FRANCESCO DI FILIPPO A TERRE ATTRATTIVE
La valorizzazione delle filiere agroalimentari ed il turismo esperenziale, punti forza delle azioni dei GAL abruzzesi

Nella suggestiva cornice dei giardini di Palazzo d’Avalos a Vasto è di scena lo Showcooking organizzato da Gran Sasso Velino e Gal Marsica in occasione della prima giornata dell’11 settembre, della convention nazionale di Terre Attrattive,  dedicata all’attrattività dei territori rurali e ideata per dare una eco nazionale ai risultati raggiunti, a livello locale, da tanti GAL della nostra penisola.

A Francesco Di Filippo,  Dirigente Servizio Sviluppo Locale ed Economia Ittica, Dipartimento Agricoltura Regione Abruzzo, è stato affidato il compito di introdurre i primi 2 focus sulla mobilità lenta. Approffittiamo del momento di pausa per raccogliere le sue sensazioni e ne esce un bel confronto con chi l’Abruzzo lo conosce proprio bene!

Direttore, che impressioni ha avuto da questi primi appuntamenti?

Sicuramente positive. Il fatto che un GAL Abruzzese, in collaborazione con i GAL delle “Terre d’Abruzzo”, chiami a raccolta tutti gli altri Gal del territorio nazionale per condividere azioni ed esperienze è un segno di apertura che distinguerà la costruzione di un turismo outdoor ed esperienziale che intercetta le peculiarità dei territori rurali abruzzesi ma è anche un segno del lavoro che i Gal hanno intrapreso negli anni, a partire dalla valorizzazione delle filiere agro alimentari locali evolvendo verso lo sviluppo di iniziative di turismo outdoor ed esperenziale nelle aree rurali. Ma anche il turismo enogastronomico del resto è sempre più un attrattore turistico ed esperenziale in particolare per le aree interne e nelle aree rurali. Ottimo il livello dei relatori

Raccontare il turismo enogastronomico, infatti, sarà un altro appuntamento di questa conferenza

L’esperienza enogastronomica muove numeri importanti di turisti e viaggiatori, credo però che, accanto ad uno storytelling coinvolgente che sottolinei la qualità bisogna anche pensare ad educare al consumo dei prodotti a Km 0 spiegando perché la qualità ha un costo maggiore rispetto ad un prodotto industriale, perché maggiore è il beneficio che apporta alla salute e minore è il costo in termini di sostenibilità ed equità sociale che l’intera comunità si prende in carico.  L’azione dei GAL in Abruzzo è importante  per la valorizzazione dei prodotti e della cucina fuori dalla declinazione di mare e montagna ma può svolgere un ruolo importante anche nel supporto alla promozione e commercializzazione.

E qui parliamo di produttori e aziende

E qui parliamo di persone e di non lasciarle sole. Se da un lato promuoviamo un consumo consapevole, dall’altro dobbiamo sostenere i produttori nella via della commercializzazione perché il singolo non può da solo posizionarsi nella distribuzione allora qui possono svolgere un ruolo importante  i Gal, la Rete, le Filiere, i Distretti del cibo a sostegno della promo commercializzazione. Trovo molto intelligente aver invitato  Gregoire Kaufman del Gruppo Crai che, seppur facente parte della grande distribuzione, svolge una strategia di negozio in prossimità ed è una strategia con la quale si può e si deve collaborare.

Veniamo ai numeri del turismo in Abruzzo che, in questi ultimi due anni, sembrano essere in controtendenza visto che molte regioni italiane hanno avuto un calo di presenze

Si sta facendo un ottimo lavoro ed in base anche alla mia esperienza posso dire che nel trend esperenziale una regione come l’Abruzzo può andare solo avanti perché le connessioni legate all’esperienza sorgono quasi spontaneamente. Quest’anno, infatti, c’è stato un vero boom del turismo in particolare nelle aree interne e nelle zone dei Parchi. Grazie anche agli operatori stiamo crescendo molto anche nell’offerta dei servizi e possiamo fare ancora tanto e giornate come quella di oggi sono utili in questa direzione, se siamo qui oggi è proprio per questo.

