Dalle 18,00 di ieri, in Piazza Muzii a Pescara, si è svolta una manifestazione di protesta indetta dai titolari delle attività commerciali del centro città contro le restrizioni emanate dal Sindaco circa la chiusura notturna degli esercizi pubblici, ancora fissata alla mezzanotte nonostante siano venuti meno i rischi di contagio Covid. Disposizione, questa, che si contrappone al favore dei residenti della zona centrale in questione, la cossidetta Zona Merci, che mal digeriscono i rumori provocati dall’intensa frequentazione nelle ore di maggior afflusso.
Le attività del “Food e Beverage”, che costituiscono il motore pulsante della movida pescarese e che svolgono maggiormente il proprio lavoro nelle ore notturne, si sono coalizzate in modo deciso per sensibilizzare l’Amministrazione Pubblica locale riguardo queste limitazioni, che secondo loro appaiono in controtendenza con le regole adottate in ambito nazionale. Barman, cuochi, e comunque tutto il personale lavorativo che gravita intorno a questo settore, si sono riuniti alzando la voce contro quella che per loro è una profonda ingiustizia che porterà a gravi conseguenze per tutti. Non sono mancati i manifesti stampati a mo’ di necrologi, con epitaffi del tipo “È mancato all’affetto dei suoi cari Il commercio in piazza Muzii” oppure i cartelli che celebrano la scomparsa del “Turismo di Pescara” o della “Zona Merci” con frasi tipo “Ne danno il triste annuncio i titolari delle attività del centro, i camerieri, i fornitori, i commercianti e il personale tutto”.
L’assessore di Pescara Alfredo Cremonese che, tra le tante deleghe si occupa del Commercio, Turismo ed Esercizi Pubblici, interpellato in merito ha risposto ad alcune domande:
D: Assessore, ci sono alcune categorie in fermento per problemi legati alle restrizioni degli orari di chiusura degli esercizi pubblici. Cosa risponde ai suoi concittadini?
R: “Si tratta di un problema molto delicato e sentito che vede interessi contrapposti, cioè quello dei residenti e quello dei commercianti. Sono molto dispiaciuto per quello che leggo sulla stampa in questi giorni sul fatto che questa Amministrazione non si è adoperata per trovare un punto d’incontro. Anzi, io personalmente mi sono stra-adoperato per cercarlo, e lo dimostrano le tante riunioni comunali svolte sul tema, addirittura ne ho fatta convocare una all’ARTA proprio per cercare un punto di caduta che potesse andar bene sia ai residenti che agli esercenti commerciali. Di fatto, ciò non è avvenuto non perché manca un’intermediazione ma perché gli interessi sono troppo contrapposti. E questo perché davvero i residenti nella zona della movida sono esausti di questa situazione e chiedono rispetti rigorosi delle norme e gli esercenti anch’essi sono stanchissimi perché, dal loro punto di vista, vorrebbero avere regole meno rigide. Cos’è accaduto, di fatto, in questa situazione in cui l’Amministrazione si è spaccata in quattro per trovare un punto d’incontro? Cioè quello che noi avevamo da subito fatto capire che poteva accadere, ossia che alcune disposizioni di legge sono state richiamate dalle Autorità per il preciso rispetto. E faccio riferimento alla nota che il Prefetto ha scritto alle Forze dell’Ordine in merito alla somministrazione in luogo pubblico delle bevande alcoliche. Da qui si è scatenato questo putiferio in cui il Comune poco c’entra, perché questa è l’applicazione di una norma a carattere nazionale. Anche in questo caso il Comune, non solo si è fatto carico di comunicare la Nota del Prefetto alle associazioni di categoria per evitare che tutti potessero essere multati, ma è andato oltre, ricevendo tutte le istanze circa i dubbi che c’erano su questa legge e riportarle fedelmente al Prefetto, chiedendo di formulare un’interpretazione autentica della norma per essere certi dell’assoluta precisione dell’applicazione della stessa”.
D: Quali sono le eventuali disposizioni che la Sua Amministrazione sta predisponendo per ovviare a queste problematiche?
