Un ricordo di Lucio Marcotullio

Un grande direttore d’orchestra del nostro tempo, Claudio Abbado, scomparso nel 2014, ha detto che “la cultura è un bene comune primario come l’acqua; i teatri, le biblioteche, i cinema sono come tanti acquedotti”. Ecco, se dovessi racchiudere in una frase il mio ricordo di Lucio Marcotullio, sceglierei senz’altro questa, pronunziata tra l’altro da un musicista che è nato nello stesso anno di Marcotullio (nel 1933). L’immagine che piú mi è rimasta impressa del caro “professore” (come tutti i pennesi lo chiamavano affettuosamente), è quella dell’uomo di cultura, dell’appassionato cultore della storia di Penne, dell’infaticabile promotore di iniziative culturali volte a evidenziare l’importanza e il prestigio della vicenda plurimillenaria del capoluogo vestino. Una sete di sapere e una volontà di trasmetterlo ad un ampio pubblico, che in Marcotullio si coniugavano strettamente con un forte orgoglio delle proprie radici e una forte spinta a fare conoscere i tesori artistici e architettonici di Penne in ambito nazionale e internazionale. Ricordo bene quando, andandolo a trovare da Sindaco nel suo ufficio presso la Fondazione Formoda (una delle sue tante, prestigiose creature), mi mostrava con grande soddisfazione i due monumentali volumi di “Pinna Vestinorum”, magistrale ricostruzione della storia dell’antica Penne e della vicenda del popolo dei Vestini, da lui promossa e finanziata. Marcotullio considerava quell’opera la prova piú eloquente e documentata della grandezza storica di Penne, del suo prestigio di capitale dei Vestini e di cittá assai ricca di beni artistici e culturali da custodire e promuovere. Ricordo inoltre quando mi incoraggiava a rilanciare il patrimonio museale di Penne, alla cui nascita e al cui sviluppo aveva dato un robusto contributo come Sindaco del capoluogo vestino. Un ambito in cui ho lavorato molto e (credo) con buoni risultati, anche grazie ai suoi preziosi suggerimenti. Di Marcotullio potrebbero essere ricordato tanti altri aspetti, ugualmente peculiari e significativi: la sua straordinaria generositá (profondamente sincera e mai esibita), le sue qualità imprenditoriali, il fortissimo legame con Penne e la sua gente. Ma voglio ricordarlo soprattutto cosí: come intellettuale impegnato nella valorizzazione amministrativa, economica e culturale della sua cittá. Un impegno sentito e vissuto come una missione al servizio dell’intera collettività.
Rocco D’Alfonso

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