In due volumi la storia di Penne Pinna Vestinorum

IN DUE VOLUMI LA STORIA DI PENNE PINNA VESTINORUM è il titolo dell’opera in due volumi sulla storia di Penne, edita dall’Erma di Bretshneider, voluta e finanziata dal Professor Lucio Marcotullio, che è stata presentata  presso l’Istituto di Studi Germanici di Roma.

 

Franca Luisa Dell’Orto, Adriano La Regina e Marco Bonocore sono i curatori della pubblicazione di oltre 600 pagine che nel primo volume, dedicato al popolo dei Vestini trasmontani e cismontani, raccoglie ed esamina le testimonianze archeologiche fino alle più recenti tra la tarda età del Bronzo e l’età ellenistica relative all’area occupata dal popolo dei Vestini all’interno della più vasta compagine che definisce se stessa con l’etnico safinús, tracciando le linee di una civiltà aperta alle influenze del’area balcanico-danubiana e dell’Europa centro-orientale e, attraverso di esse o direttamente lungo le rotte adriatiche, in contatto con la Grecia.

Dai capitoli della Professoressa Luisa Franchi dell’Orto,”Il Guerriero di capestrano e la statuaria medio- adriatica”, e del professor Adriano La Regina,”Il Guerriero di Capestrano e le iscrizioni paleo sabelliche”, si evince la tesi che i Vestini hanno occupato un’area estesa che si estendeva dalle porte di Roma fino all’attuale Molise e nord fino ai confini con le Marche nel periodo arcaico,ovvero tra il VII-VIII secolo a.C. e il V secolo con un ruolo determinante fino alla fondazione di Roma: non è un caso che il primo re di Roma è “Safino” e regna con Romolo. Quindi nel volume viene ribaltata la tesi dell’influenza etrusca sulle popolazioni italiche che abitavano questa grande area del centro Italia e viene sostenuta e dimostrata la influenza di culture dell’area danubiana dell’Europa e che lo stesso Guerriero di Capestrano faccia capo a produzione “ corinzia periferica”,grazie agli scambi con l’altra sponda dell’ Adriatico(Grecia).

Nel secondo volume dell’opera, dedicato ad illustrare le vicende storiche ed urbanistiche di quello che era ormai divenuto uno dei principali centri municipali antichi dell’area e della Regio augustea IV, “Sabina et Samnium”, vengono illustrati  risultati di oltre 20 anni di ricerche archeologiche nel tessuto medievale e rinascimentale del centro storico pennese, dirette dal dottor Andrea Staffa,archeologo della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’ Abruzzo. Dopo l’ampia panoramica sulle origine dell’insediameno protostorico e vestino già presentata nel primo volume si ricostruisce qui con grande dettaglio l’urbanistica dell’insediamento d’epoca romana, fortemente condizionato – come era stato già in precedenza – dalla morfologia dei luoghi, e dunque anzitutto impiantatosi lungo quello che era divenuto il tratto urbano dell’antichissimo percorso della strada oggi nota come S.S. 81 Picena-Aprutina, ed adattatosi lungo tale percorso all’orografia dei due colli dall’abitato occupati, Colle Duomo e Colle Castello, con uno sviluppo urbanistico parte su ambiti terrazzati, come nel caso del versante meridionale di Colle Duomo, e parte con impianto parzialmente regolare sulla propaggine di Colle Comizio e sulla sommità dell’altura di Colle Castello.

L’opera sarà presentata anche a Penne e Pescara in Aprile.

Giuseppe La Spada – Uff.comunicazione&informazione – Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo

 

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