SOS DIGA, LA BUROCRAZIA FERMA I LAVORI
Tocco, presidente del Consorzio Bonifica Centro: per la prima volta abbiamo ridotto agli utenti il costo del contributo annuale

Ancora venti giorni di tempo, se non dovesse piovere, e la diga di Penne non disporrà più di acqua per irrigare i campi della vallata del Tavo, questo è quanto riferisce l’ing. Cesare Garofalo del Consorzio di Bonifica Centro in un incontro, presso la sala polivalente di Loreto Aprutino, alla presenza dei sindaci di Penne, Loreto Aprutino e Città Sant’Angelo, dal delegato del Comune di Montesilvano, del consigliere regionale D’Addazio e dei rappresentanti delle organizzazioni agricole: Coldiretti, CIA, Liberi Agricoltori, Copagri e l’Abruzzo in AGRIS.

“Un’emergenza – continua Garofalo – che potrebbe essere trasformata come una opportunità per svasare la diga ed effettuare tutte le manutenzioni necessarie. Purtroppo, i tempi del percorso burocratico autorizzavo, a causa del Testo Unico Ambientale del 2006, non ci danno questa certezza di poter arrivare ad agosto per iniziare i lavori. Se così non fosse, l’anno prossimo saremo punto e a capo”.   

Insomma, all’emergenza idrica di quest’anno per gli agricoltori il 2025, se i lavori dovessero slittare, potrebbe risultare ancora drammatico, nonostante la possibilità, nel nuovo anno, di un’abbondanza di acqua che risulterebbe inutile visto che la diga, una volta ricevute le autorizzazioni, dovrà essere svuotata nuovamente, per le necessarie manutenzioni.

“Il Comune di Penne – esordisce il sindaco Gilberto Petrucci – si è fatto più volte portavoce per mettere in sicurezza la struttura, realizzata nella metà degli anni ’60, e siamo riusciti a portare a casa dei fondi . Oggi il tema più importante è quello di creare delle infrastrutture per aumentare l’approvvigionamento, intercettando fondi dell’ FSC (Fondo per lo sviluppo e la coesione) perché questa è l’ultima occasione, poi non ci saranno più opportunità. Noi sindaci siamo disposti a firmare qualunque atto che vada verso ogni tipo di investimenti. Questo è il vero tema, poi vengono le bollette ed il loro costo, perché senza investimenti la vallata del Tavo, tra qualche anno, non avrà più acqua.  

“A novembre del 2022 – continua Garofalo – abbiamo iniziato la pratica burocratica amministrativa redigendo il progetto di gestione approvato a febbraio del 2024, ora aspettiamo che la Regione Abruzzo, ovvero l’ufficio preposto, convochi la conferenza dei servizi”.

“Al di là dei lavori – interviene il presidente del Consorzio Enisio Tocco – la diga di Penne, anche in presenza di abbondanti piogge o nevicate, non garantisce tutto l’anno il servizio agli agricoltori ed è per questo che dobbiamo realizzare una interconnessione tra il fiume Pescara e la Vestina, per poter garantire un afflusso di acqua maggiore durante l’anno che assicurerebbe l’irrigazione almeno fino alla fine del mese di  settembre. Un intervento importante – continua Tocco, rivolgendosi ai sindaci – a cui dobbiamo lavorare tutti insieme per sensibilizzare tutte le forze politiche regionali. 

Oltre alla diga di Penne, al momento, abbiamo chiesto a Nicola Dell’Acqua, Commissario Straordinario nazionale per l’adozione di interventi urgenti connessi al fenomeno della scarsità idrica, 4 milioni di euro per le manutenzioni ordinaria delle condotte e di alcune vasche di raccolta che perdono acqua. Aspettiamo una risposta in merito”. 

Appello, quello di Enisio, raccolto immediatamente dal consigliere regionale Leonardo D’Addazio, che provvederà, con una richiesta di audizione, a far convocare la governance del consorzio dalla commissione agricoltura per portare sul tavolo le problematiche e le urgenze emerse durante l’incontro.

Tocco, durante il suo intervento, ha chiesto alle istituzioni presenti ed ai rappresentanti di categoria di modificare l’approccio verso il Consorzio di Bonifica Centro, di invertire l’idea che è un ente che opprime gli agricoltori e che non dà alcun servizio.

“Se non lavoriamo insieme, non si va da nessuna parte – dice il presidente – noi siamo pronti a darvi tutte le informazioni necessarie, organizzando incontri sul territorio, per risolvere tutte le problematiche esistenti e farvi capire le criticità dell’ente. Dobbiamo fare sinergia ed avere un rispetto reciproco”.

Altro tema toccato, durante l’incontro, è stato quello delle tariffe esorbitanti che ha sollevato, negli ultimi anni, le proteste degli utenti che si sono, poi, costituiti nel comitato di Bonifica Sostenibile.

“Noi ci siamo trovati – continua Tocco – ad approvare un bilancio che manifesta una grave crisi finanziaria, abbiamo un’anticipazione di cassa al massimo utilizzo che annualmente genera enormi costi a causa del tasso d’interesse. Nonostante tutto, siamo riusciti a ridurre, ai soli agricoltori, la contribuenza dell’otto per cento, può sembrare una cifra irrisoria ma è un segnale che il nuovo consiglio ha voluto dare agli utenti del consorzio.

Tra qualche mese avremo un quadro chiaro sulla situazione economica dell’ente per poter redigere un piano industriale che ci permetta una vera e propria programmazione. In quest’ottica abbiamo una partecipata del consorzio che gestisce il depuratore industriale bloccato dal 2016, che oggi, nel primo trimestre, incomincia a produrre profitti, un’entrata extra agricola, una risorsa importante per il progetto industriale che andremo a presentare”.

“Non può passare il messaggio che il consorzio deve fallire – dice nel suo intervento il presidente provinciale della Copagri Leo Spina – ci sarebbe l’interruzione di un pubblico servizio. Chiedo ai sindaci di portare sul territorio un messaggio di rilancio del consorzio e far capire che l’ente oggi ha, dopo otto anni di commissariamento,  una gestione diversa che migliorerà il meccanismo e soddisferà, in questo modo, tutti gli utenti”.

 “È stata portata avanti, volutamente da qualcuno, una disinformazione  – esordisce il vice presidente del consorzio, Renato Ciarcelluti – la rateizzazione per le bollette non pagate c’è sempre stata anzi, in alcuni casi si è stati più elastici rispetto a quello che si era concordato. Le bollette bisogna pagarle e poi contestarle facendo il dovuto ricorso, poi se si ha ragione si viene rimborsati. Il consorzio, un mese fa ha pagato, per l’anno 2023, circa 150 mila euro d’interessi passivi per lo scoperto, e questi interessi vengono ridistribuiti tra tutti gli agricoltori, anche tra chi paga regolarmente la bolletta. Se non abbiamo entrate non possiamo pagare i fornitori e di conseguenza non possiamo fare manutenzione alla rete idrica: un cane che si morde la coda”.

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