LORETO APRUTINO: PARTE IL FESTIVAL PAESE MADRE E LO FA CON IL LIBRO DI CORRADO COLETTA

 

Questa sera, presso il Giardino delle Monache in via Gelo di Loreto Aprutino, alle ore 18.30 prende il via la III edizione di paese madre, festival ideato ed organizzato dal Teatro del Paradosso e dall’Associazione culturale Lauretana. Lo fa con la presentazione di un libro di memorie Bastava poco per essere felici, un diario autobiografico scritto da Corrado Coletta che racconta i suoi primi 92 anni vissuti con l’energia e la caparbietà che ancora oggi animano le sue presenze sociali in paese. E con una capacità cognitiva frutto di allenamento mnemonico e miliardi di foglietti con appunti scritti che tira fuori, all’occorrenza, dalla tasca della camicia. La  presentazione sarà condotta da Donatella Granchelli e parteciperà Piero Nicola Di Girolamo, professore alla Facoltà di Scienza della Comunicazione di Teramo. 

Il libro di Corrado è uno spaccato sui ricordi che intercettano la grande storia dall’osservatorio di un piccolo paese dell’Abruzzo, ricordi di una famiglia numerosa e povera, di un contesto sociale ed economico caratterizzato dal latifondo, ricordi della guerra, dei bombardamenti degli alleati, della ricostruzione nel segno delle lotte civili. Un osservatorio intimo la cui lente si allarga fino a far diventare quella storia “comune condivisa da una generazione”, quella che oggi qualcuno indica come sopravvissuta alla pandemia, come se il Covid tracciasse una linea ulteriore che possa far dimenticare tutto quello avvenuto precedentemente, le sopravvivenze arcaiche.  Non è un caso, quindi, che il libro di Corrado esca in concomitanza della ripartenza, non è un caso che ci sia un professore di comunicazione a colloquiare con lui. Perché la memoria è comunicazione, la più incisiva e profonda quando incontra l’esperienza della condivisione collettiva, dell’ascolto del proprio pensiero che si distacca dalla sfera emotiva e diventa oggetto di analisi, anche critica. Soprattutto critica: la memoria è resistenza, a tutti i tentativi di ridurre la percezione del mondo ad un sistema binario semplificato. Non è un caso che il libro sia prodotto dall’Associazione Culturale Lauretana da sempre impegnata a scavare tra le radici che legano la comunità alla terra.

Il libro-diario è dedicato dallo stesso autore alla sua mamma, morta precocemente proprio quando era giunto il momento di godere dei frutti del suo lavoro e dell’esistenza vissuta solo per il bene dei figli, alla sua adorata nipote Giulia, il dolore più recente e quello più soffocante, per loro la  forza di prendere carta e penna e scrivere. Infine il messaggio più bello, quello che azzera ogni posizione dialettica o la esalta fino a farla diventare un’icona, quello per cui valga la pena, oggi, riunirsi in un luogo non-luogo  come un giardino tra i mattoni del centro storico e leggere che alla tenera età di di 92 anni, ed essendo ancora nelle condizioni di intendere e di volere, desidero ribadire che, nonostante tutto, la vita é bella e vale la pena di essere vissuta. 

S.d.L.

Articoli correlati

Pin It on Pinterest

Share This