Cristiana Valentini e Goffredo Tatozzi, avvocati difensori del sindaco di Farindola, Lacchetta, al termine dell’interrogatorio del loro assistito, in merito all’inchiesta sul disastro dell’Hotel Rigopiano, hanno riferito che alla domanda del Procuratore al primo cittadino del Comune Vestino per il quale si fosse rivolto all’ex governatore D’Alfonso per chiedere aiuto, Lacchetta ha spiegato : “  Che lo ha fatto innanzitutto perché lo impone la legge di protezione civile nazionale e poi perché quello era il sistema D’Alfonso che, come dimostrato anche dall’emergenza del 2015, si basava sul fatto che bisognava rivolgersi” all’allora governatore “per avere uomini e mezzi, dunque per chiedere aiuto”. 

Poi ha proseguito Lacchetta:” Era responsabile anche la prefettura  ma il suo superiore gerarchico, dal punto di vista della protezione civile, era il presidente della Regione, come previsto dalla normativa nazionale, in base alla quale, in caso di allarme che non possa essere gestito dal sindaco sul suo territorio, oltre al presidente della Regione debba essere notiziato anche il prefetto, e Lacchetta – raccontano gli avvocati – lo ha fatto la mattina del 18, depositando anche in prefettura la richiesta di intervento dell’esercito”.

Inoltre, chiarisce il sindaco ” Ci sono fior di testimoni, che non ha mai scortato o accompagnato nessuno, ma – concludono Valentini e Tatozzi –  semplicemente si è fermato a salutare un amico che stava salendo a Rigopiano, viste le macchine ferme e lo spazzaneve, dopo di che ha continuato il suo giro”,

Tra le contestazioni avanzate dalla Procura c’è infatti quella di avere agevolato i clienti che salivano all’Hotel Rigopiano, fino al 17 gennaio, nonostante le indicazioni di senso contrario diffuse dal dirigente provinciale Paolo D’Incecco. 

“Dopo avere salutato l’amico – hanno rimarcato i due legali – Lacchetta ha continuato il suo giro per prestare soccorso, visto che Farindola era completamente abbandonata, in uno stato di gravissima crisi, con le sue oltre 20 contrade tra le quali Rigopiano”. 

Gli avvocati hanno ribadito che il sindaco: “Ha tenuto a ribadire il contenuto delle sommarie informazioni, rese senza assistenza dei legali, e questo ai fini dell’utilizzabilità dibattimentale delle di quelle dichiarazioni. Poi ha voluto chiarire con forza – hanno concluso Valentini e Tatozzi – che quanto riportato dalle informative, secondo le quali non sarebbe stato lanciato l’allarme per l’isolamento di Rigopiano, non corrisponde al vero, perché lui ribadi’ con forza che tutta Farindola e tutte le contrade erano isolate”. 

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