Chiusura punto nascite: il silenzio collettivo dei sindacati. Perché?

PENNE – Un tempo, su un tema così forte e collettivo, come quello della sanità, ci sarebbe stata la sommossa della sinistra. Il ’68 è passato da tempo.

Oggi, dinanzi all’annuncio della chiusura del punto nascite dell’ospedale “San Massimo” di Penne, con tanto di decreto firmato dal commissario Luciano D’Alfonso, né i sindacati né i movimenti femminili hanno alzato la voce. Il silenzio è assordante. Già, che fine abbiano fatto la Cgil, la Cisl e la Uil sempre pronti a ululare quando bisognava difendere le posizioni di fronte ai governi locali di centrodestra. Oppure che fine abbia fatto l’Associazione Donne Vestine, guidata dalla sempre candidata Silvia Di Salvatore? O, ad esempio, l’associazione “Mamme della Ringa”? Chi non ricorda le battaglie di Tecla Rosa, impegnata nella trincea pennese a difesa delle questioni femminili. Davvero altri tempi. Nel Gran Premio delle Responsabilità, Penne è sempre in fondo alla griglia di partenza.

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