R: “L’Amministrazione sta predisponendo il piano di risanamento acustico, che dovrà stabilire quali siano i limiti entro cui i locali interessati potranno essere legittimati all’esercizio delle attività proprie, affidandola a tecnici specializzati. E per quanto riguarda la questione dibattuta degli orari, aspetteremo che finisca lo stato di emergenza Covidil 31 marzo prossimo. Credo che questo problema vada portato in Consiglio Comunale in modo tale da essere discusso e da capire quali sono le sensibilità da prendere in considerazione e quali i rimedi di un problema in cui è difficile trovare un’intermediazione perché gli interessi, ripeto, sono troppo contrapposti. Ribadendo, infine, che siamo sempre e comunque obbligati, in quanto amministratori, a rispettare le normative vigenti”.
Tra gli imprenditori che hanno animato la piazza, ho rivolto qualche domanda a Sara Di Blasio, una dei titolari di “Birrai del Mercato”:
D: Quali sono le vostre richieste agli amministratori locali e cosa si aspetta in concreto da loro?
R: “Le problematiche sono tante. Comincio col dire che sono cinque anni che l’associazione dei residenti locali, Tranquillamente Battisti, ci rema contro, senza fare nessun tavolo di trattative, senza la minima intenzione di voler ascoltare le nostre esigenze. Mentre nei primi anni, con le precedenti amministrazioni locali, bene o male siamo andati avanti, con la pandemia e la nuova amministrazione il problema ha preso una piega diversa. E chi ci governa penso abbia preso solo le difese di quei pochi residenti che protestano. Noi d’altro canto, con la nostra Associazione Viva, siamo tanti imprenditori che danno tanti posti di lavoro ad altrettanti ragazzi, e forse non si è capito che questo è un lavoro vero e proprio e serio. Invece, al posto di ottenere dei benefici soprattutto in questo periodo di pandemia, abbiamo subito sistematicamente le restrizioni comunali ed anche quelle dell’applicazione di una norma che vieta la somministrazione di alcolici dopo la mezzanotte su suolo pubblico, intimata dalla Prefettura, ma sempre segnalata dall’associazione dei residenti. Contro queste ultime disposizioni sono stati effettuati ricorsi al TAR e chiesto delucidazioni al Prefetto, ma nell’attesa di queste risposte cosa è successo? Che l’altro ieri è stata emanata l’ennesima ordinanza di chiusura entro la mezzanotte! No, io credo che in questo modo rischiamo tutti la chiusura definitiva. I tempi sono cambiati, se diamo uno sguardo alle città italiane e del mondo intero siamo tornati indietro di mille anni, non possiamo chiudere a mezzanotte”. Comunque con questa manifestazione vogliamo far capire al Sindaco che sono importanti anche le nostre ragioni e non solo quelle dei residenti e che noi siamo disposti al dialogo e anche adottare eventuali dispositivi che attutiscano i rumori”.
Anche a causa del freddo intenso, pochi i partecipanti che hanno fatto da cornice ad una piazza dall’insolito aspetto triste, preoccupato. Una postazione microfonica ha diffuso i pareri di alcuni rappresentanti della categoria dei commercianti, che si sono alternati nel ribadire le proprie ragioni in un contesto pubblico ordinato e tranquillo.
Tra questi abbiamo ascoltato Alessio Porcelluzzi, titolare della birreria Shaka Brew
“Ormai non è più una questione di rispetto e di civiltà! Abbiamo un comitato, Tranquillamente Battisti, che insieme a chi sostiene la loro mentalità ha messo in atto un solo scopo: quello di minacciare più volte pubblicamente di svuotare la zona, far fallire 70 attività, creare un danno economico e sociale e sottovalutare e snobbare con egoismo una filiera produttiva locale, di cui andarne invece fieri, composta da fabbriche, aziende e commercianti. E quando diciamo ciò non dimentichiamoci che parliamo di vite umane e non di numeri o soldi. In questi anni ci siamo messi a disposizione su quanto ci è stato richiesto, subendo anche conseguenze di fatturato e sanzioni amministrative per rispettare e risolvere il loro disagio. Noi sostanzialmente chiediamo a chi di dovereche venga fatto rispettare sia il diritto al riposo e sia il diritto al lavoro, e non che prevalga l’uno sull’altro. Siamo cittadini come gli altri, che lavorano e pagano le tasse con onore e fatica, e non dei delinquenti festaioli come vogliono farci apparire. Dopo il Covid ci aspettavamo un aiuto concreto dalla politica e un’ulteriore comprensione concittadina per sostenerci a vicenda da una difficoltà economica da “post guerra”. Se non si riesce a fare questo nell’interesse di tutti significa che non c’è la volontà o la capacità di risolvere i problemi”.
Bruno D’Alfonso