ELEZIONI 25 SETTEMBRE: INTERVISTA AL SENATORE D’ALFONSO

Senatore, era proprio necessario in questo momento storico anticipare la caduta del governo? Il 58% degli Italiani dice di non averlo capito e di non averlo compreso. Lei che era seduto in Parlamento cosa ci può dire in merito?
Se potessimo dare nome e cognome alle cose, a queste cose, diremmo che il nome è Irresponsabilità ed il cognome Immoralità.
Il Paese, noi, non avevamo bisogno di tutto questo, non avevamo bisogno di “cartelloni”, di slogan e di capricci.
L’Italia non aveva bisogno di elezioni in questo momento di emergenza. Ogni giorno siamo martellati dalle conseguenze dell’emergenza energetica, dalle ripercussioni della guerra.
La caduta del Governo Draghi ci ha portato a dover raccogliere la sfida, perché non si interrompa il cammino dell’Italia.
Ma sarebbe stato meglio non doverlo fare ora. C’era bisogno di un Governo che terminasse il suo ciclo naturale, che mandasse avanti per gli ultimi sette mesi il Paese nel modo migliore possibile, nel modo in cui stava operando. Qualcuno, invece, ha scelto la strada delle elezioni per convenienze di parte. Per incassare lo scontento e prendersi tutto. Proprio nel momento in cui c’è bisogno di dare.
Ribadisco, tutto questo vuol dire irresponsabilità ed immoralità verso il popolo italiano.

Dopo il Covid e la guerra, e anche grazie a quest’ultima, ci siamo ritrovati dinanzi ad affamati speculatori. Ci si è aggiunta la siccità per non farci mancare nulla.
L’Italia dinanzi a tutte queste emergenze, nonostante il lavoro svolto dai vari Ministeri impegnati su questi fronti, è sembrata o possiamo dire, è “nuda”. Troppi ritardi su tutto. La burocrazia la fa da padrona ed ha agevolato il lavoro degli speculatori da un lato ed ha messo in ginocchio molte attività produttive, anche nel campo dell’agricoltura col razionamento dell’acqua.
Per Gas ed Energia cosa si può e si deve fare? Per l’acqua pensare di riproporre all’Italia il modello Pantelleria è utopistico? Lei certamente sa che l’Italia è l’unico paese che usa l’acqua potabile per lo scarico del bagno, per il bidet e per la doccia, a parte le reti acquedottistiche colabrodo.

Sono necessari alcuni indirizzi precisi:

  • C’è bisogno di un cambiamento culturale che ci aiuti a rendere più sostenibili gli stili di vita. Dobbiamo impegnarci a salvaguardare e a non sprecare. Negli anni che verranno dovremo soprattutto aver cura di ciò che abbiamo;
  • Occorre una vera responsabilizzazione dei dirigenti e dei funzionari delle Pubbliche Amministrazioni garantendo loro contratti di lavoro idonei e adeguati, ma regolamentando la percezione di tali adeguamenti al raggiungimento di determinati risultati premianti che consentano di ridurre i tempi di lavorazione delle pratiche, la quantità e la qualità delle stesse, in modo da assicurare diritti e bisogni dei cittadini, soprattutto in relazione a un tema tanto strategico.
    Certo , per quanto riguarda l’acqua il modello Pantelleria non è utopistico, ci si può e ci si deve lavorare su, è un ottimo modello di riferimento, ma occorre anche un impegno corale sulla scia della prima scelta che ho appena citato; senza di quella non penso si otterranno i risultati che gli italiani si aspettano e che si meritano.

Lgbtq, eutanasia, pianificazione certa di futuro (di vita), lavoro, sanità, meritocrazia…
Bicamerale, costituzione, immigrazione, legge elettorale, presidenzialismo….
Senatore, provi ad indovinare quale di queste sono le voci che interessano agli italiani e di cui parlano e vorrebbero che i politici parlassero e quali sono gli argomenti di cui parlano i politici.
La società è cambiata, è fluida, liquida anche a causa della spinta ricevuta dalla politica nei decenni precedenti. La politica si arrocca, si è arroccata e sta arroccandosi.

