Questo articolo non poteva prescindere dalle informazioni del compianto Don Luigi Villa: prete, giornalista, fondatore del mensile “Chiesa Viva”, amico personale di Padre Pio da Pietrelcina, grande amante della Chiesa Cattolica, ma anche uno dei feroci critici della “deriva” presa da essa durante e dopo il Concilio Vaticano II. È grazie a questo raro esempio di fede ed integrità giornalistica che, nel rispetto della libertà di scelta concessa da Dio, si può decidere se credere o criticare l’attuale Chiesa Romana. E al suo coraggio e dedizione dedico il presente lavoro.
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Durante la preparazione per la notte di Capodanno, è passata quasi inosservata la notizia della morte del Papa Emerito Joseph Ratzinger – Benedetto XVI. La vulgata storica e il mito popolare lo ricorderà come un Pontefice “radicalmente tradizionalista,” un “Papa tecnico,” “di transizione.” Dopo le sue polemiche (e per alcuni “Illegali”) dimissioni nel 2013, molti cattolici continuarono a riconoscere il Tedesco come unico Papa legittimo, eppure, se si guarda alla sua Teologia, è fondamentalmente radicata in quel “revisionismo” di stampo Nordeuropeo (ispirato anche dalla Riforma Luterana) che è stato alla base del Concilio Vaticano II quel concilio che doveva portare una “Nuova Pentecoste” nella Chiesa Romana, ma che per ammissione di uno dei suoi “padri,” Paolo VI, ha portato “aria di tempesta.”
Se si legge il suo Introduzione al Cristianesimo ed altre sue opere – inclusi i suoi documenti diffusi durante il suo Papato – e se la si mette al confronto con l’onorata dottrina della Chiesa Romana antecedente al Vaticano II, c’è da mettere le proverbiali mani tra i capelli: nega la natura divina di tutta la Santissima Trinità, nega il fatto che Gesù Cristo sia Dio fatto uomo ma “un uomo diventato Dio” (la sua visione antropocentrica di Gesù Cristo come personaggio storico merita una più attenta analisi,) nega la resurrezione della carne, l’assunzione al cielo della Vergine Maria, nega addirittura l’esistenza dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso come luoghi fisici extra terreni (!) ed era un grande propositore dell’Ecumenismo – ossia dell’unione tra la Chiesa Romana e le altre Chiese Cristiane non Cattoliche – nonostante le stesse Chiese non Cattoliche, e lo stesso ideale dell’Ecumenismo, siano state chiaramente condannate dal Magistero del Vaticano!
Con questa Ideologia, per alcuni “rivoluzionaria,” per altri “contorta,” l’allora Cardinale Ratzinger sarebbe stato, nella Chiesa pre-Vaticano II, l’identikit più improbabile per essere a capo della Congregazione per la Dottrina della Fede, a cui fu nominato da Giovanni Paolo II nel 1981, e vi rimase fino alla sua elezione a Papa. Fu durante la sua permanenza a capo dell’ex Sant’Uffizio che nacque il mito del Ratzinger “conservatore.” Eppure, in un intervista con uno dei “padri” del Vaticano II, Hans Urs von Balthasar, concessa nel 1985, afferma che il neo-Prefetto “non aveva cambiato le sue convinzioni.”
Uno dei affari più “scandalosi” del Prefetto dell’ex-Sant’Uffizio fu riguardo la Gaudium et Spes – il decreto del Vaticano II sulla libertà religiosa: al riguardo, al termine di un ciclo di conferenze in Canada, nel 1986, afferma: “A prima vista, effettivamente, sembra che tra gli insegnamenti di Pio IX e il Decreto conciliare sulla “Libertà Religiosa” esista un “contrasto insuperabile”; ma questo “contrasto” insuperabile è, forse, solo apparente.” (enfasi mia.)
Eppure, il concetto di “libertà religiosa” (d’ispirazione illuminista, ma con precedenti: si pensi al ciuus elios, elios religio che ha preservato la convivenza tra la Chiesa Cattolica e le Chiese Riformate nella sua nativa Germania) adottato dal Vaticano II (che, è giusto ricordare, fu non un Concilio dogmatico ma un semplice Concilio pastorale, senza pretese di riformare la dottrina della Chiesa Romana) è completamente in contrasto non solo con il magistero di Pio IX, ma anche con una selezione del magistero della Chiesa Romana nella sua interezza. Inoltre, Ratzinger confonde con la “libertà religiosa” del post-Vaticano II con la “libertà di Religione” del magistero pre-conciliare, che promuove la seconda (nei limiti dell’unica vera religione – la Chiesa Cristiana Cattolica) e condanna la prima.
