Operazione trasparenza di D’Alfonso: vi dico quanto costò la giunta di Fornarola (e Di Simone)

PENNE – Un’indennità di carica di appena mille euro restituita solo il 16 aprile, cioè sette anni dopo averla indebitamente percepita, può costare il posto di consigliere comunale all’architetto Vincenzo Di Simone, eletto nella lista Penne Nuova, una civica orientata a destra. Un consigliere comunale infatti non può avere debiti con l’ente che contribuisce ad amministrare.

Di Simone dal 2001 al dicembre 2005 fu assessore all’urbanistica nella giunta di Paolo Fornarola. Si dimise perché i suoi familiari citarono il Comune per danni legati ad un’infiltrazione d’acqua (causa ancora in corso). Ma percepì mille euro che però non gli erano dovuti sulla base di una riduzione dei compensi decisa mediante una delibera di giunta del 2005. Nel maggio 2006 venne eletto consigliere di minoranza: a dicembre la ragioneria comunale gli chiese il rimborso della somma. Di Simone venne di nuovo eletto due anni fa, ma stavolta consapevole del debito (fu sollecitato al rimborso anche nel 2010). Chiamato a restituire i mille euro anche il 4 aprile scorso dopo che nel consiglio comunale del 26 marzo il caso l’aveva fatto scoppiare il vice sindaco Luigi D’Angelo dell’Italia dei Valori. Si discuteva del taglio alle indennità dell’attuale amministrazione, così come richiesto da alcuni consiglieri come, ironia del caso, lo stesso architetto Di Simone che solo il 16 aprile ha restituito i mille euro. E’ così emersa la ricostruzione della vicenda con una esemplare operazione trasparenza promossa dalla giunta D’Alfonso. Sempre nel consiglio del 26 aprile è circolata la tabella delle indennità corrisposte all’amministrazione diretta dal sindaco Paolo Fornarola (manca però quanto incassato da Tito Viola, che fu presidente del consiglio ed assessore). In tutto (meno Viola) ben 649 mila euro nel quinquennio 2001-2006. Quello per intenderci del buco di bilancio venuto fuori così, all’improvviso, secondo la lettura di chi ne è responsabile. Poi Fornarola dal 2005 al 2009 fu assessore provinciale alla cultura (e pensare che non venne eletto consigliere): altre robuste indennità di funzione incassate per uno che si è sempre dichiarato un non politico. Nel frattempo, il caso Di Simone agita il consiglio comunale di nuovo convocato per il 30 aprile: ci sarà da votare il consuntivo 2012. Un pastrocchio. Scalpita Antonio Baldacchini, coordinatore pennese del Pdl: è lui che potrebbe sostituire Di Simone.

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