Ci sono tre tipi di diritti. Uno è il diritto civile dove c’è bisogno di cultura e di un salto della stessa cultura da parte di tutti.
Lo Stato non può e non deve avere nulla a che fare con le scelte delle persone, in relazione alle loro necessità e ai loro bisogni. Deve promuovere la possibilità di praticare la libertà nei progetti di vita, rimuovendo le cause delle disuguaglianze, come ci indirizza a fare la Costituzione.
Per quanto riguarda il diritto sociale ed il diritto economico non si parla di bisogni ma di necessità.
Durante il Covid ci si è interrogati sulle categorie a cui somministrare prioritariamente il vaccino.
Non credo che si possa scegliere a seconda del ceto, o della ricchezza, o del merito. Si deve scegliere, obbligatoriamente, chi è più debole, più debole in tutti i sensi.
Ed io mi sono battuto per questa scelta, ho lottato insieme a diversi colleghi perché ciò fosse riconosciuto come imprescindibile. E così è avvenuto.
Non possono esistere “caste” da vaccinare e lasciare le persone deboli alla mercé di ciò che accadrà o potrebbe accadere. La politica ha spesso difficoltà a capire la gente, il guaio è che ha assunto una configurazione verticale, molto verticale, anzi troppo verticale.
Ad esempio, la legge elettorale non permette realmente al cittadino di scegliere il suo rappresentante in Parlamento, ma è come se il partito facesse assunzioni di determinate persone messe lì nelle proprie liste da portare poi a Roma; si può dire che la politica assuma i “suoi” invece che farli eleggere; affermarlo non è molto lontano dalla realtà.
La politica ha smesso di essere politica e questo è una grave perdita per il cittadino, l’elettore, si fa politica solo durante i periodi di, mi passi il termine, “festa” elettorale, 1 o 2 mesi ogni tanto in occasione delle elezioni; si è perso il rapporto, il contatto con la gente e la realtà, con i problemi veri.
Serve più politica per risanare la democrazia che oggi ha assunto i toni di una “democrazia omeopatica”; serve la politica che attragga gente, elettori, che dia loro voce, che li renda partecipi.
Altrimenti succede quello che vedo oggi: molti candidati casuali e catapultati da fuori che si muovono consultando mappe digitali per muoversi nei territori a caccia di consensi e questo la dice lunga sulla lontananza della politica dalla gente e sul nascondimento degli eletti dagli elettori.

Calenda, Renzi, Di Maio, Gelmini, Carfagna, Tremonti, etc etc
Cambio casacche e stipendi ancora vigenti ricevuti in virtù dei voti ottenuti nei partiti in cui sono stati eletti nel tempo.
Lei fu molto corteggiato molti anni fa ma non cedette. Cosa pensa di questi cambi, non pensa a un certo tradimento verso chi ha votato quel partito?

Nella mia storia personale e nella mia educazione politica, risalente al ‘900, ho sempre mantenuto un atteggiamento e una pratica di coerenza nell’ appartenenza politica e soprattutto nel rispetto del mandato di rappresentanza ricevuto più volte dal mio elettorato.
Penso che sia una pratica che vada recuperata ed è un atteggiamento che abbiamo tenuto molto in considerazione qui in Abruzzo nella presentazione delle nostre liste. Noi non abbiamo nulla a che fare con i cambi di casacca, giravolte di partito ma anche con i paracadutati che vengono da fuori per strappare agli abruzzesi un seggio sicuro; insomma non abbiamo tra noi tipi alla Marsilio.

Ho letto tutti i programmi dei maggiori partiti/coalizioni.
Nessuno parla di come lascerà il paese nel 2027 senza permettere agli italiani di decidere in merito a quanto “da voi” previsto per il futuro della loro vita e dei loro figli.
Che futuro ha un Paese in cui la politica non fa e non determina certe scelte se non quelle del solo domani o di problematiche lontane anni luce dalla vita della gente che andrà a rappresentare per i prossimi 5 anni e deciderà per loro su programmi e cose oggi sconosciuti?

Occorre un salto di consapevolezza politica e responsabilità verso il Paese, che affronta la sfida elettorale piegato da due fratture di civiltà, prima la pandemia e ora la guerra, che nella sua forza distruttiva amplifica le criticità già emerse nel 2020, con un aggravio nei confronti dei più deboli. Servono visione, lungimiranza e coraggio e, non da ultimo, competenza tecnica e di merito. Solo così le risposte attese troveranno la loro genesi.
Comunque, il programma politico del Partito Democratico affronta e declina chiaramente i punti politici che necessitano di sviluppo e attuazione da qui al 2027, sono punti quali:

Sviluppo sostenibile e transizioni ecologica e digitale;

Lavoro, conoscenza e giustizia sociale;

Diritti e cittadinanza.

È solo la declinazione congiunta di questi tre macro temi rispetto alle contingenze dell’attuale congiuntura economica che permetterà di dare le risposte che il Paese si attende, a partire dalle generazioni dei più giovani e da coloro che vivono e sopportano una condizione di disagio sociale.

