PENNE – Alla fine saranno in 65 a perdere il posto in Brioni: 51 lavoratori indiretti (44 in Roman Style spa e 7 in Brioni spa) e 14 operai tutti della Roman Style.

Si era partiti da 60, poi scesi a 51 per chiudere la partita dei licenziamenti a 65. Ieri l’accordo finale alla Provincia fra la direzione aziendale, piuttosto soddisfatta, ed i sindacati Cgil, Cisl ed Uil che comunque hanno recuperato qualcosa rispetto alla rigidità di una settimana fa. L’accordo per gestire gli esuberi nella sartoria del lusso maschile, col marchio Brioni di proprietà del gruppo Kering basato a Parigi ma di diritto olandese, è stato formalizzato nell’ ultimo giorno utile previsto dalla procedura partita il 9 gennaio. Una mediazione finale proposta dalla Confindustria ha in parte indotto i dirigenti di Brioni a rivedere la proposta aziendale. E allora: chi, fra i dipendenti la cui età media non supera i 45 anni che perderanno il posto (sulla base del carico di famiglia, dell’anzianità di servizio e delle esigenze tecnico-produttive), sceglierà di accettare un incentivo all’esodo entro il 30 giugno incasserà 42 mila euro lordi; avendo la possibilità di incamerare altri 7 mila euro in caso di rinuncia ad organizzarsi in outplacement, cioè un servizio affidato a ad agenzie private incaricate di ricollocarli. L’incentivo scenderà a 30 mila euro se i lavoratori interessati alla procedura decideranno di firmare dopo il 30 giugno. Tutto ciò congiuntamente alla cassa integrazione straordinaria per due anni che partirà gradualmente dal 7 aprile con un sostegno in denaro da parte di Brioni fino alla concorrenza dello stipendio. Come dire un aiuto di 400 euro al mese che però va ad erodere in parte l’incentivo all’esubero. Per tutti la possibilità di fare un percorso di riqualificazione professionale. “L’accordo non è da disprezzare”, commenta Luca Piersante della Uil. “Ma di certo il 20 dicembre scorso abbiamo perso una grandissima occasione e l’azienda oggi ce l’ha fatta pagare”. Domenico Ronca della Cgil è duro:”Il giudizio sull’operato dell’azienda rimane assolutamente negativo. I sindacati e la Provincia, preziosa la sua opera di mediazione, hanno firmato l’accordo per non offrire a Brioni la possibilità di procedere all’attivazione dei licenziamenti: condizione, questa, che avrebbe creato una situazione di conflittualità difficilmente gestibile”. Brioni si impegna a non delocalizzare le sue aziende vestine. Ma intanto ha spostato in Svizzera, nel Canton Ticino, la logistica affidata ad un’azienda del gruppo.

Pin It on Pinterest

Share This