PENNE: NON SOLO GOL
Lo stadio potrà aprire al business

PENNE – Uno stadio inaugurato ai tempi del fascismo, ma che ora può proiettarsi verso una certa modernità visto come vengono concepiti gli impianti sportivi a livello europeo. Dedicato a Fernando Colangelo, fra i primi calciatori professionisti di Penne a raggiungere alti livelli, quello vestino potrà accogliere attività commerciali nell’ottica degli stadi internazionali. Il Comune, proprietario della struttura che si accinge a festeggiare un secolo di vita, ha infatti deciso di darlo in gestione per dieci anni, come informa Emidio Camplese, il votatissimo assessore al ramo della giunta Petrucci. Nell’appalto, che scadrà il 16 febbraio, è infatti prevista tutta una serie di possibilità affinché venga migliorato l’impianto da sempre punto di riferimento per gli appassionati calciofili.
Sono ammesse a partecipare alla procedura selettiva pubblica le associazioni e le società sportive iscritte al Coni. Il “Colangelo” è tornato ad ospitare, dopo i notevoli lavori pubblici legati al nuovo manto erboso in sintetico e di rifacimento degli spogliatoi e degli spazi circostanti (arriverà anche una nuova illuminazione al led), le gare della Penne calcio iscritta al campionato di eccellenza regionale e della Pennese capolista in prima categoria regionale, attualmente fermate dalla pandemia. Si tratta di due società che potrebbero avere un naturale interesse al bando comunale. Ma fonti del municipio segnalano anche l’interessamento di soggetti di fuori zona.
La Penne calcio, cent’anni di storia, gestisce già su affidamento del Comune la piscina scoperta di contrada Campetto: quella al chiuso è ferma da due anni e l’amministrazione di Gilberto Petrucci, che ha appena messo sul piatto 150 mila euro, è orientata ad andare a rescindere il contratto con l’attuale gestore chietino definito inadempiente per la mancata manutenzione come invece si era impegnato a fare nella convenzione. In ogni caso, lo stadio pennese è tornato fruibile e i suoi vasti spazi sono appetibili per chi volesse realizzare un supermercato e un ristorante ad esempio.
Del resto, durante il torneo giovanile estivo spesso funziona un servizio di ristorazione all’aperto che stando al bando comunale potrebbe diventare permanente e al chiuso. Insomma, un piccolo impianto che non sarà più solo la casa del calcio, ma dove le famiglie potrebbero recarsi per fare tanto altro. Nel segno dei tempi che cambiano, una volta fuori dal Covid. Ma questa è tutta un’altra storia.
Berardo Lupacchini
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