SEQUESTRO IMPIANTO RIFIUTI A COLLARMELE, PERICOLO SCAMPATO PER LORETO APRUTINO

Vi ricordate la vicenda dell’impianto biogas per il quale la giunta Starinieri, nel novembre 2019, si era tanto prodigata per valutare il progetto di  ubicazione nei pressi delle campagne di Loreto Aprutino, in ben nove mesi di incontri e colloqui  preliminari? Bene, nei giorni scorsi i carabinieri forestali  della stazione di Celano, nella provincia de L’Aquila, in esecuzione del decreto emesso dal Gip del Tribunale di Avezzano, Daria Lombardi, hanno eseguito il sequestro preventivo dello stabilimento Think Eco Agri Srl, sito in località La Forma di Collarmele, per attività di gestione di rifiuti non autorizzata.  Voi direte cosa capperi c’entri con la vicenda loretese!

Ebbene l’impianto in questione opera nel settore della produzione di energia elettrica da biomasse e guarda caso, leggiamo nel fascicolo di inchiesta della testata Site.it , tutti gli impianti, due più il parco  fotovoltaico, insistono sul territorio di Collarmele e sono di tre proprietari diversi, Think Eco Agri Srl, La Think Eco srl e Make Energy srl. Quest’ultima la stessa che aveva intrapreso contatti con il Sindaco di Loreto Aprutino. E voi ci direte ancora “ma il decreto di sequestro riguarda la Think Eco!”

Tutte e tre le società vengono gestite dalle stesse persone e fanno capo al medesimo indirizzo di Roma: di tutte e tre il presidente è Elena Stefani mentre il nome di Daniele Speziale, si, proprio il signore, che a passeggio nella zona a ridosso del Tavo, dichiarava ai microfoni di Roberta Mancinelli di Rai Abruzzo, di essere un turista e di non conoscere Starinieri, compare come socio in entrambe le società che si occupano di biomasse detenendo il 25% della Think Eco srl ed il 33% della Make Energy. Un meccanismo che somiglia alle scatole cinesi che, seppur dai confini legali, non garantiscono la trasparenza che è imprescindibile, necessaria e prodromica a qualsiasi richiesta di sacrificio sociale condiviso dalla collettività. 

Tra Collarmele e Loreto Aprutino si era allora creato un canale di comunicazione grazie ai comitati dei cittadini locali nati per contrastare le iniziative e grazie all’ingegnere Giuseppina Ranalli che, proprio nell’occasione dell’incontro pubblico organizzato dal Comitato difendiamo Loreto, aveva  raccontato l’esperienza del suo paese, ponendo l’attenzione sul pericolo che rischiano di correre i territori che aderiscono a progetti simili e cioè che  una volta esauriti gli incentivi europei e statali, gli impianti vengano chiusi lasciando macerie di costi che ricadono sulle comunità senza alcun beneficio.
Pericolo scampato per Loreto Aprutino, quindi, e tutta la nostra solidarietà ai cittadini di Collarmele che, proprio all’interno dell’indagine che ha portato al sequestro preventivo dell’impianto, denunciano come i liquidi di percolazione provenienti dal materiale che resta dopo i processi di trasformazione cui si sottopone la biomassa, hanno invaso diverse aree dello spazio trasformandole in zone melmose e maleodoranti.

S.d.L

nella foto: l’incontro pubblico al Cinema di Loreto Aprutino

 

 

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