PIANGE L’ABRUZZO PER LA PERDITA DI GIANLUCA TARQUINIO

Se ne è andato Gianluca Tarquinio e piange non solo la sua amata Marsica ma l’Abruzzo intero. Ci aveva messo in contatto con lui l’amico Francesco Zimei perché Gianluca aveva collaborato con  Franco Farias,  giornalista di Loreto Aprutino, nella ricostruzione della  storia delle bande musicali in Abruzzo e della figura di Otello Farias, nonno di Franco, celebre bandista degli anni 30.

Raccogliamo la testimonianza di Massimo Salcito, professore presso il Conservatorio di Musica “Luisa d’Annunzio e dell’Istituto Abruzzese di Storia Musicale un ricordo, un omaggio dovuto che sentiamo di condividere e di accogliere.

“ Gianluca Tarquinio si è Diplomato in clarinetto al Conservatorio “Casella” di L’Aquila. Credeva  fortemente nel ruolo generalmente formativo e più globalmente culturale della musica nella scuola. 

Questa impronta, anziché essere un impedimento alla carriera universitaria e libero professionale, si é rivelata una vera e propria caratterizzazione specifica, ritenendo la riscoperta e la valorizzazione delle fonti musicali della sua terra inutile quando non sterile, se non accompagnata da una efficace opera di divulgazione tra le giovani generazioni.

Il contatto con i giovani, l’attenzione a curare e sviluppare quella memoria collettiva sia aulica che popolare che va inevitabilmente scomparendo, era stata una delle sue migliori armi al servizio di un’opera di riscatto culturale e sociale per un territorio che amava senza riserve, si trattasse delle plurimillenarie fonti storico-artistiche oppure di più recenti testimonianze della tradizione popolare.

I riscontri di questa scelta, non sempre facile per chi come lui avrebbe potuto aspirare a ben altre posizioni in località fuori regione, sono evidenti a distanza di anni nell’entusiasmo dei tanti studenti che lo ricordavano e lo frequentavano con stima e affetto.

Giovani divenuti adulti che hanno trovato in Gianluca e nello studio della musica un’arma di coscienza sociale e di promozione personale, prima ancora che professionale.

Nel campo della ricerca musicologica tre erano i settori principali d’azione: la discologia, la tradizione bandistica regionale ed infine la riscoperta di figure oggi dimenticate ma un tempo di rilievo del passato musicale abruzzese.

Parlo di discologia, e non di discografia, perché Gianluca esplicitava e rimarcava sempre la differenza.

Allievo e persona di fiducia del Prof. Carlo Marinelli, fondatore dell’IRTEM, Tarquinio è stato di fatto il primo vero discologo italiano in tempi moderni, dando alla disciplina che studia le espressioni di documentazione sonora i fondamenti ed il valore di un settore di ricerca di valenza universitaria. Approccio che gli aveva permesso di pubblicare ricerche, come quella sull’esegesi delle registrazioni dell’Inno Nazionale, oppure il noto “Dal cilindro di Tosti”: studi che a loro volta gli avevano valso oggettivi riconoscimenti dal mondo accademico, nazionale ed internazionale.

La tradizione bandistica abruzzese era la sua seconda grande passione.

Tarquinio era impegnato da molti anni in ricerche capillari non solo sulle fonti musicali e sonore, ma anche documentarie (comprese quelle iconografico-musicali). Proverbiali erano i suoi “giri”, come li chiamava, per i mercatini e nei negozi d’antiquariato, dove recuperava tesori noti e meno noti della sua regione, spesso a scapito di appuntamenti dati con fanciullesca generosità: i suoi ritardi, mai per calcolo ma solo per passione, erano oramai noti a tutti gli operatori del settore.

Infine, Gianluca guardava all’eredita’ musicale del passato: compositori oggi dimenticati, e che invece avevano ricoperto ruoli di rilievo nella storia della musica nazionale.

Per brevità mi limiterò a citare le ricerche condotte sul compositore seicentesco di Rocca di Botte e Marino, Bonifacio Graziani, del quale promosse convegni e studi in più occasioni. Proprio con Graziani Tarquinio era riuscito a cogliere forse al meglio quei caratteri di “abruzzesita’”, mi si perdoni il termine, di cui era fiero e orgoglioso, fino al midollo.

Molte e qualificate realtà regionali e nazionali, come l’Istituto Abruzzese di Storia Musicale, Abruzzo Beni Musicali e tante altre associazioni e gruppi di lavoro, devono parte grande o piccola dei loro successi alla collaborazione di Gianluca Tarquinio.

Ricordarne l’opera, diffonderla tra chi non ha avuto la possibilità di conoscerlo di persona o attraverso i suoi scritti, sarà il nostro personale e doveroso compito.”

 

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