Pescara in Azione, Torelli: “L’ospedale di Penne inadeguato senza eliporto“

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – La recente notizia dell’indizione delle procedure di gara europea per la ristrutturazione dei padiglioni del Presidio Ospedaliero del “San Massimo” di Penne, data da esponenti politici locali con toni trionfalistici assolutamente fuori luogo visto il ritardo di circa 20 anni dallo stanziamento dei relativi fondi, non deve nascondere le criticità che affliggono e continueranno ad affliggere l’operatività della struttura vestina anche dopo questo intervento meramente di messa a norma edilizia.

Accanto infatti al sempre maggiore depauperamento di professionalità sanitarie e di reparti/servizi che ne minano sempre più la capacità di risposta ai bisogni sanitari della comunità vestina e che rischiano di trasformare il nosocomio pennese in un, seppur rinnovato, contenitore vuoto, c’è un aspetto di questa ristrutturazione gravemente lacunoso. La mancanza, dopo 26 anni dall’attivazione del Servizio Regionale di Elisoccorso 118, di una elisuperficie prossima ai padiglioni ospedalieri. La Regione Abruzzo, già dall’attivazione del servizio nel 1997 raccomandò a tutti i comuni abruzzesi di predisporre aree idonee per l’atterraggio di elicotteri, con particolare riferimento a quelli sede di strutture ospedaliere (molti i comuni abruzzesi che si sono dotati di tali aeree).

E, le stesse ASL, hanno medesime linee guida, tese ad accrescere la funzionalità della rete ospedaliera. A Penne, con riferimento alle operazioni di “trasporto urgente pazienti tramite elicottero secondari” ( pazienti che vengono trasferiti, per patologie tempo dipendenti, da ospedale Spoke a ospedale HUB) avvengono ancora utilizzando il campo sportivo di contrada Campetto, distante oltre 5 km dal San Massimo.

Con il concreto effetto che spesso, visti i tempi di trasporto al campo sportivo, trasbordo in elicottero e trasbordo successivo su navetta in aeroporto a Pescara (stante l’indisponibilità dell’eliporto ospedaliero di Pescara/altra situazione scandalosa), risulta  più conveniente il trasporto terrestre e nonostante la situazione viaria disagiata dell’area vestina! Vanificando così la risorsa elicottero (vettore più rapido, assenza di vibrazioni da trasporto e presenza di equipe con anestesista-rianimatore) e dilatando tempi di intervento “vitali” in diverse patologie. Se si considera la chiusura del “Punto Nascita” e la soppressione di reparti ospedalieri intervenuta negli ultimi anni (Rianimazione e UTIC) nel presidio pennese, ben si comprende la gravità della situazione attuale.

L’occasione della ristrutturazione del San Massimo con le risorse finanziarie a disposizione (16 milioni di euro) poteva colmare questa gravissima lacuna infrastrutturale, il cui costo, peraltro, è assolutamente marginale. Ma i decisori aziendali e istituzionali (Asl, Assessorato Regionale alla Salute e Comune di Penne) hanno ritenuto di lasciare la situazione nello stato descritto. Continuando a operare una logica all’insegna del “si salvi chi può” e della cronica marginalizzazione delle esigenze di una rilevante parte della comunità provinciale”.

Stefano Torelli
Segretario Provinciale Pescara 
AZIONE 

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