LA CUCCUMELLA VORREBBE RIALZARSI

FARINDOLA – Vita breve per La Cuccumella, il ristorante con camere e piscina aperto dagli ex dipendenti dell’hotel Rigopiano, distrutto da una valanga il 18 gennaio 2017 che provocò ben 29 morti.

La struttura con vista sulla montagna, che conta su 100 posti a sedere per il ristorante-pizzeria, 12 posti letto ed una piscina, risulta chiusa ed i sette soci-lavoratori della cooperativa Turismo Terre Vestine, che diede vita all’iniziativa a fine luglio di due anni fa, sono alla ricerca di nuove strade commerciali da battere. L’operazione partì appena sei mesi dopo il disastro di quell’albergo, fonte di vita per la comunità locale, ed ha beneficiato del contributo di 250 mila euro della Conferenza Episcopale Italiana, illustrata con grandi aspettative. Quei soldi vennero assegnati al progetto dei giovani, tutti under 25, che hanno utilizzato un immobile in contrada Colli, 59 di proprietà privata (è di un signore non residente a Farindola). “Purtroppo le cose non sono andate come previsto”, commenta Claudio Troiano della Caritas di Pescara, attualmente consulente della cooperativa presieduta da Paolo Misero. Partito bene grazie al lancio in pompa magna, il progetto ha però faticato a trovare gli spazi giusti per affermarsi in un arco di tempo medio-lungo. Da qui la sofferta decisione di riflettere e di chiudere i battenti della struttura con la speranza di poterla riaprire. “Stiamo valutando-aggiunge Troiano-la possibilità di rilanciare l’attività, sfruttandone le potenzialità”. Altro non aggiunge. Duecentocinquanta mila euro: questi i fondi destinati dalla Cei, frutto dell’8 per 1000 devoluto dai contribuenti italiani nelle dichiarazioni dei redditi. Soldi serviti nel tentativo di far ripartire l’economia di un’area pesantemente maltrattata dalla neve e dal terremoto del 2016, ma soprattutto dalla valanga killer di quel drammatico pomeriggio del 18 gennaio del 2017. La speranza era appunto riposta su La Cuccumella, tratto dal nome dialettale di un recipiente. Per la cerimonia inaugurale, arrivò a Farindola persino monsignor Nunzio Galantino, segretario della Conferenza Episcopale Italiana. “I soldi che abbiamo concesso a quest’esperienza-disse l’alto prelato-sono degli italiani, quelli dell’8 per 1000”. Francesco Soddu, il direttore della Caritas italiana, aveva sottolineato come “questa attività deve diventare un attrattore di altre risorse che nel territorio ci sono”. L’arcivescovo di Pescara-Penne Tommaso Valentinetti (“La carità non ha confini”) fece gli onori di casa il giorno dell’inaugurazione per il ristorante-pizzeria-camere-piscina. Purtroppo, dopo neppure due anni, La Cuccumella ha le serrande abbassate. A Farindola, la notizia ha provocato un certo sconforto. La tragedia di Rigopiano ha buttato nel dolore tutti. Gli stessi sette soci della cooperativa, che aveva aperto il locale, nella sciagura dell’albergo hanno perso amici e colleghi. Il paesino fa parte del cratere sismico nell’ambito del sisma del centro Italia di tre anni fa e dal punto di vista della ricostruzione e dell’economia beneficia di misure speciali. Berardo Lupacchini

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