Maurizio Scelli: non si vede bene che con il cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi

Maurizio Scelli ha partecipato, nel novembre 2019, al corso per aspiranti volontari della Croce Rossa Italiana. Lui, che ebbe un ruolo fondamentale,nella libera­zione di Giuliana Sgrena, inviata del Manifesto sequestrata a Baghdad nel 2005, e nella liberazione di Simo­na Pari e Simona Torretta, è ritorna­to indossando la pettorina come un qualsiasi principiante e con l’umiltà di un grande.

Come mai ha deciso di frequen­tare il corso di Croce Rossa ?

Ho avuto la grande fortuna di es­sere stato commissario straordina­rio della Croce Rossa, nomina a suo tempo governativa, avvenuta anche per l’esperienza che apportavo come presidente dell’U.N.I.T.A.L.S.I. Quan­do ho concluso come commissario straordinario per lasciare posto alla nomina di un volontario a tutti gli effetti, ho capito che quei 15 anni mi avevano reso un uomo diverso, mi­gliore. Da lì sono ripartito, era giusto ricominciare dal basso, dalla prima linea degli aspiranti e principianti.

Perfetto, ma molti, sapendo che ha ricoperto la massima carica nella Croce Rossa, non si sono stupiti nel vederla frequentare il corso?

Io non ho ricominciato da capo, non ho mai lasciato il posto accanto agli ultimi e a tutti coloro che danno prestigio alla CRI, che non sono il presidente ed i ver­tici, ma sono i volontari che con umiltà, nel silenzio, con grande serietà e voglia di fare danno il senso al cammino della propria vita. Per me è un’onore stare ac­canto a coloro che hanno deciso di dedicare la propria vita a chi è più debole, quindi c’è solo da imparare, non posso insegnare nulla. Oggi, purtroppo, abbiamo dei modelli che non sono corret­ti, un esempio sono gli influen­cer, o le trasmissioni televisive in cui vediamo persone che di­ventano delle star senza aver mai fatto niente nella vita. Nella CRI ci sono persone che decido­no di mettere la propria vita a disposizione degli altri e questo per me è motivo di grande ono­re. Essere l’ultimo o il primo in questa struttura non fa diffe­renza.

Perché ha scelto Penne per tornare nel mondo della Cro­ce Rossa?

Quando comunicai sui social di essere stato convinto a tor­nare in questa grande organiz­zazione umanitaria, Pino Pom­ponio, volontario di questa bella cittadina, mi scrisse:” Penne ti aspetta”. Ed io a quel punto de­cisi di iniziare questo pratican­tato nella sezione vestina, tro­vando, al mio arrivo, una realtà straordinaria, un personale me­raviglioso ed un presidente che ci crede, insomma un mondo sano che ti fa venire la voglia di fare e di dare.

In questi giorni il tragico anniversario di Rigopiano, la sezione della Croce Rossa di Penne ha pianto la perdita di Gabriele D’Angelo e oggi lo ricordiamo

Leggo che Gabriele viene ci­tato spesso dai media come il cameriere dell’hotel che da Ri­gopiano avrebbe chiamato più volte per chiedere aiuto e que­sta è una deminutio che si fa di Gabriele. D’Angelo era un uomo con una grandissima esperienza in emergenza e aveva ricevuto una benemerenza della Prote­zione civile per il volontariato dopo il terremoto dell’Aquila, quindi non ha ragionato come una persona che doveva salva­re se stessa ma si è fatto cari­co delle altre 28 persone ed ha percepito quello che sarebbe accaduto. L’allarme lanciato da Gabriele andava ascoltato e pe­sato proprio perché proveniente da una persona che aveva espe­rienza in materia e aveva capito il pericolo fin dalla mattina.

Intende rimanere iscritto alla sezione di Penne?

Per adesso siamo ancora nella fase di tirocinio e bisogna completare tutto l’iter, dopo si vedrà. L’importante è far parte della Croce Rossa.

Come ha trovato, dopo tanti anni, la Croce Rossa Italiana?

L’ho trovata molto buro­cratizzata, troppo complicata, troppo legata a degli schemi che secondo me ne riducono il potenziale. Bisogna lasciare spazio alla spontaneità, alla de­dizione e all’entusiasmo. A vol­te sembra una caserma, invece il volontariato è fantasia, estro, amore e generosità.

A Penne l’abbiamo vista impegnata in alcuni servizi, tra questi la raccolta alimentare di fronte ai supermercati. Che impressione ha ricevuto nello svolgere tale servizio?

Ho avuto l’impressione di essere percepito, da alcuni, con un po’ di sopportazione: dobbia­mo impegnarci a trasmettere il messaggio che noi non stiamo chiedendo l’elemosina, ma rap­presentiamo il primo marchio al mondo in campo umanitario e questo è un motivo di prestigio per il supermercato o l’esercizio commerciale che ci ospita. Dob­biamo essere considerati per quel che siamo: la più grande organizzazione umanitaria al mondo. Di conseguenza devono metterci a disposizione spazi idonei ed accoglienti.

 

Chi è Maurizio Scelli

Inizia l’esperienza nell’UNITALSI (Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari In­ternazionali) nel 1993 che dirige fino al 2001. Nel 2000 è inoltre nominato Presidente del Comitato Organizzato­re del Giubileo degli ammalati, che si svolge a metà del mese di febbraio, e membro della Commissione mista Stato Italiano Vaticano, istituita per il coordinamento della mobilità di ge­stione dei rapporti con gli enti istitu­zionali interessati alla organizzazione della “XV Giornata Mondiale dei Giova­ni”, che si tiene a Roma nella settima­na del 15-20 agosto 2000, alla quale partecipano 2 milioni di giovani prove­nienti da ogni parte del mondo, fra cui migliaia di giovani disabili.

Nel periodo trascorso al vertice della Croce Rossa Italiana come com­missario straordinario (aprile 2003-di­cembre 2005) partecipa a numerose missioni all’estero. Per una parte con­sistente della critica e dell’opinione pubblica è stato un abile mediatore, capace di contribuire alla liberazione di alcuni ostaggi in Iraq con valutazioni e scelte che ne hanno esaltato l’indub­bia capacità operativa in scenari diffi­cili;

Realizza un ospedale da campo a Baghdad e la gestione del Saddam Hospital, e svolge un ruolo di primis­simo piano nella felice conclusione di drammatiche vicende legate al se­questro di cittadini italiani, tra i quali Simona Pari e Simona Torretta, confe­riscono alla Croce Rossa una credibilità e un peso sempre rilevanti. Per l’azio­ne umanitaria svolta in Iraq consegue molteplici riconoscimenti e premi per la pace da numerose istituzioni, enti e associazioni pubbliche e private: tra i principali vanno annoverati il Premio Arcinazzo Romano, il Premio Donati a Pistoia, che ha l’obiettivo di rendere omaggio “agli eroi del nostro tempo che hanno deciso di porsi al servizio degli altri operando per la promozione della giustizia, della conoscenza e del bene comune”, e il Premio Dorso. Scelli contribuisce inoltre in maniera deter­minante al conferimento della meda­glia d’oro al valor civile assegnata alla Croce Rossa Italiana dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi nel novembre del 2004.

Eletto parlamentare nella circoscri­zione Abruzzo è stato membro della Commissione Giustizia fino al 2013.

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