Chapeau a Lorenzo Sospiri! Che il consiglio regionale straordinario sulla sanità fosse solo “molto utile alla propaganda politica ma ininfluente per le sorti dell’Ospedale Vestino”, Lacerba l’aveva anticipato (“L’OCCASIONE PERDUTA PER IL SAN MASSIMO”, Lacerbaonline, 15 luglio 2016), ma che la marchetta politica assumesse la consistenza di una débâcle in consiglio regionale per la maggioranza di sinistra non ci avremmo scommesso più di un centesimo!
Certo, l’esperienza parlamentare repubblicana di settant’anni l’insegna: con le mozioni si ottengono solo l’emozioni, nulla di più. Sono documenti di pura testimonianza. Quindi, nessuna illusione, il San Massimo, lo ribadiamo, “sarà un ‘presidio di zona particolarmente disagiata’”. L’unica occasione avuta, l’incontro con il Ministro della salute, di quelle da anni sollecitate da Lacerba (per tutti, “Sanità malata-I cortei per il San Massimo”, Lacerba n.3, 29 giugno 2013), è stata sciupata, come poi s’è saputo. Cosa fatta capo ha! D’altronde, vista da un’altra angolatura, quella della comunicazione, la disattenzione verso l’area Vestina è una costante della politica, di ogni colore. Recentemente, l’assessore regionale alla sanità, ha detto che “Nel piano di riordino della rete ospedaliera vengono rispettati sia gli standard di sicurezza nelle reti tempo-dipendenti e salvavita, sia i livelli assistenziali a servizio delle aree interne, che non sono state affatto penalizzate” (“Il Piano di riordino della rete ospedaliera in Abruzzo risponde a standard di qualità e sicurezza richiesti a tutte le Regioni”, #lasanitàchecambia). Continua il resoconto che “La provincia di Pescara aumenta i posti letto..con un potenziamento di quello di Pescara. Il presidio di Popoli viene riqualificato a centro di riabilitazione a valenza regionale..”. E Penne? Nessuna parola! Eppure sono citati: Sulmona, Castel di Sangro, Ortona, Atessa, Tagliacozzo, Casoli, Pescina, Gissi e Guardiagrele. Sul San Massimo, mutismo assoluto, a conferma dell’oblio dell’area Vestina, e non solo per la sanità! In un recente incidente sulla Circonvallazione di Penne, a 800 metri dall’Ospedale, la persona investita ha atteso a terra i soccorsi, per oltre 40 minuti, s’è detto. Se questi sono gli standard di sicurezza, allora siamo sicurissimi! Sicurissimi che ci deve pensare San Massimo! Ma un altro colpo alla zona Vestina sarebbe assestato dopo l’estate. Il distretto sanitario di Penne verrebbe declassato da struttura complessa a semplice e ‘governato’ da Montesilvano, con ovvie conseguenze in termini decisionali e burocratici. Roma stavolta non c’entra, è tutto frutto degli strateghi locali, quelli incapaci di evitare la spesa, si presume, di decine di migliaia di euro l’anno, per il ponteggio addossato alla palazzina “amministrazione” dell’Ospedale che, oltre a deturpare l’ambiente, è ormai divenuto pure un rifiuto speciale (ferro che arrugginisce..). Invece di rendere il distretto più funzionale e fruibile lo si declasserebbe. Caso unico in Italia, è irraggiungibile sia con i mezzi pubblici sia a piedi (per l’eccessiva distanza)! E’, addirittura, quasi del tutto privo persino di rubinetti a norma nei lavandini (e ciononostante, da lì partono gli addetti per andare a scassare i tommasei agli imprenditori privati perché installino quelli azionabili senza l’uso delle mani. I buoi che dicono cornuto agli asini, con l’aggravante, per il distretto, dell’alto rischio iatrogeno dei suoi ambienti!). Così va il mondo da queste parti! Ma non bisogna disperare. Anche i nobili pensavano di essere eterni, poi arrivò per loro la ghigliottina. Anche i colonialisti pensavano di non avere limiti alle scorribande nelle terre degli africani ma ora ne subiscono l’invasione in Europa. Anche i burocrati, i politici imbelli e la pubblica amministrazione stracciona, grottesca e repellente che campiamo si ritengono ‘impuno-resistenti’ ma anche per loro arriverà il giorno in cui si pentiranno di non essere spariti per tempo.
GIANNI CUTILLI