TENIAMO ACCESO IL CAMBIAMENTO
Marsilio: vogliamo un’Europa più seria e forte. In Abruzzo ci riproponiamo con vigore

Presidente Marsilio, il 26 aprile scorso Lei è stato eletto per acclamazione Presidente del Gruppo dei Conservatori e Riformisti europei: se lo aspettava questo riconoscimento politico in ambito europeo?

Ricopro l’incarico di Vicepresidente del Gruppo dei Conservatori e dei Riformisti Europei (ECR) in seno al Comitato delle Regioni dell’Unione Europea dall’11 febbraio 2020 e in questi due anni ho avuto modo di collaborare fattivamente con Władysław Ortyl, Presidente uscente del Gruppo ECR, e con tutti i membri del Gruppo, con i quali abbiamo trovato immediatamente una grande sintonia di intenti. Ho accolto con grande orgoglio e riconoscenza, pertanto, l’invito a propormi quale prossimo Presidente del Gruppo e cercherò di rappresentare al meglio anche a livello europeo questo partito, il cui intento è di dare rappresentanza in Europa alla grande famiglia conservatrice, progetto di cui Fratelli d’Italia è capofila e protagonista, tanto che Giorgia Meloni è la Presidente del partito ECR.

Da quali forze politiche europee è composto il Gruppo?

Il gruppo ECR comprende rappresentanti di centrodestra di nove Stati dell’UE (Bulgaria, Repubblica Ceca, Finlandia, Ungheria, Italia, Lituania, Paesi Bassi, Polonia e Slovacchia). Attualmente abbiamo tra i nostri membri decine di presidenti di regioni e di consigli regionali, sindaci e vicesindaci, ministri e consiglieri regionali e l’attenzione attorno al nostro progetto è in decisa crescita.

Quali sono i punti più importanti del vostro programma e quali i più urgenti?

 Il nostro obiettivo è far sentire le voci locali regionali a Bruxelles e al contempo di avvicinare l’Europa alle reali esigenze dei nostri cittadini. Se fino a ieri l’Europa si è occupata sin troppo di aspetti burocratici come la misura dei fagiolini o come, con la Direttiva Bolkestein, di dettare le condizioni su come uno Stato debba affidare le proprie spiagge, dall’altra parte, come l’aggressione di Putin in Ucraina ha reso evidente, ha trascurato la difesa dei suoi confini, i temi della sicurezza comune e di una comune politica estera, oltre che la questione ormai centrale dell’autonomia energetica. L’Europa sottrae la sovranità nazionale dove non serve, fino a diventare un problema per molte attività piuttosto che, come dovrebbe essere, una opportunità per le stesse, e cala dall’alto misure inapplicabili e dannose per i singoli Stati. A tal proposito, noi ci battiamo affinché l’Europa rispetti di più le particolarità e le vocazioni dei territori, come stiamo facendo opponendoci alla Direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia. La mancanza di flessibilità delle misure per soddisfare gli standard minimi di prestazione energetica, il carattere complessivamente stringente, prescrittivo e talvolta controproducente di alcune disposizioni ci fanno temere che piuttosto di agevolare ‘un’ondata di ristrutturazioni’ si inneschi una spirale di disinvestimenti forzati per chi potrebbe trovarsi nella condizione di essere costretto a vendere l’immobile di proprietà nell’eventualità in cui i miglioramenti obbligatori non costituissero un’opzione economicamente sostenibile.

Cosa rappresenta questo nuovo prestigioso incarico per l’intero Abruzzo e su quale progetto punterà?

La mia elezione è un riconoscimento importante anche per l’intero Abruzzo, una regione sempre più considerata in Europa per le importanti potenzialità che sta dimostrando. La mia presidenza punterà a creare una rete tra le Regioni europee, governate da rappresentanti del Gruppo ECR, e a pianificare una capacità progettuale in grado di attrarre nuovi finanziamenti sul territorio. Non verrà trascurata la possibilità di attuare convenzioni dirette con quelle regioni che in Comune con l’Abruzzo hanno aspetti commerciali, economici, turistici, in grado di rendere più fluidi i rapporti al fine di riuscire a garantire possibilità di scambi tra territori, aziende, imprese, studenti e giovani.

