Un TRENO di OPPORTUNITA’
Trasformare questa CRISI ECONOMICA e SOCIALE in una OPPORTUNITA’ attraverso un PIANO per il RILANCIO del SISTEMA ABRUZZO

Senza soffermarci troppo sull’accaduto e sulle prospettive di merito, ci limiteremo a registrare come l’emergenza sanitaria da coronavirus ha determinato danni economici e sociali in alcuni casi irreversibili e ha evidenziato come, nel terzo millennio, il sistema non fosse preparato a una tale evenienza.
I danni economici hanno impattato su un’economia che già dal 2008 era sottoposta a stress continui oltre che a forti sollecitazioni telluriche che hanno portato il sistema economico vicino al collasso.
I Governi hanno cercato di tamponare l’emergenza con provvedimenti di sostegno che sono andati dai piccoli e piccolissimi contributi a pioggia, dalla sospensione delle tasse, alla rottamazione e varie formule di rateizzazione e ri-rateizzazione.
Ma oggi si apre una fase nuova, da una parte non bisogna abbassare la guardia rispetto all’emergenza sanitaria e cercare di limitare la diffusione del virus, mentre dall’altra i Governi stanno mettendo in piedi una strategia comune sulla ripartenza e sull’organizzazione della macchina amministrativa e del supporto alla riorganizzazione del sistema economico e produttivo.
Sono nati programmi di sostegno alla ri-organizzazione della macchina amministrativa, riforme strutturali che possano
facilitare la vita del cittadino e dell’impresa nei rapporti con la PPAA e programmi di sostegno economico e finanziario.

L’Europa con gli Stati membri ha disegnato una serie di programmi di aiuto complementari, che accompagneranno il continente ad una ripresa costante e crescente.

Noi lo abbiamo immaginato come un treno trainato da una motrice che porta con sè una serie di vagoni con altrettanti strumenti in grado di sostenere il sistema economico. Un treno che farà tappa in tutte le stazioni e che va preso al volo, senza tentennamenti, con la consapevolezza che si tratta di una opportunità unica e forse irripetibile.
Il Piano Nazionale di Rilancio e Resilienza è il programma più importante e, ai contributi di natura economica (dei quali scriveremo più avanti), prevede quattro tipologie di riforme: orizzontali, abilitanti, settoriali e di accompagnamento. Combinate assieme queste azioni riformatrici delineano una strategia incentrata sul ricambio generazionale dei dipendenti pubblici, degli strumenti a loro disposizione e del modo di interfacciarsi all’interno della PA e con l’utenza con una forte
accelerazione sui processi di digitalizzazione.
Le azioni potranno avere un importante effetto sui rapporti che la PA avrà con i cittadini e le imprese e sui tempi e sulle condizioni in cui si svolgono le attività imprenditoriali e la vita quotidiana, contribuendo alla crescita del PIL.
A dimostrazione di quanto sia necessario riformare, l’impatto delle sole riforme sul PIL è stimato al 1,4% in 5 anni e al 3,3% in 10 anni, mentre gli effetti del Piano nel suo complesso sono stimati al 16% in 5 anni per l’Italia e ben 24% per il SUD!
Dall’Europa si muoveranno migliaia di miliardi che andranno in quella direzione, il governo darà vita a programmi complementari e le regioni saranno i finalizzatori di molte di queste iniziative.
Tra le sigle che contraddistinguono i vari programmi (PNRR, NGEU, FESR, FSE, PSR, FSC, FEASR, FEAMP, POR, PON, SIE e tanti altri) c’è il rischio di perdersi, così anche tra i valori in euro e gli obiettivi.
Certamente si tratta di un piano di ripresa che aiuterà l’Unione a gettare le basi per rendere le economie e le società dei paesi europei più sostenibili, resilienti e preparate alle sfide e alle opportunità della transizione ecologica e digitale.

Oggi inizia il viaggio del Centro Studi sul treno delle opportunità, in ogni numero racconteremo le
“missioni” del PNRR, le “azioni” dei vari POR regionali, gli “assi” dei vari PON e gli “interventi” del
FSC. Il nostro obiettivo è informare con passione, senza interessi e con il desiderio di condividere
opportunità che vanno colte con saggezza, capacità di panificazione e con una buona dose di
altruismo.

Siamo all’avvio del periodo di programmazione 2021-2027 con i relativi Fondi Strutturali ai quali si aggiunge lo strumento finanziario denominato Next Generation EU, un dispositivo da 750 miliardi di euro, dei quali oltre la metà, 390 miliardi, è costituita da sovvenzioni, pensato per stimolare una “ripresa sostenibile, uniforme, inclusiva ed equa”. Di per sé il più grande pacchetto, mai finanziato dall’UE, attivato per stimolare l’economia con un importante sostegno agli Stati membri per investimenti e riforme.

