PENNE – C’è il decreto pubblicato il 14 aprile sulla gazzetta ufficiale che lo conferma: Penne mantiene l’ufficio del giudice di Pace, a patto però che entro 60 giorni – il termine è perentorio – allestisca la sua cancelleria con impiegati del Comune, come si era impegnato a fare.
Almeno quattro, di cui un capo ufficio, tutti dipendenti del Comune, ma pare che non se ne trovino di disponibili. Obbligarli?Il Comune si impoverirebbe di altro personale dopo la cura dimagrante (i suoi dipendenti sono 47 e si sono dimezzati in dieci anni)?Gli impegni presi sono stati deliberati, comunque. Se l’amministrazione D’Alfonso volesse (o dovesse), potrebbe recedere dagli impegni assunti col ministero entro 15 giorni, cioè entro fine mese e Penne direbbe addio al giudice di Pace. Il Comune è a un bivio, insomma: dovrà o rinunciare oppure comunicare al ministero della Giustizia i nomi degli impiegati che lavoreranno al giudice di Pace perché il ministero in 180 giorni li dovrà formare al nuovo ruolo. E dovrà segnalare anche i locali dove il giudice di Pace opererà: si era detto di trasferirli all’interno del Comune allo scopo di risparmiare sulle spese. Penne è una delle sette sedi abruzzesi salvate, l’unica del Pescarese, dopo naturalmente quella circondariale di Pescara; in Abruzzo gli altri presidi non provinciali confermati sono quelli chietini di Casalbordino, Gissi e Lama dei Peligni; Atri per Teramo; nell’Aquilano, Castel di Sangro e Pescina. Nella provincia di Pescara, cesseranno di funzionare dunque gli uffici di San Valentino (che aveva già perso il tribunale) e di Pianella: le rispettive amministrazioni comunali entro il 29 aprile del 2013 non deliberarono infatti l’assunzione degli impegni di spesa per il mantenimento del presidio giudiziario. Il salvataggio pennese è invece riuscito grazie all’impegno formale dell’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Rocco D’Alfonso, che con la spinta dell’opposizione, ha deciso di accollarsi da sola, cioè senza il contributo finanziario degli altri nove comuni (fra i quali Loreto Aprutino e Collecorvino) ricadenti nella giurisdizione, tutte le spese di funzionamento dell’ufficio e del personale amministrativo. Il ministero si occuperà di formarli e di pagare i due magistrati per il civile ed il penale assegnati a Penne. Il decreto Milleproroghe ha deciso di mantenere in servizio, fino a tutto il 2015, tutti i giudici in carica. Da quando venne istituito, cioè nel 1995 e fino a pochi mesi fa, a Penne ha prestato servizio come giudice di Pace nel civile l’ex prefetto Antonio Cozzolino, ora in pensione.
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