
PENNE – Al geometra Enzo Di Simone piace disegnare con la riga e la squadretta. Anche in politica.
La precisione è sempre stata la sua prerogativa. Legato a doppio filo con la sinistra progressista, l’ex segretario dei Ds è un fedele uomo di partito; fedele perché rispetta sempre le decisioni, anche se queste sono divergenti dalle sue. Nella breve esperienza di segretario cittadino della sezione dei Democratici di Sinistra di Penne, dopo le gestioni di Vincenzo Cirone e Renato Giancaterino, egli ha incarnato l’unità politica del partito, nonostante le pervicaci angherie dei socialisti di Rocco Petrucci e le incursioni aeree degli epigoni di area democristiana, area che a Penne, come è noto, è stata sempre coagulata attorno alla figura di Lucio Marcotullio. Uomo tosto, il geometra Enzo Di Simone, dipendente dell’Ufficio tecnico comunale e asse di ferro con il suo responsabile di stanza, Piero Antonacci. Eletto nel 2004 a Palazzo dei Marmi con un dato elettorale plebiscitario, Di Simone trovò sulla strada un ostacolo, il suo datore di lavoro dell’epoca, il sindaco Paolo Fornarola. Quest’ultimo, nel 2005, sponsorizzato da Luciano D’Alfonso, ottenne anche l’assessorato provinciale alla Cultura e Turismo, nonostante non fosse stato eletto. Il dualismo tra i due è stato sempre feroce; soprattutto nel 2006, quando Fornarola fu mandato al macello da Luciano D’Alfonso contro la maxi coalizione di centrosinistra del sindaco Donato Di Marcoberardino; in questa vicenda, il geometra Enzo Di Simone ebbe un ruolo determinante sotto certi profili. Egli, infatti, avallò con decisione – nonostante le pressioni di Pescara e Roma, e soprattutto di una parte consistente del partito pennese, spinto da Tecla Rosa e Ennio Napoletano – l’appoggiò al curato rosso: Donato Di Marcoberardino. Oggi, il geometra Enzo Di Simone ha perso la verve che lo ha da sempre contraddistinto, complice, probabilmente, la nuova veste politica del Partito democratico, che a Penne vive uno strano psicodramma interno. Dicono che vorrebbe far saltare tutto, Rocco D’Alfonso compreso, ma la sua precisione e la sua geometrica passione per la politica, per il momento lo hanno fatto desistere. Oppure vorrebbe candidarsi a sindaco?