PENNE – 424 mila euro, interessi di legge compresi da dieci anni: un’altra mazzata per il Comune. La cooperativa Ciajka, defunta, rivive in tribunale.
Il giudice Gianluca Falco, uno dei tre che sentenziò sull’eleggibilità dell’attuale primo cittadino Rocco D’Alfonso (si è tenuto per mesi all’insaputa di tutti una doppia carica elettiva comunale: in quello di Reggio Emilia, nella sua circoscrizione, e in quello vestino), ha smentito clamorosamente i funzionari municipali che hanno liquidato quelle 14 fatture risalenti al periodo 2004-2005 (governava Paolo Fornarola) come non pagabili, conseguenti a prestazioni di servizi di mensa e trasporto scolastico, “eseguite extra convenzione e pertanto al di fuori di un rapporto giuridico formalizzato e di un impegno di spesa predeterminato”. Non per Falco, però. Il magistrato, in quegli anni proprio a Penne a giudicare i reati al tribunale, ha emesso il 21 settembre un decreto ingiuntivo, accogliendo la ricostruzione dello studio Giancola che assiste la cooperativa presieduta da Luciano Tarantelli, inattiva, ma che per tanti anni aveva lavorato per il Comune, dando un’occupazione a diversi soggetti svantaggiati. La partita non è finita, certo. Altri passaggi ne caratterizzeranno l’iter giudiziario: la giunta D’Alfonso si è affidata per il ricorso all’avvocato termolese Piero Chimisso, il legale di Gabriele Pasqualone che ha sconfitto in corte d’appello la Asl per quel giorno di sospensione inflittogli ad oggi senza un perchè: l’ex manager Claudio D’Amario si era precipitato nel pomeriggio del 23 marzo 2011 al San Massimo di Penne per verificare dove fosse e che stesse facendo Pasqualone, reo di aver rilasciato un’intervista critica apparsa su Il Centro la mattina stessa del blitz: roba da Russia stalinista. Per capirne di più sull’ingarbugliata vicenda della Ciajka, occorre comunque fare un passo indietro piuttosto lungo. Il termine extra convenzione fa riferimento a ciò che non era tracciato nella convenzione di affidamento dei servizi per la stabilizzazione di 9 ex lavoratori socialmente utili comunali a partire dal luglio 2001. La scelta politica del tempo fu di privilegiare i suddetti lavoratori, chiaramente impreparati al servizio sociale, a scapito dei 25 addetti della cooperativa tutti con esperienza specifica sul campo. Giravano 7-8 scuolabus con altrettanti assistenti e venivano gestite almeno 8 sedi scolastiche per cucina, somministrazione pasti e pulizia delle mense dove a quei tempi le posate non erano di plastica, verdure ed ortaggi non erano pre-confezionati e la frutta veniva sbucciata ai bimbi. La convenzione si limitava a riferire però le spese limitate ai soli lavoratori socialmente utili per non creare confusione con il progetto sostenuto dalla Regione, i cui sgravi fiscali triennali erano destinati ai soli lsu comunali. Da maggio 2001 l’amministrazione Fornarola è sostenuta dall’accordo partito popolare- Ds: questi ultimi avevano bisogno di dimostrare l’economicità dell’operazione alla quale si erano però opposti in passato. Si rivelò impossibile far gestire quei servizi scolastici col solo personale lsu rinunciando al contributo di chi era stato disposto a disarticolare il proprio orario di lavoro in più momenti della giornata. Fino al 2004, comunque, l’ente locale pennese non aveva avuto problemi a riconoscere e far fronte, come debito fuori bilancio, alla parte extra convenzione. Poi, però il cambiamento di strategia: le fatture venivano pagate con ritardi fino a 240 giorni, mettendo la Ciajka nelle condizioni di non poter essere più competitiva nelle gare successive. Fine della storia. Ora ne è cominciata un’altra però.
Berardo Lupacchini