IL NETTARE DI BACCO COME UN SUPERALCOLICO, COME LE SIGARETTE
Il parere di Franco D’Eusanio titolare di Chiusagrande

dal 2026 l’Irlanda potrà apporre etichette sui rischi sulla salute anche sulle bottiglie di vino. C’è infatti il via libera dell’Europa che però, vede Italia, Spagna e Francia non concordi su questo tema essendo i principali paesi produttori di vino in Europa. Un argomento delicato e complesso che sta facendo discutere il mondo dei viticoltori anche in Abruzzo, terra fertile e ricca di ottimi vini. In tal senso, abbiamo incontrato Franco D’Eusanio titolare dell’azienda vinicola biologica Chiusagrande di Nocciano (Pescara).

L’Irlanda, dal 2026 apporrà l’etichetta sulle bevande alcoliche circa i rischi sulla salute, tra queste c’è anche il vino, lei cosa ne pensa?

“Credo che la parola più giusta da usare sia moderazione, in primis nel consumo degli alcolici quindi anche nel bere il vino; lo stesso Ippocrate sottolineava la meraviglia del vino da assumere nelle giuste dosi. Moderazione che userei anche nel fare alcuni proclami, nell’imporre certe regole che mi sembrano, sinceramene, esagerate. Aggiungo: dato che va molto di moda il concetto di sostenibilità sotto diversi punti di vista, io lo allargherei alla salute. La sostenibilità della salute, dunque, in grado di contrastare gli abusi in questo caso di alcolici, ma senza intaccare la parte (numerosa) di pubblico che consuma vino di qualità la quale, solitamente, beve con moderazione. Con questo voglio dire che c’è un giusto principio e cioè combattere l’alcolismo ma, magari, le strategie sono errate e indirizzate male… Mi sorge a questo punto una domanda: è meglio bere bevande gassate con livelli di zuccheri pazzeschi oppure un bicchiere di vino? Penso che sia sbagliato dare indicazioni come quelle che purtroppo l’Irlanda attuerà nei prossimi anni”.

 Diciamo invece quali sono le proprietà benefiche del nettare di Bacco

“La salute sostenibile passa attraverso un uso moderato del vino anche perché è scientificamente provato che i polifenoli e il resveratrolo hanno effetti benefici sulla nostra salute di tipo antiossidante. Così come non secondari sono gli effetti sulla convivialità, sulla felicità che bere un po’ di sano vino ci dona in compagnia e sulla psiche. Inoltre, c’è un altro aspetto importante: noi italiani siamo ancor più mediterranei di tutto l’Europa come cultura e civiltà, e il vino è parte integrante della nostra vita, delle nostre tradizioni; tutto ciò non può rappresentare un dato secondario anzi, sposta la questione su altri aspetti. Inoltre, la produzione rispetto al passato ha innalzato la sua qualità con garanzie superiori e l’uso di attrezzature adeguate in grado di evitare la trasmissione, per esempio, di materiali ferrosi, un prodotto dunque evoluto anche grazie alle nuove tecnologie in materia di sicurezza e igiene. Ripeto, dobbiamo puntare alla sostenibilità della salute con degli stili di vita pratici che, a mio avviso, prevedono anche del moderato consumo di un buon vino”.

 L’immunologa italiana Antonella Viola è d’accordo con la scelta irlandese, voi produttori abruzzesi vi siete confrontati su questa vicenda?

“Sì, a partire dal Consorzio di tutela e poi tutte le associazioni, si è reagito in modo vigoroso su questo tema che mette a rischio una componente importante del Made in Italy, un fattore che ci caratterizza come Abruzzo e come Italia; non ci possono chiedere di barattare il nostro stile di vita che non può prescindere dal vino, inserito tra l’altro nella Dieta Mediterranea come uso moderato. Poi un altro aspetto ci tengo a sottolineare: la dottoressa Viola credo sia a conoscenza di cosa sia scritto, per esempio, sul bugiardino di un vaccino… Se avessi fatto attenzione a tutto quello che è scritto su quel foglietto, non avrei fatto tre dosi che ho fatto. Voglio dire, se valutiamo tutti i rischi su ogni singola sostanza, mi chiedo: quali sono quelle che fanno esclusivamente bene? Ripeto, ci vuole moderazione nelle affermazioni, nelle indicazioni. Dunque, affermare che chi beve il vino ha il cervello più piccolo è alquanto pericoloso… Se penso ai grandi statisti, ai più grandi scienziati, artisti etc, beh, a questo punto voglio anch’io un cervello piccolo”.

 

Francesca Di Giuseppe

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