Già da Papa, continuò l’apertura della Chiesa alla teoria Darwiniana dell’Evoluzione, già accolta dal suo predecessore Giovanni Paolo II. Al riguardo il papa bavarese affermò che bisogna “credere” all’Evoluzionismo perché “lo dice la scienza.” Dove abbiamo già sentito questo mantra? Forse nel gaslighting collettivo al cubo che è stata la presunta “pandemia?” Ciononostante, negli ultimi decenni, anche se non accogliendo la teoria onorata della Chiesa del Creazionismo, o la sua variante dell’intelligent design, sono diventati molto più forti gli attacchi e le teorie alternative a quella Darwiniana. Uno dei principali critici in Italia si chiama Enzo Pennetta, autore anche del Blog Critica Scientifica.
Inoltre, nel 2007, il Papa Bavarese accettò le conclusioni della Commissione Teologica Internazionale (secondo alcuni, un’organizzazione piena di Protestanti e Framassoni) riguardo una delle eresie chiave della dottrina Luterana: quella della Salvezza Universale. Anche qui i vari magisteri pre-conciliari sono chiari nel negare questa teoria, che può portare alla negazione del Peccato Originale (e anche del concetto stesso di Peccato), l’importanza della salvezza tramite il Battesimo e la Fedeltà alla dottrina della Chiesa Romana, e la negazione dell’importanza della Confessione e del Pentimento dai Peccati Mortali.
Una pecca importante nel suo Papato – continuato dal suo predecessore – fu quello di non essere fermo riguardo i casi di Abusi sessuali – soprattutto di minori – nella Chiesa Cattolica. Questo nonostante il fatto che già nel 2001, come Prefetto dell’ex Sant’Uffizio, aveva preso in carico il delicato dossier, e aveva creato norme più stringenti in materia.
Eppure sono ben riportati i casi di tali Abusi su minori da parte di un intero sistema ecclesiastico, che ha creato un clima di sfiducia nell’intera Chiesa Romana. Anche il Cardinal Bertone, in una famosa intervista al quotidiano francese Le Figaro nel 2007, condannò come un “errore” (volontario?) il silenzio del Papa Bavarese riguardo propri i casi di Abuso sessuale. Dalla “Chiesa del Silenzio” dei tempi della pagliacciata della “guerra fredda” si è passati alla “Chiesa dell’Omertà.” E chi ben lo rappresenta che l’attuale “Vescovo di Roma” Francesco, che, quando era Arcivescovo di Buenos Aires, non condannò gli efferati Crimini contro l’Umanità della Junta Militar di Videla e Gualtieri!
Ratzinger fu anche un grande ammiratore dell’ideale Globalista-Massonico-Zionista (mi scuso se il termine può sembrare “Fascista”) di un governo unico mondiale, probabilmente sotto l’egida di quella organizzazione per me postdatata, inutile e totalitarista che sono le Nazioni Unite. Infatti la sua enciclica del 2009 “Charitas in Veritate” è un tentativo contorto di creare un caso “cattolico” per tale sogno umido dei Globalisti, dei Framassoni e degli Ebrei disonesti. Non bisogna essere “complottisti” o “antisemiti” per capire che è una cattiva idea: infatti Gene Sharp, uno dei principali studiosi della disobbedienza civile e considerato come ideologo delle “rivoluzioni colorate” pro-NATO dei primi anni 2000, afferma nel suo interessante pamphlet Making the abolition of War a realistic goal che un governo unico mondiale potrebbe “diventare tirannico ed essere usato per imporre o perpetuare ingiustizie.” Per tutti gli stati del mondo – sia quelli sviluppati che quelli sottosviluppati.
Eppure conobbe l’altro lato della campana: Ratzinger fu grande amico e per alcuni ammiratore del Prof. Giacinto Auriti, inventore della prima moneta complementare in Italia (il SIMEC a Guardiagrele), ma anche scopritore di una più umanista (nel senso cristiano del termine) teoria economica e monetaria, che mette al centro l’uomo. Negli anni ’80, il cardinale bavarese partecipò ad una conferenza dove Auriti stesso difese le sue personali teorie di proprietà popolare della moneta come applicazione della Dottrina Sociale della Chiesa – una cosa dimenticata dalla Chiesa stessa dopo il Vaticano II! Al riguardo, Auriti scrisse: “Il mondo civilizzato deve in primo luogo “Omnia restaurare in Christo”, per ricuperare la salute fisica e mentale, indispensabile condizione per la “restituzione” della prerogativa dell’Emissione Monetaria alle Sovranità Nazionali: Solo così a Sansone verrebbero tagliati i capelli!”
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Durante il suo incarico da “Papa Emerito”, Ratzinger ha scritto molti testi che per sua volontà saranno pubblicati postumi: alcuni sono già stati pubblicati, e si può intravedere un serio, ma velato, criticismo del magistero del suo successore Jorge Mario Bergoglio. Eppure lo stesso Bavarese, con i fatti che abbiamo presentato in questo articolo, è stato uno dei più fondamentali protagonisti della trasformazione della Chiesa Cattolica da “salvatrice di anime” alla apocalittica “prostituta di Babilionia.” Che le sue prossime rivelazioni e criticismi siano una cortina di fumo da parte di uno dei principali artefici della “distruzione” della Chiesa Romana sin dagli anni ’60?
Mattia D’Ercole
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