Rigopiano, chiesti 12 anni per ex prefetto di Pescara, 6 anni ex presidente della Provincia Antonio Di Marco e 11 anni al sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta

dal sito internet del CORRIERE DELLA SERA –  La Procura di Pescara per la tragedia di Rigopiano ha chiesto la condanna dell’ex Prefetto di Pescara Francesco Provolo a 12 anni (nella foto), per l’ex presidente della Provincia Antonio Di Marco a 6 anni e 11 anni e 4 mesi per il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta. Condanne a 11 e 4 mesi anche per il tecnico comunale Enrico Colangeli, 10 anni per i dirigenti della Provincia Paolo D’Incecco, e Mauro Di Blasio, 9 anni per i dirigenti della Prefettura Ida De Cesaris e 8 anni per Leonardo Bianco. Alla Provincia di Pescara si contesta di non aver sgomberato dalla neve la strada provinciale 8 per permettere agli ospiti di andare via dal resort. Al sindaco Lacchetta viene contestato di non aver attuato il Piano d’emergenza, di non aver evacuato l’albergo, di non aver convocato la commissione valanghe.

Il 18 gennaio 2017 una valanga investì un hotel provocando la morte di 29 persone. la tesi sostenuta dal pm Andrea Papalia è che ci furono ritardi da parte della prefettura di Pescara nel coordinamento dei soccorsi. Papalia ha sottolineato i ritardi nell’apertura della Sala operativa e del Centro coordinamento soccorsi (Ccs). Il magistrato ha segnalato discrepanze tra le comunicazioni che la Prefettura diede al governo e l’effettiva operatività del coordinamento dei soccorsi.

I volti di tutte le vittime della tragedia sono stati proiettati sui monitor in aula. «La vicenda di Rigopiano — ha spiegato Anna Benigni, altra pm che rappresenta l’accusa — è il frutto di gravi omissioni, da parte di Comune, Provincia, Regione e Prefettura, e responsabilità da parte di una classe dirigente protagonista di malgoverno e impegnata a soddisfare interessi clientelari invece che quelli dei cittadini». Questi enti erano al corrente anche «dell’allerta valanghe arrivata dal bollettino Meteomont». «A Rigopiano– è stato sottolineato in aula– si è assistito al fallimento del sistema di Protezione civile ». Tra l’altro all’epoca la Regione non ancora aveva una propria Carta valanghe.

 

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