“La ristorazione segue il profilo decrescente dell’andamento dell’inflazione generale, passando dal +6,5% di maggio al +6,3% di giugno. Si avvertono gli effetti del raffreddamento dei prezzi dell’energia e degli alimentari, che hanno condizionato favorevolmente l’intero tessuto economico. Restano, tuttavia, particolarmente alte le variazioni dei prezzi di altri importanti servizi turistici, primi tra tutti il trasporto aereo che, rispetto a un anno fa, segna un + 23,5%”.
A renderlo noto è il Centro Studi di FIPE-Confcommercio di Pescara, la Federazione italiana Pubblici Esercizi, che, partendo dai dati diffusi dall’Istat, ha elaborato le informazioni per Bar, Ristoranti e Mense.
“Entrando nel dettaglio, l’aumento dei prezzi nel canale bar è stato dello 0,3% su base congiunturale, mentre rispetto a un anno fa – spiega Padovano – l’aumento è stato del +4,8%, ben al di sotto dell’inflazione generale. Nello specifico, gli incrementi sopra la media per questo canale riguardano i prodotti di pasticceria e gelateria (+6,2%) e gli snack (+5,4%).
Se guardiamo ai ristoranti, in quelli tradizionali e nelle pizzerie a giugno gli aumenti sono decelerati rispetto a quanto rilevato il mese precedente, registrando rispettivamente +0,3% e +0,1%. Le variazioni rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso si attestano a +5,5% per i ristoranti e +6,5% per le pizzerie. Da segnalare l’aumento tendenziale dei prezzi nel delivery (+11,3%).
Come si vede dai dati elaborati dal Centro Studi della Fipe quest’anno si evince un calo dei consumi – spiega il presidente della Fipe Confcommercio Pescara – che incide parecchio e nella ristorazione si vede in maniera particolare. Il caldo ha aiutato relativamente mentre a incidere sono anche i mutui che cambiano a tasso variabile. Per questo si dovrà incominciare a ragionare per capire il calo dei consumi connesso al caro vita e intervenire – conclude il presidente della Fipe Confcommercio- per prendere le dovute contromisure”.