Pescara: Il patriottismo nella crisi della Repubblica

Presso la sala consiliare del Comune di Pescara, questa mattina si è svolto un convegno dal titolo “Il Regno d’Italia era uno Stato indipendente”, organizzato dalla delegazione di Pescara dell’Istituto Nazionale, per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon. Coordinatore dell’evento Camillo Savini, che, oltre ad essere il delegato provinciale delle citate Guardie d’Onore, è il presidente provinciale dell’Istituto Nastro Azzurro che rappresenta i Decorati al Valor Militare. Gli onori di casa sono stati celebrati dal primo cittadino Carlo Masci, che ha aperto il convegno in una sala gremita di pubblico con molte autorità civili e militari. 

Nel suo discorso, importanti i cenni alla città di Pescara e all’Abruzzo con riferimento ad episodi storici come il transito di Re V. Emanuele III e del Maresciallo Badoglio per fuggire poi da Ortona e Brindisi. Inoltre, il racconto della fortezza di Civitella del Tronto, ultima roccaforte a resistere all’Esercito Piemontese sul confine del Regno delle Due Sicilie, ancora, i Bagni Borbonici della fortezza di Pescara, rimasti simbolo dell’oppressione. Attualissimo il riferimento alle celebrazioni britanniche in onore della recentemente scomparsa Regina Elisabetta II, il suo ricordo ha suscitato nel Sindaco un senso di “invidia positiva”.

Masci ha tenuto a complimentarsi per l’attaccamento da parte della popolazione ai propri regnanti nei quali i cittadini riconoscono una propria e definita identità di patria e tradizione. Ha preso la parola poi l’Avv. Fernando Rucci, pubblicista e Guardia d’Onore al Pantheon. Il suo intervento era teso soprattutto a rimarcare quanto subìto dai cittadini italiani negli ultimi anni di pandemia e di guerra Russia-Ucraina. Rucci ha voluto paragonare il peso specifico delle leggi dello Statuto Albertino rispetto a quelle della Costituzione attuale, intrecciando esempi e riferimenti dei vari accadimenti storici con un invito finale a riflettere sulla responsabilità che è sempre e comunque di noi cittadini. 

Ultimo ad intervenire, il Capitano di Vascello Ugo D’Atri, presidente nazionale delle Guardie che svolgono questo servizio d’onore presso il Pantheon, storico edificio della Roma Antica in cui sono custodite le spoglie mortali di Re Vittorio Emanuele II, Re Umberto I e della Regina consorte Margherita, oltre ad illustri sepolture come quella di Raffaello Sanzio. Il discorso dell’ex Ufficiale della Marina Militare Italiana ha avuto inizio con un ricordo del suo periodo trascorso a Pescara quale comandante della Capitaneria di Porto negli anni duemila. Definito come “i tre anni più belli della mia carriera”, prima di concedersi ad un monologo lunghissimo ma molto dettagliato e preciso di riferimenti storico-cronologici che hanno caratterizzato la vita del nostro Paese dal 1861 ad oggi. 

Tanti gli esempi citati per porre l’accento sullo status di sudditanza forzosa cui l’Italia, suo malgrado, deve sopportare in ordine a dinamiche di potere e gerarchie scaturite dall’esito dei due conflitti mondiali. Molti gli spunti di riflessione sul perché si è arrivati a questo, non disdegnando di segnalare anomalie e scelte strategiche della Nato, ricordando con tono ironico che tale organizzazione internazionale è stata istituita per la collaborazione nel settore “della difesa”. Alla stessa stregua dell’Avv. Rucci, D’Atri ha concluso con un invito alla riflessione rispetto alle nostre origini e ai percorsi politici ed eventi che si sono susseguiti fino al giorno d’oggi, che spesso dimentichiamo facendo venir meno quei valori che sono elementi fondanti per la nostra convivenza sociale.

Ad arricchire di cultura una mattinata all’insegna del sentimento patriottico, una eccellente esibizione musicale de “L’Abruzzo nel cuore”, un duo da camera composto dal baritono Carmine Salvatore – anch’egli Guardia d’Onore al Pantheon e medico di professione – e dalla pianista Orietta Cipriani, insegnante di musica presso l’Istituto Comprensivo Uno di Pescara. Oltre all’Inno Nazionale che ha fatto balzare tutti in piedi all’inizio del convegno con la mano sul cuore, i due artisti hanno magistralmente eseguito una serie di opere dell’abruzzese Filippo Paolo Tosti compresa la famosa ‘A Vucchella scritta da Gabriele D’Annunzio. Emozionante la conclusione con il fuoriprogramma offerto dalla pianista Orietta Cipriani che ha deliziato i presenti con l’esecuzione de la “Ciaccona” di Georg Friedrich Handel, un brano tecnicamente difficile da eseguire ispirato alla danza omonima.

Bruno D’Alfonso

Articoli correlati

Pin It on Pinterest

Share This