Vestina Gas, polemica sul ribasso

PENNE – La vendita a trattativa privata del 12 per cento di Vestina Gas in possesso del Comune di Penne continua a far discutere.

In particolare gli esponenti del movimento Penne Città aperta, Emidio Camplese e Gilberto Petrucci, pretendono il massimo della trasparenza nella procedura avviata dalla maggioranza del sindaco Rocco D’Alfonso. Il governo pennese ha stabilito un prezzo di 790mila euro per il 12 per cento di Vestina Gas, ovvero il 50 per cento in meno rispetto all’importo previsto nel primo bando, e il tutto dovrà passare da una delibera di consiglio comunale giovedì prossimo. L’esigenza della maggioranza è di reperire i denari utili al pagamento del debito maturato con la famiglia Cutilli per l’esproprio dei terreni dove fu edificata la struttura sanitaria del Carmine, chiudere il bilancio ed evitare il default. «Chiediamo al sindaco D’Alfonso di fare immediatamente chiarezza sulle procedure di vendita delle quote detenute dal Comune di Penne nella società pubblica Vestina Gas Srl. Non abbiamo compreso», spiegano Camplese e Petrucci, «la strategia commerciale adottata dal sindaco attraverso cui è stata deprezzata la stima delle quote effettuata da un commercialista, dimezzando il valore dell’importo rispetto al primo bando. Oltre a danneggiare gli altri soci di Vestina Gas (i Comuni di Collecorvino e Loreto), c’è il forte rischio che si cristallizzi un danno per l’ente pennese. Le quote di Vestina Gas rappresentano un asset importante per risanare il bilancio comunale, svendere le quote è un’operazione incomprensibile. Poi, nella delibera consiliare non abbiamo letto alcuna clausola di salvaguardia per tutelare il personale amministrativo somministrato da Tecnoservices Srl. Il movimento Penne Città Aperta », concludono Petrucci e Camplese, «è favorevole alla vendita di tutto il pacchetto di quote detenuto dal Comune, il 57 per cento, al fine di risanare il bilancio e, allo stesso tempo, è favorevole ad attivare clausole di salvaguardia mirate a tutelare i dipendenti indiretti che oggi appaiono senza un futuro grazie alla folle strategia del sindaco».

Francesco Bellante

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