Dal 29 aprile al 1° maggio scorso si è svolta a Milano la conferenza programmatica di Fratelli d’Italia. Cosa ha significato per il partito questo appuntamento che si è concluso proprio in concomitanza della festa dei lavoratori?

È stata una preziosa occasione per tornare a confrontarsi in presenza e lanciare il programma di governo in vista del 2023, dibattendo di indipendenza, libertà e crescita, soffermando l’attenzione sui temi dell’economia e sull’inderogabile rilancio dell’Italia dopo più di due anni di pandemia e con la guerra in Ucraina ancora in corso. Da troppo tempo aleggiava una spiacevole sensazione di sospensione della politica e i social non rappresentano certo un succedaneo che possa colmare la necessità di partecipare e vivere la politica, specialmente per una forza come noi, che ha l’ambizione di rappresentare tutto il popolo. Se noi vogliamo che l’Italia diventi una grande nazione, allora siamo noi italiani che dobbiamo crescere e assumerci le responsabilità di governare il cambiamento. È il tempo di un necessario ritorno al reale dopo anni di stallo della democrazia rappresentativa.

Il rapporto con gli alleati è molto difficile, è possibile ritrovare l’unità del Centrodestra?

Il centrodestra non è uscito nel modo migliore dalla rielezione del Presidente Mattarella, ma l’unità del centrodestra è un valore e come tale credo venga considerato dai partiti di centrodestra, al di là di estemporanee dichiarazioni di alcuni. Certo, che una parte del centrodestra sostenga il Governo mentre Fratelli d’Italia sia orgogliosamente e fattivamente all’opposizione, ha comportato prese di posizione spesso disallineate e stonate per quell’ampio elettorato, maggioritario nel nostro Paese, che non è di sinistra.

Giorgia Meloni secondo Lei si candiderà come presidente del Consiglio?

È prassi consolidata che l’incarico esplorativo di presidente del Governo venga affidato al leader della coalizione che ha preso più voti. È altrettanto legittimo che tutti i leader dei partiti di centrodestra possano aspirare a ricoprire questo ruolo. La competitività interna è un valore, ma l’eccesso non deve diventare un problema. Il vero nemico del centrodestra è il centrosinistra, questo dobbiamo sempre tenerlo a mente anche perché gli elettori ci chiedono di rappresentarli e di governare. Per troppo tempo siamo stati governati da forze che non hanno vinto le elezioni, tenute insieme per inezia.

Fratelli d’Italia potrebbe andare da sola alle prossime elezioni politiche? Esiste questa possibilità?

Fratelli d’Italia è in prima linea nella rifondazione del centrodestra, che è una necessità non procrastinabile perché le elezioni amministrative sono alle porte e le elezioni politiche dietro l’angolo. Nelle Regioni e in molti Comuni governiamo insieme da anni e non si registrano problemi significativi. Il che non toglie che tale questione vada affrontata e superata come ci chiedono, del resto, i nostri elettori.

Nel 2023 torneremo a votare, come è lo stato di salute del centro destra in Abruzzo? Lo vedremo ancora protagonista?

In Abruzzo il centrodestra gode di ottima salute e sì, lo vedremo ancora protagonista. Faccio mio, a tal proposito, lo slogan adottato dal sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi: tieni acceso il cambiamento. La Regione Abruzzo in questi tre anni ha lavorato molto bene, cogliendo risultati ambiziosi e persino inattesi, creando i presupposti per raggiungere altri obiettivi. La distanza di due legislature di governo ritengo sia la migliore per portare a termine quel salto di qualità complessivo di cui l’Abruzzo aveva bisogno.

Remo Di Leonardo

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