In questo contesto si inserisce Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), lo strumento che traccia gli obiettivi, le riforme e gli investimenti che l’Italia intende realizzare grazie all’utilizzo dei fondi europei di Next Generation EU, per attenuare l’impatto economico e sociale della pandemia e rendere l’Italia un Paese più equo, verde e inclusivo, con un’economia più competitiva, dinamica e innovativa.
Il Piano si articola in 6 Missioni, che rappresentano le aree “tematiche” strutturali di intervento: Digitalizzazione, innovazione,
competitività, cultura e turismo, Rivoluzione verde e transizione ecologica, Infrastrutture per una mobilità sostenibile, Istruzione e Ricerca, Inclusione e Coesione e infine Salute.
Molte Aree vengono affrontate anche nella nuova programmazione regionale, che vedrà alcuni programmi finanziati con oltre il doppio delle risorse rispetto alla programmazione precedente, così come previsto nell’Accordo di Partenariato 2021/2027 che la conferenza delle regioni punta a notificare a Bruxelles per la sua approvazione entro fine estate e che dovrà basarsi su una visione unitaria delle risorse delle Politica di coesione, che tenga insieme fondi UE e Fondo sviluppo e coesione
La proposta di programmazione delle risorse contenuta nella bozza di Accordo di partenariato assegna inoltre due terzi dei fondi ai Programmi regionali (POR), mentre il resto andrà ai Programmi operativi nazionali (PON), ridotti da
13 a 10 su sollecitazione della Commissione UE.
La ratio della scelta risiede nella volontà di “mantenere e potenziare le esperienze migliori del ciclo 2014-2020”, unita però all’obiettivo di introdurre anche “nuove importanti iniziative, come il PON Salute, fortemente voluto dal ministro per contribuire a colmare i deficit della sanità meridionale” Pertanto la programmazione dei fondi UE 2021-27: dovrebbe vedere circa 56 miliardi ai POR e circa 23 MILIARDI ai PON.
In Abruzzo anche nel nuovo FESR 670 Mln e nel nuovo FSE 337 mln sono presenti gli obiettivi di digitalizzazione, ricerca e innovazione, di crescita e competitività delle PMI, così come hanno la loro importanza i temi relativi all’occupazione, all’istruzione, alla formazione e all’inclusione sociale.
Cultura e del turismo vengono affrontati assieme, così come previsto nella prima Missione del PNRR.
Ecco che allora la sfida riguarderà il modo in cui il fondo di ripresa dell’Ue e quelli della politica di coesione possano completarsi a vicenda. Il principio fondamentale sarà certamente quello di garantire che “non ci siano né sovrapposizioni né doppi finanziamenti”. A ciò si aggiungerà l’attenzione per far sì che gli elementi di diversità non vengano trascurati ma anzi approfonditi e messi in relazione alle azioni da attivare.
A questi programmi si andranno a sommare, con molta probabilità, le somme residue della vecchia programmazione che, grazie ad una sorta di magia tecnica, l’Autorità di Gestione riuscirà a rendicontare nei tempi, ri-ottenendo lo stesso importo (per FSE e FESR una somma vicina 100 milioni di euro) sul FSC (Fondo Sviluppo e Coesione) grazie al “Accordo
Provenzano”.
Per il territorio regionale ci sono anche i programmi di sostegno allo sviluppo rurale e alla pesca che nella programmazione in corso hanno visto impegnati più di 400 milioni di euro (Feasr e Feamp) e nella prossima, con molta probabilità supereranno i 600 Milioni di euro (per il primo biennio siamo già a circa 200 Milioni di euro).
Va poi tenuta presente l’attuazione del programma straordinario Zes, il piano di infrastrutturazione dei porti e delle ferrovie e la prospettiva derivante dall’integrazione nella macro regione Adriatica.
Nel caso della nostra regione, data l’enorme mole di risorse stanziate e da stanziare, l’Amministrazione regionale sta attuando
una strategia che determini una capacità di programmazione, spesa e attuazione assai maggiore rispetto al recente passato, al fine di evitare l’atavica incapacità di spesa dei fondi e migliorare le performance relative a loro ”assorbimento” e con questo scopo sono stati attivati appositi tavoli di concertazione all’interno di un programma di attività denominato ABRUZZO
PROSSIMO.
Dal canto loro le imprese e il sistema produttivo regionale dovranno studiare per non farsi trovare impreparate a questa vera e propria “pioggia di opportunità”.
Sarà fondamentale il lavoro della rappresentanza sindacale e istituzionale, delle aggregazioni delle imprese, dei Poli d’Innovazione e dei numerosi contratti di rete.
Con il “Codice abruzzese” la Regione Abruzzo ha impostato la condivisione come scelta di sistema.
Parte il VIAGGIO del centro studi di Abruzzo Positivo in questo mega progetto di sviluppo integrato con l’unico intendo di imparare a conoscerlo meglio insieme ai nostri partner.

Angelo D’Ottavio – Centro Studi “Abruzzo Positivo” by EUROSVILUPPO srl

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