Stop alla violenza sulle donne. Rosciano, tra attivismo e uno storico omicidio

È possibile schierarsi contro questa orribile realtà con l’informazione, la solidarietà e soprattutto con la denuncia. La denuncia, ebbene sì, cari lettori. Parliamo di questa azione tanto difficile e mai consigliata nei nostri territori. Lo sappiamo tutti com’è organizzata la vita in un piccolo paesino dell’entroterra, tutti si conoscono e in tanti cercano di risolvere le situazioni, anche tragiche e gravi come queste, con una semplice pacca sulla spalla.

Non è così che funziona! Fondamentale è il 1999 che con una risoluzione delle Nazioni Unite (54/134 ndr) viene finalmente ufficializzata come la giornata mondiale per la sensibilizzazione della cittadinanza contro la violenza sulle donne. In Italia, solo dal 2005 viene celebrata questa giornata in tutte le piazze delle principali città italiane, da Roma a Bologna (le promotrici dei più famosi flash-mob tricolori) fino alle piccole realtà. È ancora scarso il lavoro che si fa in questo senso. La comunicazione e la sensibilizzazione su questo delicato tema dovranno essere all’ordine del giorno per società civile e politica. Rosciano, come altri paesi del circondario non si fa cogliere impreparata. La famosa panchina rossa, segno di lotta per tutte le donne del mondo e in ricordo delle vittime di femminicidio è presente anche qui. “Sotto la torre e di fronte alla Majella, la montagna madre” così scrive il Coordinamento Donne Rosciano in una nota sulla loro pagina Facebook.

La città sul colle, come amo definirla io, non è molto nota alle cronache per queste tristi situazioni (per fortuna) ma parlando con tanti anziani è possibile venire a conoscenza di una grigia realtà. 60 anni fa, all’incirca, si racconta di una Rosciano passata alle cronache per un delitto ancora irrisolto. Sembrerebbe che una donna, un Venerdì Santo, si recasse in un paese vicino, e lungo il percorso un uomo l’avrebbe assassinata con un sasso. Dai racconti, sembrerebbe che tutto sia nato da una discussione famigliare e che già l’uomo avesse minacciato la donna di ritorsioni. Ancora oggi il tutto resta un racconto senza certezze. L’uomo è stato arrestato dopo le confidenze fatte alle forze dell’ordine da alcune lavandaie presenti e il corpo della donna ritrovato nel bosco. Attualmente però, non si hanno conferme chiare della triste vicenda. Un giallo che ha portato Rosciano su tutti i quotidiani regionali. Ci saranno stati altri casi simili? Altri legati a discussioni all’interno delle famiglie che poi si sono trasformati in vere e proprie liti, in cui a farne le spese è sempre stata la donna? Non lo sapremo mai, ma siamo certi che tutti cercano di non denunciare. Magari per vergogna, per tutelare la famiglia, o probabilmente, per evitare il “chiacchiericcio” paesano, ma sappiamo che non funziona così. Oggi bisogna denunciare e mettere fine a questa vergogna. Basta violenza sulle donne, perché se ti picchia, non ti ama.

 

William Grandonico

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