PENNE – Femio Di Norscia non doveva essere arrestato (fu messo ai domiciliari) nell'inchiesta "Vestina": 5 arresti e 30 indagati, fra cui il sindaco pennese Di Marcoberardino. Lo ha deciso la Cassazione, a Roma, che ha sancito l'illegittimità della misura cautelare chiesta dal PM Varone a dicembre 2009 e concessa il 22 aprile dal Gip Di Fine.
Di Norscia, ex assessore ai servizi sociali del Comune e dal 2009 consigliere comunale di minoranza in quota ai socialisti prima e all'Udc poi, aveva lasciato la carica e riottenuto, dopo una decina di giorni, la libertà. Il verdetto della Suprema Corte conferma quello aquilano del tribunale del Riesame che aveva già sentenziato l'ingiusta detenzione. Di Norscia, difeso dall'avvocato Claudio Di Tonno, è in attesa del processo, poichè le indagini a suo carico (è accusato di corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio, truffa aggravata ed abuso d'ufficio) sono state concluse. Ora richiederà i danni.