UN CANTO DI SPERANZA
Valentina Di Blasio, ostetrica a Brescia, si esibisce a sorpresa fra i malati

PENNE – Nero e lucido, proprio all’ingresso del Civile di Brescia, quel pianoforte era lì ad aspettare lei che così gli si è seduta davanti e l’ha suonato alla vigilia di Pasqua in una pausa da quel duro lavoro di questi giorni di sofferenza. Valentina Di Blasio è un’ostetrica e cantante lirica, pennese purosange. Ha sorpreso tutti, regalando momenti di gioia indimenticabili poi moltiplicati dai social su cui il video della sua esibizione è stato inserito. E’ stata una collega a spingerla a quel breve ma intenso concerto e lei si è lasciata andare offrendo ai degenti ed ai suoi colleghi un pomeriggio diverso. “Spero di avere regalato nuove emozioni. E’ successo tutto così all’improvviso: l’arrivo del pianoforte nel salone all’ingresso dell’ospedale grazie ad una ditta bresciana, la Passadori, e l’invito pressante della mia collega che poi ha filmato tutto. Sono contenta di aver dato un attimo di respiro, un gesto, la presenza, la forza di sentirsi uniti con le note di musiche straordinarie e cariche di sentimento come l’Halleluja di Cohen “, racconta Valentina che a Brescia vive e lavora da tredici anni senza averne acquisito tuttavia l’accento. “E’ stato anche per allentare la forte tensione di questi giorni, ormai lunghissimi, sempre uguali, sempre con lo stesso carico di sofferenza. Il nostro ospedale è in una zona alquanto aggredita dal virus come tutti sanno”. Lei è un’ostetrica, ha studiato all’università di Chieti per poi arricchire la sua vita laureandosi anche in canto lirico al conservatorio di Brescia, ma all’inizio la passione l’aveva alimentata a Penne nella scuola del maestro Giacinto Sergiacomo e con un docente del calibro di Nunzio Fazzini. “Mi sono imbattuta in alcune pazienti contagiate dal Covid-19 che hanno partorito in totale sicurezza ed è questa la soddisfazione più grande per chi sta in una trincea come questa bresciana. Dal mio punto di vista, ho dovuto lavrare su me stessa sia per darmi sicurezza e soprattutto per trasmetterla a chi era piuttosto spaventata e mi stava davanti. Una doppia pressione che credo mi abbia maturato e che oggi a distanza di settimane dall’esplosione dell’epidemia mi fa dire di avervi preso le misure. Sono riuscita cioè a razionalizzare”. E allora ecco il pianoforte. E’ collocato qualche piano al di sotto del suo reparto. Con i guanti e la mascherina, ma senza farci caso più di tanto. La musica non può attendere in quell’inusuale palcoscenico. E quel video quasi rubato grazie all’insistenza di una collega restituisce un piccolo cristallo di poesia. “Ora lo sanno tutti qui e in fondo se pensano a me per associarmi a un qualcosa di così forte come può essere il messaggio di una melodia, ben venga!”. Penne è sempre nel suo cuore, anche suo marito è pennese ed è un collega impegnato in un altro servizio sanitario. Ancora Valentina:”Dobbiamo lottare tutti, cambiare qualche abitudine ed alla fine ce la faremo tutti!”. Perché la voce di chi per professione e per missione aiuta tanti bimbi a venire alla luce – voce che neppure la mascherina riesce a imbrigliare – è un’ode alla vita. E lei di bimbi ne ha due, uno di sette e l’altro di tre anni, da abituare alla vita.

Berardo Lupacchini

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