Lei vanta una esperienza solida e longeva nel settore, una sorta di memoria dello sviluppo turistico abruzzese

Da quando ho incominciato ad occuparmi di turismo è cambiato il mondo. Pensi solo alla rivoluzione del digitale e dell’offerta conseguenziale: 25 anni fa in assenza dellle piattaforme web di strutture ricettive nelle aree interne, se volevi cercare una casa in affitto nelle aree interne o la mare -i B&B o le cd locazioni brevi di oggi- dovevi partire ed andare direttamente su luogo. In molte zone d’Abruzzo strutture alberghiere non ci sono neanche oggi, soprattutto in aree in cui non non si può costruirne, quindi la possibilità di immettere sulla rete case e alloggi che altrimenti sarebbero abbandonate, è una leva che ha dato un grosso impulso allo sviluppo turistico delle aree interne. In assistenza all’assessore D’Amario, in qualità di Coordinatore tecnico della Commissione Turismo degli assessori italiani da lui presieduta, si è lavorato molto per agevolare questa redistribuzione, penso ai tanti tavoli di concertazione dove si doveva trovare un punto di caduta per regolamentare gli affitti brevi e penso all’adozione del CIN (nda codice identificativo nazionale per le strutture ricettive) per il quale l’Abruzzo è stato scelto come regione pilota di sperimentazione. Oggi, proprio perché gli scenari cambiano, si ricorre sempre meno ai tour operator, molti preferiscono scegliere e conformare la loro destinazione in completa autonomia e noi dobbiamo essere pronti anche a quel tipo di richieste.

Sperimentare, come si pone l’Abruzzo rurale rispetto all’adozione di strumenti innovativi?

Anche sotto questo aspetto mi permetto di dire che la narrazione che spesso si fa di un Abruzzo arretrato non è corretta, seppur c’è sempre da lavorare. Abbiamo investito molto in sviluppo tecnologico e in formazione. In alcuni casi siamo stati anche pionieri tra le Regioni italiane, penso a quando siamo stati tra i primi a creare la piattaforma Visit Abruzzo con un social media team e dell’esperienza di rete social “Visit Abruzzo” in con 5 paesi europei – Francia, Germania, Inghilterra, Paesi Bassi e Norvegia- che ci ha permesso un’attività di promozione profonda ed una crescita di conoscenza dei meccanismi relazionali social, o la creazione di un vero e proprio ecosistema digitale e la costruzione di un DMS. Un patrimonio innovativo che sopravvive ancora oggi e pone l’Abruzzo tra le prime regioni italiane. Ricordo che quando andammo in Norvegia uscì un articolo bellissimo in cui si parlava dell’Abruzzo come “la nostra nuova Toscana” e, grazie anche al volo Pescara-Oslo, che ora non c’è più, abbiamo dato seguito ad un radicamento di immagine in quel paese. Se oggi raccogliamo consensi è perché il percorso è stato sempre in movimento, alcune volte più lento ma sempre con lo spirito di andare avanti con un occhio sempre attento all’innovazione.

Gli abruzzesi sono più resilienti o resistenti?

Credo entrambi nelle accezioni migliori: sa cosa mi ricordo di quando avevamo avviato la diffusione della conoscenza digitale nella promozione turistica e andavo a parlare con i proprietari dei piccoli alberghi nelle zone più interne sconosciute per presentare i nuovi progetti di rete e condivisione? “Regola numero uno. Imparare a disimparare”che non significa dimenticare ciò che si è stati o ciò che abbiamo costruito ma significa vivere il contesto, abbandonare i preconcetti, accettare nuovi modi di conoscenza ed essere sempre nelle prime posizioni.

Proseguono gli incontri nella Sala Grande della Pinacoteca di Palazzo d’Avalos: ci ritornano in mente le parole di Flaiano quando raccontava di sapere poco delle aree interne e montane che vedeva solo dal finestrino del treno. Ora quelle aree disvelano un potenziale tutto da elaborare in un piano strategico e attraverso parole chiave: cooperazione, autenticità e innovazione. Si va avanti.

Sabrina de Luca

La foto di copertina è di Costa dei Trabocchi Lab

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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