Tempo scaduto

PENNE – Il sindaco Donato Di Marcoberardino dunque va avanti. Il partito democratico, il suo, l’appoggia nella scelta. La Sinistra di Vendola si associa.

 

Il ciclone giudiziario che ha investito in pieno il Comune, dagli uffici più importanti al consiglio comunale, non produce effetti politici dirompenti se non il subentro, nel consiglio comunale sul bilancio 2010 del 6 maggio, di Gabriele Frisa e Maurizio Bifari in luogo dei dimissionari Femio Di Norscia ed Alberto Giancaterino, indagati. Torna in vita così la lista che vinse nel 2006, “Unione per Penne”, sparita dall’assemblea civica. “Sono sereno, ho sempre agito correttamente: perché dovrei dimettermi?”, pensa il primo cittadino indagato per le assunzioni dei collaboratori amministrativi al Comune e per la questione dell’affitto dell’ex mercato coperto al Conad. A un anno dal voto, quando nel 2011 è presumibile che la magistratura pescarese cominci la resa dei conti in aula, il clima è destinato ad incattivirsi. Del resto, l’arrivo di un commissario prefettizio, se il sindaco si dimettesse, aggiungerebbe problemi all’attuale centro sinistra. Un funzionario neutrale finirebbe per riaprire gli armadi ed i cassetti, a rispolverare vecchie carte, vecchie delibere, vecchi debiti fuori bilancio, errori ed omissioni ben noti alle cronache ed ai pennesi. “Farebbe bene a dimettersi invece il sindaco”, osserva Camillo Savini, vice coordinatore del Pdl. “Darebbe un segnale di presa d’atto della situazione alquanto negativa. Come pensa di arrivare a fine mandato e con quale prospettiva di ricandidatura?Inchieste a parte, come sempre siamo garantisti fino in fondo, è il fallimento di un modo di fare politica che da sempre caratterizza anche Penne. Io non sono mai stato eletto nella mia città: ci sarà un motivo, o no?”.

 

 

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