ospedali dei capoluoghi abruzzesi solo due saranno di II livello. Quali? Tra Chieti e Pescara uno solo lo sarà ma l’altro no, con tagli di reparti e servizi! Quanto a Penne, un solo esempio. Per il Servizio di Oncologia è richiesto unbacino di utenzaminimo di 150 mila abitanti! Dunque, con legalistica rassegnazione, chi ha ruoli politici e istituzionali ci risparmi, sul “San Massimo”, ridicolaggini, nenie sfatte, strumentalizzazioni da avanspettacolo di periferia degradata e, piuttosto, legga le carte, studi, s’informi e s’attrezzi, anche in funzione di eventuali “proteste” o “rimostranze” sul “decreto Lorenzin”, per non manifestarle alla carlona, così, “tanto pe’ cantà”, giusto per metterla in caciara, com’è nello stile di amministratori da strapazzo o di politici d’accatto. “Vigilare” su inesistenti “cronoprogrammi”, piangere con la direzione della Asl, chiedere le dimissioni del sindaco, denunciare la Regione, e panzane simili, come per punti nascita, oculistica, TIPO, pediatria, oncologia, .., significa andare ancora a caccia di farfalle e, soprattutto, ignorare le norme. Si eviti, invece, di doversi vergognare dopo, come dovrebbero fare coloro che, allo stupidario sul “San Massimo”, aggiunsero: “meno posti letto ma a 5 stelle”! Costoro, e sono diversi, di ogni colore politico, le stelle se le dovrebbero mettere in fronte per mostrare di chi ridere. Essi, infatti, pur se sapevano rabberciatamente, com’è tipico della nostra classe dirigente, dove si andava a parare, hanno strologato, dall’alto di un’ignoranza crassa e sesquipedale, come Papageni miserevoli, buffoneschi e dannosi per la comunità. Dunque, almeno stavolta, silenzio! Parla il decreto Lorenzin.

Giovanni Cutilli

Articoli correlati

Pin It on Pinterest

Share This