AREA VESTINA: LA DRITTA, CULTIVAR AUTOCTONA, DA PALMARES DEL GAMBERO ROSSO.

 

Finito di stampare Oli d’Italia del Gambero Rosso 2021, la celebre guida che, regione per regione, presenta i migliori extravergine di oliva d’Italia premiandoli con stelle e le famose foglioline, tre nel numero massimo. 

La campagna olearia 2020, per l’Abruzzo, riscontra sicuramente un calo di produzione di circa il 20% rispetto al 2019, circa 7.000 tonnellate il totale ma conferma il trend positivo riguardo l’investimento sulla qualità determinato anche dalla presenza di frantoi sempre più all’avanguardia capaci di stimolare agricoltori e produttori. Non dimentichiamo che la nostra regione può contare preminentemente su tre varietà che contribuiscono ad una buona resa: la Gentile di Chieti, il Leccino e la Dritta, affiancate da quelle minoritarie come Toccolana, Castiglionese, Intosso, Cucco, Ghiandaro, Nebbio di Chieti.

Dai macro dati ai micro, se in generale c’e meno resa ma sempre più qualità, tra gli oli che soddisfano entrambi i parametri troviamo proprio quelli estratti dalla Dritta, la cultivar che contraddistingue ormai quello che possiamo considerare un quadrilatero dell’olio tra Loreto Aprutino, Pianella, Moscufo e…Penne. EVO di dritta, corposo con gusto di erba, mandorla e carciofo, delicato nell’equilibrio tra note piccanti ed amare.

Pioggia di foglioline per Lei, quindi, e sul podio premiate con tre foglie, proprio due aziende di Penne e Loreto Aprutino: Frantoio Mercurius con VESTA DOP Aprutino pescarese Bio e Azienda Agricola Delia Orsini con il DRITTA BIO. Il Frantoio Mercurius di Penne è in realtà esperienza, caparbietà, passione, competenza di Claudio Di Mercurio, l’ingegnere olivicoltore che, insieme a sua moglie Olga Giancaterino, ha fatto della qualità missione dell’anima e mission aziendale. Già premiato, nel 2019, come Frantoio dell’anno, ha, negli anni, fatto incetta di premi nei vari concorsi nazionali ed internazionali ai quali partecipa costantemente. È proprio Claudio a darci qualche dritta …sulla dritta e, giocando sempre sul nome, quest’anno lui aveva predetto una vera svolta per quest cultivar che racconta “non è assolutamente una cultivar antichissima, dagli studi del genoma e del DNA, infatti, sembra che essa sia comparsa nei nostri areali intorno al XII XIII secolo cosi come la sua gemella S.Felice in Umbria. Molto probabilmente viene selezionata dai Monaci Benedettini ibridando la base della cultivar Frantoio, famiglia principe da cui discende anche la Dritta.

E dalla storia alla tecnica, spiega che “essendo una cultivar molto ricca di polifenoli e poco di sostanze aromatiche, non ha avuto subito un buon rapporto con i moderni sistemi a ciclo continuo. Solo negli ultimi anni la migliore comprensione dei sistemi di frangitura hanno portato al recupero delle enormi potenzialità di questa cultivar. In modo particolare l’effetto combinato dei cambiamenti climatici -raccolte anticipate in periodi caldi per sopperire alla maturazione anticipata e scongiurare il pericolo di attacchi di mosca- e l’ uso di frangitori particolarmente violenti portavano ad oli particolarmente squilibrati sull’amaro fino a sfociare in sapori sgradevoli come legno o erba cotta. L’uso di frangitori più morbidi (coltelli, dischi) il condizionamento della pasta e un tempo di gramolatura basso hanno portato a rivalutare particolarmente questa cultivar fino a farla primeggiare nelle guide e nei concorsi”

Infatti il suo VESTA si aggiudica tre foglie e tre foglie anche per DELIA ORSINI che, insieme a suo figlio Stefano si occupa di tutte le fasi della filiera, dalla cura delle piante – 2 ettari in regime biologico e 3 in conversione, per un totale di 800 piante- alla raccolta fino alla molitura. Un esempio aziendale ispirato ai principi di sostenibilità e di qualità organolettica in un buon rapporto con il prezzo. 

Tre foglie anche per l’evo prodotto dalla Fattoria Cretarola di Penne con il COLLE ROMANO, che nasce da Dritta e Intosso, mentre due foglie per COLLE SACRO di sola Dritta. L’azienda può contare su 14 ettari di cui 7 dedicati ai 900 olivi. Rinomata anche per produzione di confetture e pomodori.

La vera soddisfazione è che sul podio delle 2 foglioline per la dritta, il primato se lo aggiudica Loreto Aprutino che vede, insieme a Delia Orsini, ben 5 bottiglie di dritta e di aziende residenti nel territorio.

ALDEBARAN BIO,  Azienda Colle Stelle di Domenica Sileo e Davide Carrara che si trasferiscono da Milano a Loreto per intraprendere questa nuova avventura. Una giovane realtà che ha saputo coniugare la ricerca della stella più luminosa a quella dei frutti della terra, in una perfetta continuità garantita dall’uso di tecniche sostenibili come quelle delle Biodinamica. Sono 7 gli ettari di oliveto che lavorano, 1000 piante e 1900 litri la quantità prodotta.

PRÈTOLE, Azienda Agricola Pierluigi Pace. Storica azienda con sede in via de Baio a Loreto Aprutino. Pierluigi eredita dal papà Emidio la passione per gli olivi. Acquista, a soli 20 anni, un uliveto secolare, mette a dimora nuove piante e raggiunge i 1200 esemplari con 4300 litri di olio prodotti.

FERONIA dop Aprutino Pescarese, SCAL, Società Cooperativa Agricola Lauretana. La dritta si unisce al mito della dea Feronia, una delle tre linee che questa moderna cooperativa produce nel frantoio sociale ultra moderno e tecnologico al servizio di quasi 250 produttori.

DRITTA BIO, azienda agricola Toma di Mariano Toma che estrae l’ottimo extravergine dalle sue 2000 piante. L’azienda produce anche ceci, uva e grano

A Pianella  due foglie per L’UOMO DI FERRO dell’Azienda Marina Palusci, capitanata da Massimiliano D’Addario che gestisce gli oliveti aziendali che si estendono in 48 ettari con 18 mila piante e 58000 litri di produzione che riguardano anche la monocultivar Intosso e Maurino.

A Nocciano due foglie per MUSINO, moncultivar dritta, prodotta dall’azienda SKYGREEN situata sotto le pendici della Majella e che estende su di una superficie di circa 10 ettari coltivata esclusivamente ad uliveto.

Nella frazione Vestea di Civitella Casanova due foglie per DRITTA BIO dell’Azienda Fattoria Torre delle Valli che gestisce 30 ettari di proprietà di cui 14 coltivati ad uliveti con 3.400 esemplari. 

Ristoratori, turisti ed estimatori dell’olio di qualità, tutti avvisati: una dritta sull’evo ve la danno loro!

Articoli correlati

Pin It on Pinterest

Share This