E AL CINEMA DI LORETO APRUTINO IL BIOMETANO DIVENTA ENERGIA DI DEMOCRATICITÀ. STARINIERI ORA DICE NO

Il cinema di Loreto Aprutino stracolmo come non mai per l’incontro pubblico voluto dal comitato civico “Difendiamo Loreto” capitanato da Antonella Di Tonno che, con chiarezza e fermezza, ha spiegato i motivi della indignazione dei cittadini e degli imprenditori contro l’ipotesi di costruire un ecomostro sui terreni di Castelluccio, a poco meno di 200 metri dalla vigna che nel 1968 inaugurò la prima bottiglia di Montepulciano doc.

Ottocento le firme già raccolte fin a quel momento e la volontà, dichiarata al microfono più volte, che non si strumentalizzi ideologicamente il movimento.
Accetta la sfida il Sindaco Gabriele Starinieri, un “uno contro tutti” che forse per la prima volta indirettamente compie un’operazione di marketing epocale: far sedere intorno ad un tavolo tutti gli imprenditori agricoli, allevatori e produttori d’olio dell’area vestina.
Assente il rappresentante della Make Energy, proprio lui, quel Daniele Speziale che, a passeggio nella zona a ridosso del Tavo, dichiarava di essere un turista e di non conoscere Starinieri. Forse è stato meglio così, anche perché il confronto con la cittadinanza sarebbe dovuto accadere molto prima. È una delle tante accuse che viene rivolta a Starinieri dalla platea, dalla quale più volte Francesco Valentini indignato, punta il dito contro il Sindaco per aver coinvolto solo una parte di imprenditori e per giunta dopo nove mesi di accordi preliminari con quelli della Make Energy.
Ribatte il primo cittadino, in alcuni momenti appare in difficoltà, si dichiara favorevole a continuare il confronto per cercare soluzioni perché del progetto se ne è solo parlato e lui stesso, chiedendo il coinvolgimento dell’università de L’Aquila, si è posto come garante e controllore. Ribadisce la volontà di risolvere le problematiche legate allo stoccaggio dei rifiuti ed il desiderio di produrre e commercializzare, in qualità di amministratore rappresentante nella Vestina Gas, energia a km 0 e punta il dito contro le pratiche di compostaggio che nelle nostre campagne creano comunque un danno, di voler ridurre le immissioni di anidride carbonica e dare risposte allo sportello Ambiente della Regione Abruzzo che, in ottemperanza ai protocolli dell’Unione Europea, chiede, a tutti i comuni, di predisporre dei piani contro i cambiamenti climatici.
Sul palco sfilano ad uno ad uno le voci esperte a sostegno del NO alla soluzione del biometano: sono agronomi, oncologi, esperti, ricercatori scientifici, giornalisti.
È un crescendo: ognuno dal proprio osservatorio di competenza lancia allarmi. L’ingegnere Giuseppina Ranalli giunta da Collarmele dove a settembre si è giunti a bloccare l’installazione della seconda centrale nella valle del Fucino, racconta l’esperienza del suo territorio e pone l’attenzione sul pericolo che, una volta esauriti gli incentivi europei e statali, gli impianti vengano chiusi lasciando macerie di costi che ricadono sulle comunità.
Tutti, con i dati alla mano spiegano il perché la costruzione di un impianto di trasformazione dei rifiuti distruggerebbe la vocazione di eccellenza agroalimentare del territorio riconosciuta a livello nazionale ed internazionale, oltre ai danni alla salute e ad un aumento del traffico su strada causato dai camion che trasporterebbero rifiuti dall’Abruzzo e dalle regioni circostanti. Si parla di 62.000 tonnellate di rifiuti mila tonnellate di rifiuti provenienti in parte da rifiuti agricoli, ceppi e vinacce, il resto, da rifiuti organici FORSU.
Momenti di tensione, parole che volano, borbottii.
Starinieri non ammette di aver sbagliato strategia comunicativa, difetta di fiducia nei confronti del meccanismo partecipativo sui grandi temi che è invece fondamentale. La serata di confronto al cinema era già condizionato da questo error in procedendo causando schieramenti dualistici non esaustivi ma si conclude con una sostanziale retromarcia del sindaco e la promessa di un documento che porrà fine alla questione dando anche una risposta ad Ambiente.
Un risolverò tutto con un po’ di amaro in bocca e qualche questione aperta con gli imprenditori che spera di vedere più spesso e ancora di più battersi per il territorio.
Male o bene che sia andata, una idea di processo democratico si è compiuta e c’è una notte per placare gli animi.Qualcosa è accaduto in una Loreto che da troppo tempo giace “disteso come un vecchio addormentato” ed è un qualcosa che sarebbe bello avere il coraggio di trasformare in un laboratorio permanente di pensiero e di idee sul futuro che relazioni costruttivamente agricoltura, industria, società civile e ambiente.
Fermarsi e forse, citando Albert Einstein, ricostruire un nuovo umanesimo…altrimenti il pianeta non si salva.

Nessun risultato trovato.
Nessun risultato trovato.

Articoli correlati

Pin It on Pinterest

Share This