Nuova Pescara.
Ma perché occorre così tanto tempo per far partire un progetto politico-amministrativo votato dal 64% (a favore) degli aventi diritto nel 2014, legiferata dalla Regione Abruzzo nel 2018, fusione prevista nella primavera del 2024 ed invece…si sentono ancora voci sul … “non bisogna avere fretta” … (voci politiche beninteso!!!!)
Cosa manca?
E poi…se proprio la politica disattende ciò che le leggi impongono di fare, che dovrebbe fare gente comune?

La volontà legislativa espressa da centomila autoconvocati che hanno chiesto una nuova forma urbana è certamente un impegno, occorre dare valore alla domanda del progetto di fusione, superando il confinismo che abbiamo ereditato dall’ ‘800 e dal ‘900 e cercando di utilizzare la spinta istituzionale che arriva dai territori.
Non mi appartengono né il termine fretta, né il termine paura, occorre riempire il tempo che ci separa dalla fusione allineando i linguaggi amministrativi, contabili ed economici.
Nel corso di questa legislatura mi sono adoperato perché il processo della nuova città progetto potesse avere gambe e forze idonee al percorso che si è intrapreso.
Sono riuscito a fare approvare un provvedimento di natura economica che assegna 105 milioni di euro in 10 anni, che si aggiungono ai trecentomila già previsti dalla Regione Abruzzo, per sostenere e supportare il processo nella sua interezza.
Poi ho promosso un provvedimento di natura amministrativa, che dà i permessi necessari a tutti gli amministratori pubblici dei tre comuni coinvolti a supporto delle necessarie attività istruttorie.
Lavorerò anche per una terza norma, che dia la possibilità di individuare e costituire una pianta organica dedicata al nuovo comune.
Il compito della politica è di interpretare la volontà collettiva attuando i necessari percorsi legislativi ed istruttori; così facendo la città progetto potrà essere lievito per tutta la realtà circostante e anche per l’entroterra; potrà essere interlocutrice europea e punto di riferimento per la macroregione adriatico ionica anche rispetto al dettato del art.117 della nostra Costituzione.

Ultima domanda….
Cosa c’è sulla Sua Luna per l’Abruzzo del futuro…sia chiaro, nessuna promessa ma quello che farà, nelle possibilità e nel ruolo che andrà a ricoprire in Parlamento dal 26 settembre o giù di lì …

In questa campagna elettorale, forse la più diversa e particolare fra le tante in cui nel tempo mi sono misurato, ho scelto un messaggio di grande dignità per la nostra regione.
L’Abruzzo deve avere la luna, deve recuperare la sua più alta moralità, sviluppare ed amplificare le sue grandi virtù, le opportunità perse.
Per quanto mi riguarda, mi impegnerò senza misura per coltivare i rapporti con le istituzioni, le espressioni vitali della società, le voci dell’impresa e del lavoro, e tutte le persone che non vogliono essere indifferenti alla realtà, discernendo nel dettaglio le cose necessarie da realizzare e i modi per farlo. Farò in modo che possano essere usati in modo avveduto, consapevole e puntuale i tre miliardi di euro destinati all’Abruzzo dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Nel dettaglio torno a citare la necessità di completare le grandi infrastrutture di trasporto che abbiamo fatto inserire nella rete TEN-T dell’Unione Europea (corridoio Baltico-Adriatico), la piena attuazione delle Zone Economiche Speciali (ZES) per la semplificazione amministrativa e l’agevolazione fiscale di chi vuole investire e produrre occasioni di lavoro, l’espansione della dimensione cittadina cogliendo le opportunità delle nuove tecnologie per offrire servizi di qualità a tutti, a prescindere dal luogo in cui hanno scelto di vivere, la centralità della scuola nella vita sociale, la garanzia della dignità nel lavoro, che vuol dire anche impedire che resti povero chi lavora, una sanità a misura di persona. Sono questi alcuni degli assi principali del nostro impegno nella legislatura che verrà.
Di certo io ci metterò tutta la mia determinazione per fare in modo che la Camera dei Deputati si apra alle esigenze e alle istanze dei nostri territori e delle nostre comunità, seguendo anche l’esempio di illustri deputati del passato come Remo Gaspari, Luigi Tom Di Paolantonio e Raffaele Di Primio, che in quel ruolo hanno saputo, sia pure in modi diversi, creare le condizioni per il primo vero sviluppo dell’Abruzzo.
Adesso è il tempo di scrivere una pagina nuova in questa storia di sviluppo.
È la luna che vogliamo assicurare a ogni abruzzese. Sta lì, possiamo raggiungerla insieme.

Buon lavoro Senatore, non dimentichi l’Abruzzo…l’Abruzzo al centro del suo impegno politico e di tutti i parlamentari che saranno eletti (anche gli assunti come dice Lei) nella nostra Regione il 25 Settembre.

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