
PDL PENNE: D’ALFONSO NON CONOSCE LA STORIA. PRIMA TORNARE A ESSERE CITTA’ LEADER DELL’AREA VESTINA
Penne (Pe), 23 agosto – «Se il sindaco di Penne, Rocco D’Alfonso, avesse letto attentamente il decreto n. 922 del 4 maggio 1811 “Decreto per la nuova circoscrizione delle 14 provincie del Regno di Napoli”, avrebbe sicuramente convenuto che l’ipotesi proposta dal sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, non è così peregrina».
Così replica il coordinatore cittadino del Pdl, Antonio Baldacchini, al sindaco Rocco D’Alfonso sulle ipotesi di riordino delle province abruzzesi. «Con l’abolizione della feudalità e con il nuovo ordinamento amministrativo del Regno (secondo il decreto n°922 del 1811) – aggiunge Baldacchini – la Città di Penne diventava Capoluogo di distretto del I Abruzzo ulteriore e veniva inserita nella circoscrizione provinciale di Teramo (solo il 2 gennaio 1927, venne inserita nella nuova provincia di Pescara). Al di là delle polemiche attuali sulla soppressione delle province, e nell’ottica invece di una riorganizzazione concreta del sistema istituzionale regionale su cui il Cal entro il prossimo 2 ottobre dovrà esprimere un parere, la Città di Penne dovrebbe tornare a svolgere invece quel ruolo istituzionale preminente e forte che il decreto del Regno le aveva attribuito. Non possiamo cancellare la storia con un colpo di spugna». Il Pdl lancia, quindi, una proposta: «Si potrebbero accorpare, ad esempio, i servizi dei comuni confinanti, ubicati nell’area vestina, con popolazione residente inferiore a 5 mila abitanti, come i centri di Arsita, Castiglione Messer Raimondo, Loreto Aprutino e Picciano, i cui cittadini gravitano oggi nel bacino pennese. La legge lo prevede. È questa la battaglia che dobbiamo vincere: tornare prima di tutto a essere la città leader dell’area vestina, al di là dell’appartenenza al circoscrizione territoriale di riferimento».
Commenti recenti
Il nuovo programma di Jennifer Di Vincenzo, dal lunedì al venerdì alle ore 11.oo su Rete 8
Carlo Frascari segretario regionale sulle criticità e le esigenze della scuola che si accinge a ripartire