Un capo abbattuto, positivo al parassita. Un cinghiale trovato positivo al parassita della trichinella, un’insidia serissima e mortale per la salute umana, è stato abbattuto a Farindola nei giorni scorsi: la vicenda preoccupa.
Sarebbe stato un cacciatore di Montesilvano il protagonista del caso. Da queste parti, comunque, i cacciatori si dicono attenti e responsabili ad evitare macellazioni fai da te da cui potrebbero partire le infezioni. Non si sente di commentare la vicenda, Roberto Ciarcelluti, referente della Federcaccia a Penne che comunque non pratica la caccia al cinghiale
“E’ un fatto gravissimo che apprendo da lei!Le mie prede-osserva Antonio Calli, un cinghialaro di Montebello di Bertona, cioè un cacciatore autorizzato all’abbattimento selettivo- sono controllate dalle autorità sanitarie, ma di certo non posso escludere che qualcuno agisca abusivamente e sottolineo pericolosamente”.
Non si può infatti provvedere per proprio conto a confezionare salsicce e prosciutti poiché, in casi come questo di cui si discute, sarebbero alla trichinella: le conseguenze sarebbero anche mortali. Questo parassita viene eliminato con la cottura o con il congelamento della carne animale per almeno due settimane. L’episodio di Farindola farebbe infatti temere un’epidemia e riporta in primo piano la questione dei cinghiali che popolano le nostre campagne e del loro (conflittuale) rapporto con i residenti e gli agricoltori soprattutto. “I cinghiali arrivano persino dentro il paese!”, osservano da Farindola Romano Scarfagna, già sindaco e parlamentare e Vincenzo De Berardinis, cacciatore. “Ne sono talmente tanti che ormai stanno cacciando l’uomo dal territorio. Bisogna rivedere i confini del parco, lo diciamo da tempo per intervenire seriamente!.”
Da Farindola alla vicina Penne passando per la riserva regionale del lago.“Sono decisamente troppi i cinghiali, stanno proliferando alla grande, si muovono di continuo anche per difendere i loro piccoli”, osserva Femio Di Norscia, cacciatore per tanti anni, residente nell’area protetta. “L’altra sera ne ho contati ben 110, attaccano orti e stalle e la situazione si fa complicata davvero. So che molti agricoltori stanno piazzando fili con cariche elettriche modeste capaci però di scoraggiare l’animale a combinare guai”.
Insomma, i cinghiali costituiscono un problema, e non da oggi. Nella riserva regionale pennese è vietato dare la caccia a questo tipo di bestia selvatica. Ed allora i cinghiali si sono acquartierati all’interno della fascia protetta e si muovono in branco. E cosa sarebbe opportuno fare? L’abbattimento selettivo dei cinghiali, necessario a contenere la riproduzione della specie, è possibile solo da giugno. “E’ troppo poco”, riprende Di Norscia.
Berardo Lupacchini
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