Crediti sgasati. E così Vestina Gas srl, la società mista e partecipata dai Comuni di Penne, Loreto Aprutino e Collecorvino, ha chiuso il 2016 in perdita a causa della svalutazione di 921 mila euro di crediti, cioè bollette non pagate grazie al turismo energetico e alle operazioni di recupero dal 2010 al 2015 che la società ha gestito non proprio con attenzione maniacale.
Azzerato il capitale sociale di 90 mila euro, i soci dovranno ricapitalizzare un deficit patrimoniale di 181 mila euro e reintegrare con 10 mila euro, il minimo di legge, il capitale. E per gli enti locali interessati scatta il necessario passaggio in consiglio comunale con conseguente riconoscimento dei debiti fuori bilancio legati agli apporti di risorse fresche su cui la normativa non è molto d’accordo, tanto più che si tratta di una partecipata da dismettere obbligatoriamente. Ieri sera assise civica a Collecorvino (21 mila euro di esborso), il 4 ottobre a Penne (86 mila euro) e Loreto (60 mila euro). La questione è sempre più delicata anche sul versante politico poiché Penne e Collecorvino hanno messo in vendita rispettivamente il 40% e l’11%, ovvero la maggioranza della società che ha nei milanesi della Levigas spa, il partner privato che detiene il 12% dall’anno scorso comprato a 796 mila euro ed esprime l’amministratore delegato. In base alla nuova perizia di stima rimessa dal commercialista pennese trapiantato a Milano, Rocco Capodicasa (1.500 euro di compenso che pagherà chi comprerà il pacchetto di quote sul mercato) il 40% di Penne (le resta il 5%) varrebbe 4 milioni e mezzo di euro, mentre l’11% di Collecorvino, l’intera partecipazione detenuta, un milione 737 mila euro. La srl, presieduta dal 4 gennaio scorso dall’avvocato Paolo Grugnale, espressione del sindaco pennese Mario Semproni, vede come amministratori anche il loretese Domenico Donatelli e l’assessore di Collecorvino Paolo D’Amico che ha sostituito Mirco Di Clemente dimessosi dopo l’approvazione del bilancio 2016: quello con la perdita dovuta alla svalutazione dei crediti. Quanto al conto economico, l’utile sarebbe stato di 350 mila euro.
Berardo Lupacchini
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