PENNE – Giù le mani da Colleromano. Don Giorgio Moriconi, parroco da quasi vent’anni e braccio destro dell’arcivescovo Tommaso Valentinetti, attacca dal pulpito di San Domenico (dove il re di Napoli Giuseppe Bonaparte nel 1807 rischiò di essere assassinato) la decisione dell’amministrazione comunale di cedere, per ora solo con una dichiarazione d’intenti, il plurisecolare convento affinché diventi un resort di lusso.

«So che mi attirerò delle critiche, ma devo dirlo chiaramente: sono contrario alla trasformazione del convento di Colleromano. È stato sempre un luogo dedicato ai poveri, ai bisognosi ed ora ne vogliono fare un albergo di lusso: ma come si fa?», ha esternato il sacerdote davanti propri fedeli radunati per la messa. Il prelato ha anche colto l’occasione pubblica per ribadire le sue critiche allo spostamento della scuola Mario Giardini: operazione comunque accantonata dalla giunta del sindaco pd Rocco D’Alfonso. Le critiche di don Giorgio sono le stesse espresse via facebook dal suo diacono Paride Solini, 34enne assessore alla cultura della giunta pennese, che si è detto assolutamente contrario all’operazione immobiliare. L’iniziativa è in discussione dalle 14 di oggi in consiglio comunale. Contraria alla trasformazione in resort del convento un po’ malmesso (non saranno conferiti nel fondo immobiliare della Borghi Servizi&Ambiente srl la chiesa, l’immenso patrimonio bibliotecario ed il museo di arte sacra) anche la pennese Stefania Altigondo, candidata al consiglio regionale con il Movimento 5 Stelle: «Sono sconcertata. Metterò in campo tutti gli strumenti opportuni per bloccare il progetto con cui l’amministrazione D’Alfonso intenderà favorire la perdita d’identità di un bene architettonico che richiama la nostra storia e che esprime la ricchezza spirituale e culturale del territorio». Intanto, ieri mattina è stato depositato in tribunale, a cura dell’avvocato Claudio Di Tonno, il ricorso firmato da un gruppo di elettori per far decadere, in quanto ineleggibile, il sindaco Rocco D’Alfonso, consigliere circoscrizionale in carica al Comune di Reggio Emilia quando venne eletto sindaco di Penne il 16 maggio 2011: avrebbe dovuto dimettersi dalla circoscrizione reggiana entro il 15 aprile 2011, lo fece solo a luglio.

Berardo Lupacchini

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